L’entusiasmo del titolo della Supercoppa, vinto dopo anni di digiuno non è che la punta dell’iceberg, di quanto il club rossonero ha realizzato in questa ultima parte del 2016. La partenza della stagione calcistica 2016-2017 è stata una delle più brucianti che il Milan abbia mai registrato e l’effetto è ancora più grande soprattutto se si considera le aspettative e le preoccupazioni che aleggiavano sulla panchina di Montella e nello spogliatoio di Milanello. Un nuovo tecnico, tanti giovani, un mercato a parametro zero e annose vicende societarie (non ancora chiuse): troppi fattori di instabilità all’inizio di unna stagione che si annunciava di suo davvero ostica. Eppure i numeri del bilancio stagionale del Milan parlano chiaro: quella di quest’anno è la quinta miglior parte di stagione da 10 anni, con 33 punti ottenuti in 17^ giornate di Serie A, per una media di circa 2 punti a match. Meglio di Montella solo tre allenatori, ovvero Allegri nel 2011-2012 con 37 punti (campionato concluso alle spalle di Juventus) e con i 36 punti fatti nella stagione precedente; Leonardo, con 34 punti fatti nel 2009-2010 (stagione chiusa al terzo posto) e Ancelotti, fermo a 33 punti (a parimerito con l’ex Fiorentina) ottenuti nel campionato 2008-2009.
Con ben 17 presenze in campionato, una delle scoperte del Milan versione 2016 è stato senza dubbio l’ala destra Suso: rientrato quest’estate dal prestito al genoa, lo spagnolo è stato sicuramente uno degli uomini di punta del tecnico rossonero. Suso, intervistato dal portale spagnolo marca, ha fatto un bilancio della sua stagione in rossonero affermando che: “Il migliore della mia carriera? Può essere che sia stato il migliore finora, è stato piuttosto bello”. Sul passaggio dal genoa inoltre lo spagnolo ha aggiunto: “Mi aspettavo tutto questo? In verità no, ma non si può mai sapere. Dipende da molte cose, immaginare che ci sarebbe stato un altro tecnico. Quello che sapevo è che con la Juventus avremmo avuto un’occasione d’oro per vincere un titolo. Abbiamo vinto due volte contro la Juve, in campionato e in Supercoppa. La gara a San Siro è stata più equilibrata, ma credo che in Supercoppa abbiamo giocato molto bene, molto meglio di loro. La mia escalation al Milan? “L’allenatore. Montella mi ha visto nei mesi a Genoa, allenava la Sampdoria e nel derby ho segnato due gol. Credo sapesse quello che avrei potuto dare alla squadra. E’ un allenatore che non ha paura di affidarsi ai giovani e lo sta dimostrando. E’ un allenatore molto spagnolo, gli piace che giochiamo il pallone, gli piace che si abbia un’idea di gioco, cerchiamo sempre di tenere la palla ed essendo in una grande squadra è importante”
Sono ormai tutti d’accordo, esperti e tifosi, che il vero protagonista di questo grande Milan di fine 2016 è stato senza dubbio il suo tecnico Vincenzo Montella. Arrivato al Milan nell’estate tra le più critiche che la società ha mai vissuto, tra qualche perplessità e molti dubbi sulle sue capacità di riportare la squadra a livello dei tempi d’oro, a fine 2016 il bilancio rossonero non può che premiarlo quale “uomo in più”. I meriti di Montella sono indubbi: fin dalle prime settimane, scommettendo su tanti giovani, anche del vivaio interno, Montella è riuscito a dare la propria impronta a un Milan in formazione e soprattutto in cerca di una guida salda. Tacciati di mancanza di carattere negli anni scorsi i rossoneri hanno mostrato di avere grinta, personalità e soprattutto di tanta fame: un grande lavoro psicologico che ha portato i suoi frutti molto presto anche in termini di risultati in campo, condotto sulla rosa a disposizione. Ad settembre i dubbi erano tantissimi, anche perché a un primo occhio metà rosa del Milan sembrava non adattarsi agli schemi classici del tecnico ex Fiorentina: la necessità però ha stimolato virtù nascoste, del tecnico e dei giocatori, che ora scendono in campo sicuri di cosa devono fare e molto generosi. Le uniche critiche che i tifosi hanno in parte mosso in questo 2016 a Montella sono stati alcuni cambi azzardati che l’aeroplanino ha optato: tutto sommato poca cosa visti i risultati ottenuti.
–Con il mercato che presto farà di nuovo da padrone con la finestra invernale, il Milan traccia un bilancio di questa ultima parte del 2016 in cui un occhio di riguardo non può che andare agli acquisti di quest’estate. La sessione, che ha vissuto momenti di grande difficoltà viste le contemporanee e questioni societarie e soprattutto la necessità di compiere operazioni a parametro zero, ha portato tra le file del Milan giocatori come Vangioni, Lapadula, Gustavo Gomez, Sosa, Pasalic e Mati Fernandez di cui per valutarne le prestazioni utilizzeremo quale mezzo statistico più efficace il minutaggio. La classifica vede in testa l’italoperuviano con 508 minuti, seguito sul podio da Gustavo Gomez e Pasalic. Seguono infine Sosa e Mati Fernandez (con quest’ultimo che però paga gli infortuni) con il terzino italoargentino ancora in attesa del suo debutto in campo. Tutto sommato un buon bilancio generale: certamente l’entusiasmo e le aspettative a inizio campionato su questi giocatori era assai basso, ma era una condizione che tutto sommato era condivisa su tutta la formazione di Montella. I recenti successi r le belle prestazioni messe in campo sia come singoli che come squadra anno fatto lentamente innamorare i tifosi rossoneri, sia dei nuovi arrivi a basso costo che verso la formazione messa a punto nel suo complesso.