Marco Simoncelli è morto nel terribile incidente con Colin Edwards a Sepang. Questa la notizia che ha fatto in un secondo il giro del mondo e ha messo sotto shock motociclisti, giornalisti e operatori presenti sul circuito di  Sepang, in Malesia, ma non solo (la diretta con i commenti dei fan – leggi e partecipa). L’immagine di Simoncelli steso a terra, immobile, dopo il terribile incidente lasciava comunque poche speranze nell’animo di tutti.
Simoncelli lascia orfano una famiglia che gli era stata sempre vicino e il suo mondo, quello delle moto, delle gare e delle prodezze ad alta velocità, troppo presto. Aveva soltanto ventiquattro anni. Era nato a Cattolica, nel 1987. Sulle due ruote (le minimoto) ci era salito già all’età di sette anni. A dodici Marco è già campione italiano. A quattoridici Simoncelli partecipa al Trofeo Honda NR e al campionato italiano 125 GP. Campione europeo nel 2002 della classe 125cc. Nello stesso anno, debutta nel Motomondiale. Nel 2008 Marco Simoncelli diventa campione del mondo della 250cc.
Per tutti quelli che lo hanno conosciuto, Supersic (questo il suo soprannome per via dell’abbreviazione del cognome nella grafica della classifica durante tutte le sue corse) era un ragazzo fantastico, solare e pieno di entusiasmo, ma anche umile, nonostante il successo raggiunto in così giovane età.
Un lungo viaggio, percorso a tutta velocità che lo ha portato verso la sua fine, di oggi, 23 ottobre 2011.
Gran Premio di Malesia, la moto impazzisce e taglia la pista da sinistra a destra. L’impatto con le altre moto è inevitabile. I bolidi di Colin Edwards e Valentino Rossi arrivano a grandissima velocità. Vola anche il casco. Marco Simoncelli rimane steso a terra. La gara si ferma e dopo circa trenta minuti dall’incidente viene cancellata. Tutti ai box ad aspettare una notizia, un motivo di speranza. Il pilota viene portato al centro medico, le condizioni sono disperate. Arresto cardiorespiratorio e segni preoccupanti su tutto il corpo. Il decesso viene comunicato alle 11 circa (ora italiana).
Il motociclismo italiano e mondiale è in lutto. Il rischio fa parte del gioco, quando inizia ogni corsa e ogni gran premio, ma quando un giovane muore così è il momento di riflettere.



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