Il Mondiale MotoGp 2015 si è concluso nel modo che tutti temevano: Jorge Lorenzo è campione del mondo per la quinta volta in carriera – la terza nella classe regina – e Valentino Rossi è secondo, staccato di 5 punti. Uno dei finali più emozionanti di sempre va così in archivio dopo il Gran Premio di Valencia (clicca qui per gli highlights della gara); purtroppo non nel modo in cui avevamo sperato.
Per capire però quale sia stata l’ennesima impresa del Dottore basta fare un giro sui social network. Decine, centinaia e migliaia di post sulla MotoGp. Vip e non vip, personaggi pubblici e “privati”, appassionati e semplici spettatori occasionali che mai (o raramente) avevano seguito una gara di moto, e che invece domenica sono stati incollati al televisore come in una finale dei mondiali di calcio. Rossi il miracolo l’ha fatto un’altra volta, ma non è bastato; che potesse rimontare fino al quarto posto era piuttosto prevedibile – non ce ne vogliano gli altri piloti; lo avrebbero fatto anche Lorenzo, Marquez (che in Moto2 vinse una gara partendo ultimo) e Pedrosa. Che arrivasse sul podio, facendo saltare i piani degli spagnoli, un po’ meno.
Infatti non è successo; resta l’amaro in bocca di non aver potuto assistere allo scontro ad armi pari, con Rossi a scattare davanti insieme agli altri. Avrebbe magari sortito lo stesso effetto, ma almeno non ci sarebbero stati rimpianti. E invece qualcuno ha deciso che il Mondiale MotoGp 2015 dovesse essere deciso in altro modo; Marc Marquez si è finalmente svelato ieri, quando per 28 giri è stato tranquillamente alle spalle di Lorenzo senza mai provare ad attaccarlo salvo aprire il gas a tutta non appena Dani Pedrosa ha minacciato la tranquillità delle ultime tornate. Lui che è pilota spesso oltre i limiti, lui che aveva detto di voler vincere per la Honda, lui che per i suoi azzardi quest’anno si è sdraiato cinque volte (sei con la Malesia) perdendo il titolo con largo anticipo. Ebbene: che Marquez abbia corso per favorire Lorenzo (diciamo sfavorire Valentino, che suona peggio ma è forse più vicino al vero) è lampante, al di là dei veleni e della dietrologia che, va detto, ogni tanto al popolo italiano sfugge di mano.
Che fosse d’accordo con Lorenzo, chi scrive pensa di no; e se anche fosse stato, a Jorge non sarebbe imputabile nulla se non il fatto di aver corso le sue gare sapendo di avere un alleato in più. Niente di illegale insomma; e niente di illegale nemmeno da parte di Marquez, perchè si può sbraitare e arrabbiarsi quanto si vuole ma rimanere alle spalle di un pilota senza provare a passarlo rientra nei canoni del consentito. Così come rientra nel consentito favorire un connazionale, almeno finchè non diventi uno speronamento bello e buono in entrata di curva.
Marquez ha giocato sporco? Sì. E’ punibile per questo? No, e qui si chiude la questione. La nota finale per il numero 93 della Honda: l’anno prossimo si guardi le spalle, perchè i suoi colleghi si sono pronunciati e la popolarità del catalano nel paddock è ai minimi storici. Per quanto riguarda Valentino Rossi e il Mondiale svanito all’ultimo, la considerazione numerica non può sfuggire: d’accordo la bile, d’accordo i giochetti di Marquez, ma quando perdi un titolo per cinque punti non si può non andare a vedere dove sono stati lasciati per strada.
Malesia a parte – Marquez o non Marquez, Rossi non si sarebbe probabilmente migliorato – sono due i momenti che balzano all’occhio: la gara incriminata di Phillip Island, nella quale al di là dei giochetti spagnoli Rossi si è fatto passare da Iannone all’ultimo giro perdendo 3 punti. Soprattutto, Misano: certo è facile dirlo con il senno di poi, ma se Valentino avesse cambiato la moto qualche giro prima oggi staremmo parlando del suo decimo titolo Mondiale invece di sperare che quello buono sia l’anno che verrà.
(Claudio Franceschini)