La settimana bianca della Ducati e della Ferrari a Madonna di Campiglio, per il tradizionale appuntamento con Wroom, è davvero ricca di appuntamenti da non perdere. Questa mattina in primo piano c’è il nuovo direttore generale della Ducati Corse, il tedesco Bernhard Gobmeier, scelto dalla nuova proprietà Audi, che ha tenuto la sua prima conferenza stampa ufficiale da quando ricopre questo nuovo incarico. Il suo approccio è morbido: “La storia ci insegna che la rivoluzione distrugge tutto, le cose negative ma anche quelle positive. Partirò senz’altro dalla base di Preziosi, che sarà anche un’unione tra la produzione e le corse. Il nostro sarà un approccio evolutivo più che rivoluzionario. E’ necessario migliorare l’erogazione della coppia e della potenza”.
Gobmeier parla anche di questa prima parte della sua nuova esperienza italiana: “È da poco tempo che sono qui e mi sto interessando all’aspetto tecnico e organizzativo del team. Mi è subito sembrata un’azienda molto grande e nello stesso tempo familiare, la base ideale per motivazioni e concentrazione sul progetto che abbiamo in mente. Cercheremo di partire dalle buone cose: abbiamo molti ingegneri pieni di talento che hanno ottime idee, le metteremo insieme per migliorare. Voglio esplorare tutto ciò che abbiamo poi vedrete i risultati. Il mio concetto di moto? Ci sono molti aspetti che formano una moto da corsa. Dalle gomme alla squadra, con le sue motivazioni e l’impegno, ai piloti. Poi c’è l’aspetto tecnico, fondamentale: in questo senso sarà importante lo studio del recente passato. Il potenziale c’è, la moto non è perfetta, ma le idee ci sono e le metteremo in pratica”. L’obiettivo è quello di provare ad essere competitivi ai massimi livelli fin dal 2013: “Non condivido del tutto ciò che diceva Dovizioso sul progetto pensato su due anni, certo il primo sarà un anno di sviluppo ma sappiamo che per prendere i primi dobbiamo essere anche veloci nell’impegno”. C’è però ancora molto da lavorare, come ammette lo stesso Gobmeier:
“Lo sviluppo della nuova moto non è certo a un punto ottimale per ora. Le parti nuove dovranno essere testate molto bene dal test team, senza creare confusione nel team ufficiale. Solo una volta sicuri del reale sviluppo verranno passate alla squadra ufficiale”.
Il dirigente tedesco rifiuta l’idea di una Ducati difficile da governare come segno distintivo del suo DNA: “Non sono d’accordo che una moto debba essere selvaggia! Certo sarà sempre una Ducati la nostra, ma avremo una moto più guidabile da tutti. Comunque non c’è nessun motivo di cambiare il nostro motore desmodromico”. L’aspetto economico è fondamentale in questi anni di crisi: “Non abbiamo più le risorse che avevamo nel passato e non torneremo al motore portante perché con le nuove regole complica troppo lo sviluppo e lo rende molto più costoso. Attirare grandi sponsor è molto difficile indipendentemente dal fatto che Valentino Rossi non sia più con noi. La cosa accomuna qualunque settore del motorsport. Le regole cambieranno nei prossimi anni, dovremo controllare i costi ancora di più, dal punto di vista del motore e dell’elettronica. Lo sviluppo deve essere programmato due, tre anni prima. Stiamo già pensando al 2014 e 2015. Ogni cambiamento porta nuove possibilità, e pensando al 2014 saranno per noi superiori rispetto a quelle di quest’anno”.