La vittoria di Valentino Rossi a Phillip Island permette di aggiornare ulteriormente i numeri di un pilota già ampiamente nella leggenda del motociclismo. Il Gran Premio d’Australia era un appuntamento speciale per il Dottore, che toccava quota 250 Gp nella classe regina, 500 nel 2000 e 2001 e poi MotoGp (310 gare complessive in carriera). Il pilota Yamaha ha festeggiato questo traguardo con la vittoria numero 108 della carriera, 82° successo in 500/MotoGp. Numero impressionante, anche se le 122 vittorie di Giacomo Agostini sono ancora complicate da raggiungere. Intanto però Valentino ha raggiunto ‘Ago’ nel numero di giri veloci nella classe regina, 69, che tra l’altro è anche il numero di vittorie di Vale in MotoGp, visto che le prime 13 nella classe regina le ottenne nelle prime due stagioni, quando ancora c’erano le 500. Rossi era già il pilota con la maggiore longevità fra la prima e l’ultima vittoria in carriera grazie al successo a Misano di metà settembre: record ora ritoccato a 18 anni e 62 giorni fra la vittoria a Brno nel al Gran Premio della Repubblica Ceca classe 125 e questo successo a Phillip Island, su una pista che Valentino ama particolarmente. Restano infatti indimenticabili le sette vittorie che Rossi conquistò tra il 1998 e il 2005, in soli otto anni. Prima le due vittorie del 1998 e del 1998 in 250, poi – dopo un anno di “apprendistato” nella classe regina – ecco i cinque successi consecutivi in 500/MotoGp tra il 2001 e il 2005. Era già lui il pilota più vincente in assoluto su questa pista, ma non in MotoGp, record che aveva perso a causa dei sei successi consecutivi di Casey Stoner fra il 2007 e il 2012. Lacuna colmata con questa nuova vittoria, che tra l’altro consente a Vale di tornare a vincere su una pista dove non riusciva più a farlo dal 2005: il ritorno dopo 9 anni è certamente un altro piccolo record nella carriera del centauro di Tavullia. Fin qui i numeri: poi ci sono le emozioni regalate da una vittoria inattesa dopo l’ottavo posto sulla griglia di partenza. Invece è stato un capolavoro: già quinto alla fine del primo giro, terzo poco dopo, quando nel mirino gli rimanevano solo Jorge Lorenzo e Marc Marquez. Esaltante il duello vinto con il compagno di squadra, che poi gli è finito addirittura a 10 secondi di distacco, mentre il fenomeno della Honda è caduto per la terza volta nelle ultime quattro gare quando si profilava lo scontro diretto. Segno che forse perfino il numero 93 patisce il numero 46… (Mauro Mantegazza)