Sono le Honda a dominare nelle qualifiche ufficiali del Gran Premio dell’Estoril. Stoner e Pedrosa si piazzano davanti a tutti e fanno capire che anche stavolta ci sarà da combattere. Oggi, però, non solo loro tra i protagonisti: Jorge Lorenzo dimostra ancora di esserci, mentre Cal Crutchlow ottiene un altro grande risultato, centrando la prima fila. Valentino Rossi chiude nono, ma davanti ad Hayden e con qualche decimo limato: su pista asciutta, è da considerarsi un buon risultato, anche se il distacco rimane importante. Abbiamo commentato i temi delle qualifiche e di quello che ci aspetta domani con Nico Cereghini, ex pilota e giornalista di Mediaset esperto del mondo delle due ruote. Ecco le sue parole in questa intervista esclusiva rilasciata a ilsussidiario.net: 



Le Honda dominano, anche se a fatica, le qualifiche. Sarà così anche in gara o ci dobbiamo aspettare sorprese?

La sorpresa potrebbe essere sicuramente la Yamaha di Lorenzo. Mi è sembrato di capire che sia ancora lui il più continuo sul passo gara. Quindi, come è stato anche a Jerez, potrebbe fare la differenza.

E le Ducati? Rossi ha guadagnato decimi, arrivando davanti ad Hayden, e si è detto fiducioso: anche lei la pensa così?



Lui dice che poteva scendere ancora di due o tre decimi, poi è stato sfortunato… diciamo che si può cominciare a ragionare se si arriva sui sei/sette decimi, ma con questi dati non c’è molto da essere contenti. Bisogna sempre vedere comunque da dove si parte, e credo che Rossi voglia mantenere un clima positivo all’interno della squadra.

Quindi in realtà i miglioramenti non sono così importanti?

Diciamo che ci sono, e Valentino tende comunque a far notare ogni piccolo passo in avanti per dare fiducia ai tecnici e mantenere un bel clima. 

Abbiamo notato problemi di chattering, cosa che si presenta dall’inizio della stagione: è un problema legato alle moto 1000?



Il chattering è un problema che mette in crisi anche i migliori tecnici, perchè non è mai chiaro se venga dal telaio, dalle gomme o dalle sospensioni. Su questo tutti brancolano nel buio, ma si tratta di un problema che esisteva anche con le 800.

Abbiamo invece visto dei sollevamenti del posteriore, un po’ da parte di tutti…

L’ho notato, soprattutto in frenata. Queste sono moto che vanno fortissimo e all’Estoril ci sono delle staccate molto violente, quindi è difficilissimo fermarsi nei tempi e negli spazi che uno si è impostato. In frenata abbiamo visto molti errori, ma sono problemi che ci sono sempre stati su questa pista.

A proposito della pista, sarà l’ultimo anno che si corre qui: problema solo economico, oppure anche questioni di sicurezza?

La pista dell’Estoril è molto bella e anche il livello della sicurezza è buono. Sono i problemi economici a determinare i cambiamenti: quattro gare in Spagna, più la quinta della Penisola iberica sono troppe in questa zona. Ci sono Paesi che premono per avere un Gran Premio, altri che non ce la fanno…

A lei quindi piace questa pista…

L’Estoril mi piace tantissimo. E’ un circuito particolare, con lunghe curve in appoggio, come l’ultima, dove si vede bene il bilanciamento della moto. Avete visto che Stoner metteva la ruota anteriore sul cordolo? In realtà era una strategia disperata, perchè perdeva invece di guadagnare, ed era chiaro che subito dopo doveva chiudere il gas per controllare la moto. 

Come ha visto comunque le moto?

Le ho viste straordinarie nel cambio di inclinazione, venir fuori da quella prima a sinistra e buttarsi dentro a sinistra in accelerazione, in quello che viene chiamato il “cavatappino”: si comportano in modo favoloso rispetto a cinque o sei anni fa, ed è incredibile vedere quello che la tecnologia riesce a fare. E come sono migliorate anche le gomme…

Come commenta l’incidente tra De Puniet e Colin Edwards? Ha notato qualche errore?

A mio giudizio Edwards non ha colpe. Stava andando adagio, aveva anche alzato il braccio per segnalarlo; De Puniet arrivava malissimo, si vedeva che stava su per miracolo. Ha fatto un paio di frenate al limite e poi gli è partita la moto, andando a investire Edwards, che ha avuto la sola sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Edwards si è fratturato la clavicola: tempi di recupero?

La guarigione della clavicola è sempre una cosa soggettiva: Colin se l’è già lussata, sempre quella sinistra, quindi è difficile fare previsioni. Per eseperienza personale posso dire che quando mi sono rotto una clavicola sono stato in ballo 40 giorni, però ho visto anche piloti vincere gare dopo due giorni. Non si può mai dire, intanto perchè le fratture sono diverse, e poi perchè ci sono tempi di recupero differenti. Importante è il ruolo dei medici: se il pilota vuole correre, con i bendaggi funzionali e degli antidolorifici, lviene messo in condizione di fare una gara onorevole.

 

(Claudio Franceschini)