Si è chiusa pochi minuti fa l’attesa conferenza stampa di presentazione di Gennaro Gattuso, da qualche ora a questa parte nuovo allenatore del Milan dopo l’esonero di Montella. Ecco le ultime sue parole ai giornalisti presenti a Casa Milan: «In Europa League abbiamo passato il turno, la Coppa Italia dobbiamo ancora giocarla. E’ vero che questa maglia pesa, non bisogna mai dimenticarlo. L’identità del Milan? Io mi baso su quello che vedo durante la settimana. Alcuni giocatori sono fondamentali, ma in settimana devono pedalare tutti». Un breve commento sugli allenamenti che farà sostenere ai suoi nuovi giocatori: «Abbiamo dei parametri che seguiamo per gestire gli allenamenti. Domani fare un lavoro muscolare, poi inizieremo a preparare la partita che ci attende. Alla squadra ho detto di non scandalizzarsi se dico qualche parola in più e di non essere permalosi». Gattuso chiude quindi la conferenza stampa così, nel suo stile: «Che consigli ho ricevuto? Tutti mi hanno detto di picchiare duro». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



GATTUSO SU BONUCCI, ANDRE’ SILVA, CUTRONE…

Prosegue la conferenza stampa di presentazione del nuovo allenatore del Milan, Gattuso. Ringhio ha ripercorso brevemente la sua carriera da tecnico, sin qui non proprio esaltante ma non sempre per errori suoi: «Ho preso tante legnate in questi anni, mi sono fidato e ho messo anche in difficoltà alcune persone che ho portato a lavorare con me. A Creta ho sbagliato, ho messo alcune persone in difficoltà dal punto di vista economico. A Pisa siamo durati con grande sofferenza. Sono cambiato, si ragionava a livello dilettantistico, a volte mi sono chiesto chi me lo faceva fare. Questo lavoro è complesso, se non stai sul campo non capisci la difficoltà. Mi piace fare l’allenatore, penso di avere le qualità per farlo. Sono andato tanto in giro per migliorare i miei concetti. Non mi danno fastidio i giudizi, anche da giocatore appena sbagliavo due partite di fila mi dicevano che ero uno scarpone. La fortuna che ho avuto me la sono guadagnata. Ho cambiato modo di gestire il mio lavoro, non leggo più i giornali perché voglio stare tranquillo e pensare solo al lavoro».Sull’occasione di allenare il Milan:«Sono in uno dei club più grandi al mondo, cercherò di sfruttare al massimo questa chance. Non voglio pensare al domani, vado all’ospedale solo se mi sono rotto la testa». Sulla necessità di concretizzare le occasioni in attacco: «La mia storia dice che le mie squadre prendono pochi gol, ma ne fanno anche pochi. Ci stiamo lavorando, abbiamo preparato qualcosa. Non è solo un problema del gol, ma è generale. Con il Torino ho visto una squadra che ha creato tanto, ha portato qualcosa di nuovo anche a livello tattico». Un giudizio quindi su André Silva, che non ha ancora segnato in campionato, a differenza invece delle ottime prove in Europa League: «E’ un giocatore con grandissime qualità. E’ uno che ha mercato anche se non sta facendo benissimo. Bisogna metterlo in condizione di giocare con la squadra, ogni tanto fa belle cose ma da solo e non con i compagni». Su Bonucci invece: «Il capitano è Bonucci e rimarrà Bonucci. Ho parlato con una delegazione della squadra ieri e ho visto ragazzi con grande voglia di lavorare e mettersi a disposizione. Io gli ho solo chiesto grande senso di appartenenza e disciplina. E loro mi hanno dato la massima disponibilità. Io mi sono sempre buttato nel fuoco per i miei compagni, voglio vedere questo. I giocatori si devono aiutare». Sulle telefonate ricevute: «Ne ho ricevuti tanti, sono stato molto felice. Ho sentito Terim, Sacchi, Capello, Cannavaro. Ieri in serata è uscita pure una mia foto con le sembianze di un personaggio di Gomorra e ho spento il telefono». Su Cutrone: «Io guardo molto quello che i giocatori si allenano. Patrick parte alla pari con gli altri attaccanti. E’ uno che non molla mai e ha grande passione, abbiamo bisogno di gente con questa mentalità». Sui giocatori che vuole vedere da vicino: «Suso. Dicono che può solo giocare in un ruolo, voglio vedere se davvero così. Mi incuriosisce anche che Kessie non si sta creando gli spazi come l’anno scorso». Poi Ringhio ha ammesso: «Voglio vedere che tra vittoria e sconfitta c’è grande differenza: quando perdi ti deve bruciare, a Milanello è come se ci fosse un funerale». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



