La MotoGp sta regalando emozioni a Misano. Stoner e Lorenzo continuano imperterriti la propria sfida a distanza, con Pedrosa, Dovizioso e Simoncelli – che si sono ritagliati ruoli importanti in questo Mondiale – all’inseguimento della coppia di testa. Il Mondiale in corso ha perso in partenza un grande protagonista: Valentino Rossi, alle prese con una stagione tribolata e decisamente povera di soddisfazioni sportive. I guai del dottore, le difficoltà della Ducati, le Honda che volano e uno Stoner imprendibile: anche in terra di San Marino il copione sembra ripetersi. E per parlare di tutto questo è intervenuto – in esclusiva a ilsussidiario.net – Giacomo Agostini (15 Mondiali vinti, 123 Gran Premi da primo classificato e 162 podi), all’unanimità considerato il più grande pilota di tutti i tempi.
Agostini, chi è il più grande pilota di tutti i tempi? Lei o Valentino Rossi?
Non tocca a me giudicarlo, sarà la storia a dare questo verdetto.
Però lei ha vinto 15 Mondiali nella sua carriera…
E’ vero, ho vinto tanto. In effetti i numeri dicono che ho fatto una carriera importante.
Ma perché Valentino non va più forte come un tempo?
Quando non fai risultati per un po’ di tempo perdi un po’ di fiducia. E credo che a Valentino sia accaduto esattamente questo.
Anche la Ducati ha le proprie responsabilità?
Diciamo solo che quest’anno la moto di Vale non è stata totalmente competitiva. Ma voglio chiarire una cosa: Valentino Rossi non è finito.
Non è finito ma fatica…
Comincia ad avere qualche anno in più e l’età è un fattore che conta molto. Correre contro piloti che hanno dieci anni di meno non è certo un vantaggio per Rossi. Però resta un grandissimo pilota: non credo che la sua sia una parabola discendente.
Quindi, se guidasse una moto più competitiva…
Sarebbe anche lui a lottare per i primi posti, con i suoi problemi e la sua fatica, ma con tante possibilità di vittoria.
Cosa fa grande veramente un pilota? L’esperienza o il talento?
Io, Valentino, Kenny Roberts… E’ qualcosa che fa parte del dna, c’è l’hai nel sangue. Si nasce così…
Due parole su Dovizioso?
E’ bravo e ha sempre dimostrato regolarità in tutti i Gran Premi di questa stagione.
E Simoncelli?
Simoncelli ha avuto una partenza a razzo, poi si è un po’ perso. Ma indubbiamente lui e Dovizioso sono due piloti molto validi, che possono crescere ancora di più in futuro.
Veniamo al duello Stoner-Lorenzo: il pilota australiano ha già vinto il Mondiale?
No. Il Mondiale lo vinci alla fine. Quando c’è la matematica, quando c’è l’hai veramente in tasca.
Chi ha il grosso merito della leadership dell’australiano? Il pilota o la Honda?
Tutti e due hanno contribuito al raggiungimento di questo traguardo.
Lorenzo può battere Stoner?
Certo, ma deve andare più veloce di lui. Non ci sono particolari tattiche da inventare.
Oggi si corre a Misano. Quali sono le caratteristiche del circuito?
Non è veloce come il Nurgburing. E’un circuito tecnicamente molto interessante, con tante curve: insomma, un circuito che ha la sua spettacolarità.
Non pensa che ci siano troppe gare per un Mondiale?
Si, è così. Quando correvo io c’è n’erano solo dieci–dodici.
Il vostro era un motociclismo più romantico?
Eravamo tutti uniti: c’era un rapporto molto forte tra tutti i motociclisti che correvano il Mondiale.
Forse perchè rischiavate di più…
Adesso si sono fatti tanti passi per la sicurezza dei piloti. Ai miei tempi si moriva in pista, si prendevano molti più rischi.
Un po’ come il Tourist Trophy dell’Isola di Man, una corsa infernale. Lei l’ha corso…
Io l’ho corso e l’ho vinto. Dieci volte. Ci sono stati più di duecento morti: Valentino ha detto che non correrebbe mai su una pista così pericolosa…
Il vostro era sicuramente un modo differente di rapportarvi al mondo delle moto. Lei come ha cominciato a correre?
Sulla strada. Non c’erano molte alternative, questo è stato il mio primo approccio con il mondo delle moto.
(Franco Viittadini)