E’ la solita storia, potremmo tranquillamente dire. Il Mondiale di motociclismo vede ancora una volta Casey Stoner e le Honda protagoniste indiscussi: nei test di Sepang, in Malaysia, che si sono svolti in questi giorni, le moto giapponesi e il pilota australiano l’hanno fatta come al solito da protagonisti assoluti. Stoner, nella terza ed ultima giornata di test invernali, ha fermato i cronometri sul tempo di 1’59”607 abbassando di più di 1” il suo primato della giornata precedente. Soprattutto, ha migliorato di ben 9 decimi il record della pista, fatto registrare da Valentino Rossi nel 2009 con 2’00”518. Dietro di lui Jorge Lorenzo staccato di 591/1000 con la sua Yamaha, poi Pedrosa con l’altra Honda. Valentino Rossi con la Ducati è giunto quinto a 1”2, solo ottavo Andrea Dovizioso a 1”650. Insomma, nonostante i miglioramenti di Valentino la Ducati e il pilota pesarese sono sempre troppo lontani da Stoner e dalle Honda per poter lottare ad armi pari. Abbiamo così chiesto un parere su questi test e sulle prospettive del Campionato del Mondo a uno dei più grandi, o forse anche il più grande, dei piloti della storia di questo sport, Giacomo Agostini. Eccolo in questa intervista in esclusiva a ilsussidiario.net.



Cosa pensa di questi test di Sepang dove Stoner ha veramente fatto le cose in grande: il pilota australiano è imbattibile o è la Honda superiore alle altre moto? 

Bisogna dire che, nonostante manca ancora del tempo e possono ancora apportate delle modifiche alle varie moto, la Honda si sta dimostrando molto forte, con Stoner che sta dimostrando a sua volta di essere un grande pilota. Nulla di nuovo quindi, se non la conferma del grande lavoro fatto dalla casa giapponese anche in questa stagione. Per il momento è sempre la Honda ai vertici di questo sport.



Lorenzo è andato bene, ma è ancora troppo lontano da Stoner: anche per questa stagione discorso chiuso per il Mondiale?
E’ ancora troppo presto per dirlo, aspettiamo a vedere se ci saranno altre modifiche alle moto prima dell’inizio del Mondiale.

Valentino Rossi è giunto quinto in queste prove: ci sono dei miglioramenti, ma è ancora troppo lontano dai primi…

In effetti Valentino non ha fatto malissimo, ma c’è sempre un bel distacco da Stoner per consentirgli di lottare per il Mondiale.

Dovizioso ottavo: colpa della frattura alla clavicola?

Certamente questo problema l’ha condizionato enormemente in questi test e non gli ha consentito di dare tutto il meglio di sé.



Troppo grande ancora il divario tra la Honda e le altre moto: cosa bisogna fare per evitarlo?
E’ una situazione così. Un po’ di anni fa c’era la Yamaha con Valentino Rossi che dettava legge. Ora c’è la Honda, che è anche una delle più grandi case del mondo, a comandare. 

Secondo lei se la Ducati fallisse anche in questa stagione, ci potrebbe essere un ritiro della squadra italiana?
Non lo so, questa è una loro decisione.

E per Valentino Rossi potrebbe essere l’ultima stagione in caso di insuccesso?
No non credo, ha detto più di una volta di voler continuare a correre ancora per un po’ di tempo.

Ma se Stoner guidasse una Ducati…

Non credo che cambierebbero le cose.

Vede dei talenti nuovi in questo Motomondiale?
No, non vedo nuovi talenti in questo momento.

Qual è la molla che spinge ad andare avanti in questo sport?
La passione. Vincere aiuta, ma se non c’è la passione, non bastano neanche le vittorie.

Più affascinante il motociclismo o la Formula 1?
Direi che le moto hanno proprio qualcosa di speciale, sono più affascinanti, più romantiche.

Chi è il più grande pilota di tutti i tempi?
Ognuno direbbe che è lui: Giacomo Agostini, Kenny Roberts, e così Valentino Rossi. Senza dimenticare Mike Hailwood e Jarno Saarinen. Non si possono fare classifiche.

Il vostro era un motociclismo più romantico e pericoloso, come dimostra l’incidente mortale di Saarinen e Pasolini a Monza ’73.

C’erano molti più rischi. Forse un incidente come quello di Saarinen e Pasolini oggi non sarebbe stato così grave. C’era meno sicurezza quando correvamo noi. Nello stesso tempo era molto più importante la presenza del pilota, che doveva lavorare sulla moto da solo, senza l’ausilio di particolari tecnici, ma solo con le sue forze. Era proprio un motociclismo molto differente da quello attuale.

 

(Franco Vittadini)