GATTUSO PRENDE LA PAROLA

Ed ecco quindi che prende la parola il neo-allenatore del Milan, Gennaro Gattuso. L’ex tecnico della Primavera si è presentato così: «E’ un giorno importante, è una grande responsabilità. Sarà un lavoro duro. Questa squadra ha tanti nazionali e un’età media di 21 anni. Non stanno attraversando un periodo semplice, ma qui c’è tutto per lavorare bene. Da parte mia c’è grande consapevolezza che questa squadra può fare bene. Dobbiamo diventare squadra e scendere in campo da squadra, coprire il campo, dimostrare di saper soffrire e di essere una squadra quadrata. Serve uno spirito battagliero, anche se questo non basta perché serve anche la qualità». Si accenna quindi al modulo di gioco: «Giocheremo con la difesa a tre. Ho avuto un ottimo rapporto con Montella, anche se alcuni concetti di gioco sono diversi. Montella ama il palleggio, anche a me piace, ma poi dobbiamo verticalizzare. L’attacco? Dipende da come stanno i giocatori. I tre di difesa e i quattro di centrocampo sono sicuri, poi in avanti vediamo». Sull’ormai ex incarico alla Primavera: «Mi è dispiaciuto molto lasciare i ragazzi della Primavera, con loro non ho mai avuto problemi, avrei voluto completare il lavoro. Partita dopo partita vedevo una squadra più convinta. Li ringrazio perché mi hanno dato tanto». Ringhio parla quindi del suo ruolo di allenatore: «Provo le stesse emozioni che da giocatore. Quando entro a Milanello mi sembra di essere in paradiso. Io amo il mio lavoro, lo faccio con passione. Il mio sogno continua, allenare in una società così è un privilegio». Sulla possibilità di andare Champions League, Gattuso glissa così: «Non guardo la classifica, vivo alla giornata. La gara di Benevento deve essere come una finale di coppa del mondo. C’è bisogno di riuscire a cambiare ed ad avere maggiore consapevolezza. Per giocare bene a San Siro devi stare bene a 360 gradi. A livello mentale bisogna dare qualcosa in più a questi ragazzi, questa è la priorità». Un commento quindi su Berlusconi, che ieri ha telefonato proprio a Gattuso, appresa la notizia: «Lo conosco bene, non è la prima telefonata che mi fa. Da giocatore ho parlato spesso con lui. E’ uno dei presidenti più vincenti della storia del calcio, abbiamo parlato dei due attaccanti, del dna del Milan. Non ho fatto finta di ascoltarlo, l’ho ascoltato con grande attenzione». Dall’ex presidente a quello attuale: «Yonghong Li? Non parla inglese, abbiamo deciso con il dottor Fassone di trovare un modo per sentirlo nei prossimi giorni». Si parla quindi di Kessie, che Ringhio aveva già elogiato a inizio stagione: «E’ molto più forte ed esplosivo di me, segna anche più di me. E’ il giocatore che mi assomiglia di più, ma credo che in questo momento serva che tanti altri giocatori abbiamo la giusta mentalità». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



LE PRIME PAROLE SONO DI FASSONE

E’ iniziata pochi minuti fa la conferenza stampa di presentazione di Gennaro Gattuso, nuovo allenatore del Milan, che avrà il compito di far scalare la classifica al club rossonero dopo l’esonero di Montella. Ha aperto le danze l’ad Fassone, che ha parlato prima di tutto del vecchio allenatore:«E’ stata una decisione sofferta. Abbiamo condiviso un progetto che non siamo riusciti a concludere insieme con Montella e Mirabelli. A Vincenzo non posso che dire grazie per quello che ha fatto. Per aver riportato un trofeo nella nostra bacheca e aver conquistato un posto in Europa League. Non c’è una colpa specifica. E’ una pagina chiusa. Abbiamo perso un’opportunità importante per tutti. Ora si apre un nuovo capitolo». Quindi si parla di Gattuso: «Benvenuto. Per lui parla la storia. Conosce queste stanze e questo spogliatoio meglio di chiunque altro. In questi mesi ha dimostrato cosa vuol dire essere l’allenatore del Milan nella Primavera. E’ stata una scelta voluta, non è un paracadute o un tappabuchi. Mi è piaciuto l’approccio che ha avuto nelle chiacchierate che abbiamo fatto. Mi è piaciuto il suo entusiasmo e la sua umiltà, ponendosi come ha sempre fatto da campione sul campo. E’ un nuovo capitolo. E siamo convinti che potrà fare bene. A fine stagione tireremo i conti». Fassone ha detto la sua anche sul ds e braccio destro, Mirabelli, che secondo molti ha sbagliato la campagna acquisti estiva: «Ha la mia fiducia. E’ stata la mia prima scelta appena ho avuto l’incarico dalla nuova proprietà. Ha la fiducia mia e della società. Ha responsabilità tecniche importanti, tra cui scegliere l’allenatore. Non abbiamo intenzione di andare nuovamente sul mercato a gennaio, perché siamo convinti che questa squadra abbia qualità che possono arrivare a risultati importanti. Nella nostra testa sappiamo cosa c’è che non ha funzionato e siamo convinti che con il giusto tempo le cose che non hanno funzionato saranno risolte». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

