Jorge Lorenzo 10 e lode

Gara stratosferica, da vero purosangue con show finale alla Rossi. Un inizio di stagione da talento puro, maturo, capace di capovolgere a suo favore anche le situazioni che a prima vista appaiono già definite. A Jerez costruisce un piccolo capolavoro, prima nelle libere e in qualifica, dove riesce a interpretare meglio di Valentino i dati per sistemare la sua M1. E lì costruisce all’80% la sua vittoria. Rischia di gettare al vento il lavoro fatto buttando lì una partenza stile lumaca che lo allontana dalle prime posizioni. Tira fuori grinta e carattere e riesce a compiere un’impresa, anzi no, l’impresa. Quando tutti pensavano che quella fosse stata mettere le sue ruote davanti a quelle di Valentino, il tifoso del Barca stupisce tutti ricucendo lo strappo con Pedrosa e bruciandolo all’ultimo giro. Quasi da spietato. Ma si sa, per vincere un mondiale, serve anche quello. E Lorenzo, da questo punto di vista, oggi ha dimostrato di essere ben fornito.



Dani Pedrosa 9,5

Tira fuori la classe sopraffina di cui è fatto quando meno te lo aspetti, quando sembra che il naufragio nella mediocrità sia questione di poco. Dopo la parentesi del Qatar che aveva aperto una serie di perplessità circa la sua nuova stagione nella MotoGp in sella alla Honda ufficiale, a Jerez si prende la pole di prepotenza e in gara fa il bello e il cattivo tempo. Fino a quando Lorenzo decide che lo può fare. Sul finale cede e nulla può contro il suo acerrimo rivale che gli soffia la vittoria a poche curve dal traguardo. Tiene Rossi a distanza per ¾ di gara quasi fosse lui il campione del mondo. Ora serve continuità, quella che gli è sempre mancata. E non sempre per colpa sua.



Valentino Rossi 8

Non sempre le cose vanno per il verso giusto, come vorresti che fosse. Si presenta a Jerez con i pronostici del favore visto che la pista è di quelle che la Ducati non digerisce e che la Honda non è poi messa benissimo. Ma le prove vanno maluccio, con problemi di grip che non ne vogliono sapere di andarsene. E il warm up, di solito dispensatore di miracoli dell’ultimo minuto, stavolta non sortisce l’effetto sperato. Ma la classe non si scioglie in quattro e quattr’otto e Valentino lotta con gli artigli, dapprima salvando le qualifiche e poi tenendo vive le speranze di una vittoria in gara. Ma contro il gap tecnico e un Lorenzo fuori dal comune, neanche un Valentino al 100% avrebbe scommesso un euro sulla vittoria. Figuriamoci uno all’80%. Il podio, comunque, è un risultato prezioso che potrebbe far comodo quando, alla fine, si dovrà far di conto.



Per continuare a leggere le pagelle di Jerez, clicca il pulsante >> qui sotto

Casey Stoner 5

Parte come un fulmine il venerdì e alla domenica è già diventato il gregario di Hayden che solo la scorsa stagione si prendeva sonori schiaffoni, in termine di distacchi, dall’australiano. Vero è che la pista di Jerez non gli è mai piaciuta e neppure alla Ducati è mai andata giù, ma lo Stoner visto in Spagna non è neppure la pallida ombra di quello ammirato in passato. E questa volta la salute non c’entra. Passo falso in Qatar e mezzo a Jerez. Con la concorrenza che si ritrova urge una svolta, di quelle a 180°, a cominciare dalla prossima gara. Di treni ce ne saranno ancora, ma è meglio prendere al volo quello che c’è. Tutto il resto non sarebbe da Stoner.

 

Nicky Hayden 8

E due! Nel senso di due volte quarto. A Jerez come in Qatar è il primo in sella a una Ducati, il primo dei piloti Ducati, vale a dire arrivato al traguardo davanti a Stoner. Roba che solo l’anno scorso sarebbe stata fantascienza. Questa volta il podio appare un po’ più lontano che a Losail, ma la prova dell’americano è confortante, il segno che la Ducati, con le modifiche apportate soprattutto in zona motore, è più guidabile per tutti. E Hayden che ha vinto un mondiale grazie alla costanza dei risultati, non può che esserne felice. Che Le Mans sia la volta buona per il podio? Per uno come lui, che di polemiche neanche l’ombra, sarebbe un premio strameritato.

 

Andrea Dovizioso 6

L’approdo in Europa non è dei migliori per Andrea Dovizioso che si ritrova alle prese con i problemi che il Qatar sembrava aver sepolto per sempre. Il suo compagno Pedrosa lotta per la vittoria dopo aver fatto la pole, arriva secondo e lo scavalca in classifica generale. Lui arriva in Spagna ed è subito un supplizio, da cui non riesce a uscirne fuori anche se il sesto posto non è poi un risultato da buttare. Continua a preferire il vecchio telaio rispetto al nuovo che usa Dani, ma la Spagna gli regala una mezza delusione. Riscatto subito per evitare di dover fare i conti con gli incubi del passato. Forza Dovi.

 

Marco Simoncelli 6

Che bello vederlo ingaggiare un duello da spettacolo con il suo compagno di scuderia, Marco pure lui, Melandri. Alla fine il posto finale è quello n° 11, ma la gara ha detto che la posizione che gli può competere e un pochino più avanti. Per arrivare tra i primi la strada è in salita, ma il primo strappo è ormai alle spalle.

 

Marco Melandri 7

Perde la volata con Mikka Kallio (7) per il settimo posto, il primo a disposizione dietro la truppa delle ufficiali. Segno che qualcosa nel team di Gresini sta cambiando e che l’autonomia che la Honda ha concesso agli uomini di Fausto in materia di soluzioni tecniche da apportare alle moto inizia a funzionare. I piloti per farla correre, la moto, sono quelli giusti, di prim’ordine. A cominciare da Marco, il Melandri, perché anche l’altro fa lo stesso di nome.

 

Loris Capirossi 5

Ha annunciato che vorrebbe correre per altri due anni per riassaporare il gusto delle 1000. A Jerez, per recuperare posizioni, forse chiede troppo alla sua Suzuki, forse anche a se stesso. Fatto sta che dopo poche tornate è subito fuori. Peccato, perché il warm up faceva ben sperare per la gara. Speriamo che a Le Mans per Loris si volti pagina.

 

Espargaro, Barbera, Haoyama 5

Rimandati alla proissima. I tre nuovi arrivati nella MotoGP, compreso il Campione del Mondo della 250 Haoyama, faticano più del previsto e viaggiano costantemente nelle retrovie. Fa meglio di loro, arrivando a occupare anche il settimo posato, l’altro debuttante Simoncelli. L’unica consolazione è che a fargli compagnia ci sta uno che di cognome fa Edwards (4/5) e di anni tanti. Meglio di loro Bautista (6), 10° al traguardo davanti a SuperSic.