INIZIA LA CONFERENZA

Sta per cominciare la conferenza stampa di Gennaro Gattuso: il Milan presenta ufficialmente il suo nuovo allenatore, il giorno dopo l’esonero di Vincenzo Montella. La scelta rossonera non è nuova: come abbiamo già detto, negli ultimi anni i rossoneri avevano già portato in panchina ex giocatori gloriosi e amati dal pubblico. Clarence Seedorf e Filippo Inzaghi: tuttavia l’olandese ai tempi della chiamata di Adriano Galliani non aveva ancora smesso di giocare ed era una novità assoluta come tecnico, mentre Inzaghi aveva sì vinto il Torneo di Viareggio con la Primavera del Milan, ma era quella la sua unica esperienza in panchina (dunque nessun club professionistico). Bravo è stato Super Pippo a ripartire alla grande con doppia promozione al Venezia e più che dignitoso campionato di Serie B (almeno fino a oggi); Seedorf invece è finito in Cina (allo Shenzhen) ma è durato meno di cinque mesi non essendo riuscito a promuovere la squadra, e oggi non allena. Insomma: il modello Pep Guardiola al momento resta un unicum, vale a dire una vecchia gloria che va ad allenare il club nel quale si è affermato come prima grande esperienza e vince subito. Segno del fatto che non basta prendere un’idea e trapiantarla di punto in bianco: vanno considerati altri elementi. Lo stesso Luis Enrique prima di dominare nello stesso Camp Nou era passato dalla Roma e dal Celta Vigo e si era fatto le ossa; Antonio Conte prima dei tre scudetti con la Juventus si era formato con Arezzo, Bari (promozione in Serie A), Atalanta e Siena (altra promozione). Ovviamente c’è il caso di Frank De Boer, visto anche all’Inter: in sei anni con l’Ajax ha vinto quattro campionati e una Supercoppa d’Olanda, ma parliamo di un campionato molto meno competitivo di Liga o Serie A (lo stesso vale per Giovanni Van Bronckhorst nel Feyenoord). Gattuso potrebbe comunque essere l’eccezione che conferma la regola: lo scopriremo, intanto gli diamo la parola perchè la sua conferenza stampa prende finalmente il via. (agg. di Claudio Franceschini)

GATTUSO COME ANCELOTTI?

La nomina di Gennaro Gattuso come nuovo allenatore del Milan – tra poco la presentazione ufficiale in conferenza stampa – potrà far drizzare le antenne a qualche attento tifoso rossonero o appassionato di calcio. C’è un precedente piuttosto importante, al momento forse una semplice coincidenza ma che in futuro potrebbe diventare ben altro. Bisogna tornare al 4 novembre 2001: sulla panchina del Milan si era da poco seduto Fatih Terim, l’Imperatore, artefice del miracolo Galatasaray che aveva condotto alla vittoria della Coppa Uefa. C’erano grandi ambizioni: dalla Juventus era arrivato Pippo Inzaghi, dal Brescia un giovane ma già determinante Andrea Pirlo, in più altri giocatori interessanti (tra cui il ritorno in prestito di Marco Simone, protagonista nel ciclo Capello). Le cose però non andarono bene: il Milan fece 10 punti nelle prime quattro partite ma poi si inabissò, perdendo a Perugia e pareggiando in casa contro Venezia e Bologna, periodo inframmezzato da un bel 4-2 nel derby. Dopo una sconfitta per 1-0 al Delle Alpi, Terim venne sollevato dall’incarico; era novembre come oggi, la squadra “fatale” era il Torino come oggi. Al posto dell’Imperatore arrivò Carlo Ancelotti, reduce da due stagioni agrodolci con la Juventus (due secondi posti con tanto di scudetto perso nel diluvio di Perugia e 9 punti di vantaggio scialacquati). Quell’anno l’emiliano arrivò quarto, centrando il playoff di Champions League: l’anno seguente avrebbe alzato la prestigiosa coppa, la prima di due (tre personali) e uno degli otto titoli rossoneri. Gattuso faceva parte di quel Milan: come Ancelotti, oggi diventa l’allenatore del Milan dopo averci giocato, come centrocampista. Presto per dire se ripercorrerà le orme del suo ex tecnico, ma almeno l’incipit della storia si ripete… (agg. di Claudio Franceschini)

SOLO TRAGHETTATORE?

Gennaro Gattuso viene presentato oggi come nuovo allenatore del Milan, ma la sua posizione – come già detto – potrebbe essere quella del semplice traghettatore. Ancora con Vincenzo Montella in panchina infatti si erano aperte varie voci circa un cambio per la prossima stagione: nomi altisonanti e in grado di far sognare i tifosi, ma anche nomi attualmente occupati e difficilmente raggiungibili. Su tutti quello di Carlo Ancelotti, che rimane il grande desiderio della maggior parte dell’ambiente Milan: tuttavia l’emiliano, che rimane in lizza anche per un posto come CT della Nazionale, sembrerebbe preferire la Premier League come anche confermato da Luca Serafini, che IlSussidiario.net ha contattato in esclusiva per commentare l’esonero di Montella e l’arrivo di Gattuso. Secondo nome sulla lista è quello di Antonio Conte: che al Milan era già stato vicino tempo fa, quando si era allontanato dalla Juventus, salvo poi accettare la proposta della Nazionale e poi ancora quella del Chelsea. Il salentino ha ammesso che il suo futuro sarà ancora in Italia, ma è presto per dire se potrà essere lui a guidare il Milan nella prossima stagione. Forse meno d’impatto, ma certamente importante, il nome di Roberto Donadoni: uno che dopo aver avuto la grande chance dell’Italia (dove non ha poi fatto male) si è riciclato in provincia (Parma e Bologna) dimostrando ottime qualità (anche e soprattutto umane) e a suo favore ha il fatto di essere una leggenda del Milan dominante in Italia e in Europa, cosa che ovviamente lo rende papabile per la panchina rossonera. Altri nomi (da Jurgen Klopp al sempreverde Unai Emery) per ora sembrano essere più suggestioni che altro; adesso è il turno di Gattuso, che in caso di risultati sopra le righe potrebbe anche convincere la società a confermarlo in panchina. (agg. di Claudio Franceschini)

SETTIMO ALLENATORE IN POCHI ANNI PER IL MILAN

Gennaro Gattuso è il settimo allenatore del Milan dal gennaio 2014: da quando cioè Massimiliano Allegri, che era in carica dal 2010 e aveva vinto scudetto e Supercoppa Italiana, è stato esonerato dopo il 3-4 di Reggio Emilia contro il Sassuolo. Da allora sulla panchina rossonera si sono succeduti Clarence Seedorf, Filippo Inzaghi, Sinisa Mihajlovic, Cristian Brocchi e appunto Vincenzo Montella prima dell’ex centrocampista. Sono sei, ma c’è anche Mauro Tassotti che, eterno vice, per una partita di Coppa Italia (3-1 allo Spezia) si era seduto in panchina e può dunque essere messo nel conto, sia pure di passaggio. Sette allenatori: quello durato di più è lo stesso Montella, che ha guidato il Milan per 52 partite di campionato, alla vittoria in Supercoppa Italiana (unico trofeo vinto in questo periodo) e al ritorno in Europa dopo tre stagioni, qualcosa che non era riuscito a nessuno dei suoi predecessori. Seedorf ha allenato il Milan per il solo girone di ritorno del 2014 e gli ottavi di Champions League contro l’Atletico Madrid; sette le partite per Brocchi, che ne ha vinte due a fronte di due pareggi e tre sconfitte. Una delle quali arrivata nella finale di Coppa Italia contro la Juventus, finale che aveva già conquistato Sinisa Mihajlovic; Gattuso è, dopo Inzaghi, il secondo tecnico promosso dalla Primavera rossonera ma è anche il quarto, con gli stessi Inzaghi e Brocchi e naturalmente Seedorf, ad avere avuto un importante passato (per non dire prestigioso) come calciatore nel Milan. Inzaghi e Montella inoltre sono i soli ad aver chiuso almeno una stagione intera in panchina. Una curiosità: l’Inter del post-Mourinho ha cambiato undici allenatori nel giro di sette anni (contando una sola volta il traghettatore Stefano Vecchi) e solo Roberto Mancini (2015-2016) ha condotto per un intero campionato. (agg. di Claudio Franceschini)

PRESENTAZIONE GATTUSO, NUOVO ALLENATORE MILAN

Alle ore 13:30 di martedì 28 novembre, in diretta dal Centro Sportivo di Milanello, Rino Gattuso affronterà la prima conferenza stampa come allenatore del Milan. Alla fine l’esonero di Vincenzo Montella è arrivato: al tecnico di Pomigliano d’Arco è stato fatale il pareggio casalingo contro il Torino, secondo 0-0 interno di una stagione che non è mai decollata nonostante le premesse. La società ha deciso di cambiare prima che le cose potessero peggiorare: Gattuso diventa dunque il nuovo allenatore del Milan, prendendo in mano una squadra che occupa la settima posizione in classifica (dopo 14 giornate ha raccolto 20 punti) e che si trova a -6 dal sesto posto che porta in Europa League, a -11 dalla quarta posizione (playoff per entrare in Champions League) e -18 dalla vetta occupata dal Napoli. Il tutto a fine novembre: possibile che il cambio sia arrivato anche in virtù dell’incertezza (possiamo chiamarla così) che aleggia in casa rossonera a seguito del passaggio di proprietà, e che non può lasciare tranquilli se le voci emerse negli ultimi tempi hanno un minimo di fondamento (non tanto quelle sulla figura di Yonghong Li, quanto quelle sul piano di bilancio che sarebbe stato rifiutato dalla UEFA). Gattuso entra in corsa con l’obiettivo di portare il Milan in Europa, e a questo punto di condurlo verso la vittoria dell’Europa League: al momento sembra rappresentare una figura di traghettatore da qui al termine della stagione, ma per lui parleranno i risultati. 

STREAMING VIDEO E DIRETTA TV: COME VEDERE LA CONFERENZA STAMPA DI GATTUSO

La conferenza stampa di Gennaro Gattuso come nuovo allenatore del Milan sarà trasmessa in diretta tv su Milan Channel: trovate la tv tematica al canale 230 del bouquet satellitare di Sky. In assenza di un televisore sarà possibile avvalersi anche del servizio Sky Go, applicazione che si può attivare per la diretta streaming video su dispositivi mobili come PC, tablet e smartphone senza costi aggiuntivi. Previsti anche alcuni collegamenti su Sky Sport 24 (canale 200) con approfondimenti in studio.

LA SCHEDA DI RINO GATTUSO

Gattuso arriva dal Milan Primavera, dove si era rilanciato dopo i due anni di Pisa; uomo di forte stampo rossonero, perchè ha giocato 13 stagioni con questa maglia e raccolto 468 presenze con dieci trofei (tra cui due Champions League e due scudetti oltre al Mondiale per Club). Come allenatore ha iniziato in Svizzera, nel Sion dove giocava: subito un esonero e l’avventura con il Palermo, dove la falsa partenza in una Serie B ha portato al secondo licenziamento in poco tempo. Le seguenti avventure di Gattuso in panchina sono state sfortunate: sia con l’OFI Creta che con il Pisa ha trovato situazioni societarie difficili, ma in Toscana ha comunque centrato una promozione in Serie B e poi ha resistito finchè ha potuto all’ambiente sotto pressione e instabile, chiudendo con la retrocessione (in Grecia si era dimesso dopo quattro vittorie e altrettante sconfitte, i tifosi lo avevano convinto a restare ma poco più di due mesi più tardi, con soli 5 punti in otto partite, ha deciso comunque di andarsene). Ripartito dal Milan Primavera – scelta simile a quella di Filippo Inzaghi che però aveva iniziato da qui – ha perso le prime due partite ma poi ne ha vinte sei delle seguenti otto, raggiungendo il terzo posto in classifica alle spalle di Inter e Atalanta; in Coppa Italia di categoria ha portato i rossoneri agli ottavi di finale. Il suo ruolo sarà ora preso da Alessandro Lupi, che lo scorso giugno ha vinto lo scudetto con gli Allievi.