L’ordine è categorico: dimenticare il Parma. Nella mente del Napoli, da adesso (anzi, da sabato…), c’è solo il Bayern Monaco. Un avversario fortissimo, sicuramente tra le prime 4 squadre d’Europa. Gli azzurri non partono battuti, forti anche dei loro 4 punti conquistati nelle prime 2 giornate del ‘girone della morte’. Finora la campagna d’Europa ha sorriso agli uomini di Mazzarri, che adesso, però, dovranno vedersela con lo scoglio più duro. Uno che sa come si batte il Bayern è sicuramente Andrea Carnevale, 105 presenze e 31 gol con la maglia del club partenopeo. C’era anche lui in quel Napoli che vinse la Coppa Uefa ’89, contro lo Stoccarda, dopo aver superato in semifinale proprio i bavaresi, allenati anche allora – per uno strano scherzo del destino – dall’attuale tecnico Jupp Heynckes. Corsi e ricorsi storici, insomma. Con il disponibilissimo Carnevale, intervenuto in esclusiva ai microfoni de IlSussidiario.net, abbiamo affrontato un po’ tutti i temi legati all’universo-Napoli. Tra passato (impossibile prescindere dall’era-Maradona), presente e futuro. Allora, Carnevale. Innanzitutto che idea si è fatto del ko con il Parma? Non ho visto il solito Napoli, che in genere gioca con grande determinazione. Nel complesso, però, direi che non ha fatto così male, c’erano anche degli episodi a suo favore. Forse il pareggio era più giusto, fermo restando che il Parma ha fatto una buonissima prestazione. In ogni caso, non mi preoccuperei. E’ stato solo un infortunio, e poi è un campionato così ‘corto’, direi anche scadente (ride, ndr). Il Napoli, assieme al Milan, rimane la migliore squadra. Domani sera al San Paolo si prevede il tutto esaurito per il Bayern. Secondo lei fa bene De Laurentiis a considerare prioritaria la Champions? Dice che solo così questo Napoli può acquisire una dimensione internazionale. Guardi, anche noi pensavamo molto alla Coppa Campioni, e poi uscimmo subito col Real… Non vorrei smentire il presidente, né contrariarlo, ma secondo me è più giusto fare il primo passo in Italia. E’ meglio cercare di vincere prima lo scudetto, per poi affermarsi in Europa. Comunque, De Laurentiis fa bene a caricare la squadra. L’ho vista contro City e Villarreal e mi è piaciuta molto, soprattutto sotto il profilo della personalità. Questo Bayern sembra non avere punti deboli. Non incassa reti da 11 gare ed ha un attacco formidabile. Per fortuna degli azzurri, non ci sarà Robben…
Per fortuna sul serio… Effettivamente il Bayern è una formazione straordinaria, anche se secondo me qualche difettuccio ce l’ha in difesa, dove i due centrali non mi sembrano dei fulmini di guerra. Il Napoli, giocando in velocità con Cavani, Hamsik e Lavezzi, può fare molto male. Io vedo due squadre che praticano un calcio abbastanza simile. Anche i tedeschi stanno lì dietro e poi ripartono con 5-6 giocatori. E poi, non dimentichiamo che quest’anno la finale di Champions si giocherà a Monaco. Non a caso, la società bavarese ha allestito una squadra fortissima, proprio con l’obiettivo di arrivare fino in fondo, davanti al proprio pubblico.
Se la sente di fare un pronostico secco per domani sera?
Il Napoli vince, ne sono certo. E a quel punto, con 7 punti in tasca, sarebbe qualificazione quasi certa.
Che ricordi ha di quella doppia semifinale con il Bayern, nell’89?
Ricordo l’atmosfera, il tifo, la gente che ci trascinava. Ricordi incancellabili. E poi c’era un ‘certo’ Maradona, che era il nostro leader, ci trascinava con la sua forza.
Già, Maradona. Nostalgia canaglia, per i tifosi… Quei tempi stanno ritornando?
Le premesse ci sono tutte, vedo una società, oggi come allora, assai credibile, ed una squadra molto forte. Però il nostro vantaggio, inutile dirlo, era Diego. Oggi nel Napoli non c’è un Maradona. In compenso, c’è una squadra coesa, compatta, guidata da un grande allenatore. Direi che l’obiettivo di avvicinarsi a quel Napoli è stato quasi raggiunto.
Lei dice giustamente “nel Napoli non c’è un Maradona”: ma lei ne vede in altre squadre, ne ha visti negli ultimi 20 anni?
No, Maradona è unico. Da quando lui ha smesso di giocare, non ne è più nato un altro. L’unico che si avvicina è Messi. Certo, averlo a Napoli sarebbe straordinario…
Difficile, con De Laurentiis che dice: “I Messi cresciamoceli in casa”. Secondo lei, invece, chi sono stati i fenomeni italiani degli ultimi anni?
Il primo è sicuramente Baggio, poi dopo ci metto Totti e Del Piero.
Nel calcio di oggi si rivede in qualcuno?
Mah, forse proprio in Cavani, che è uno che sa fare tutto. E’ un attaccante totale, come piace agli allenatori di oggi, che fa gol ma lavora pure molto per la squadra.
A proposito di Maradona, ci tolga una curiosità: ha ancora contatti con lui?
Purtroppo attualmente no. L’ho visto l’ultima volta 5 anni fa a Cesenatico, a casa di Bagni. Non riesco ad avere né mi fanno avere i suoi recapiti…
Vede possibile un ritorno di ‘Dieguito’ a Napoli? Magari nella dirigenza, nello staff…
Perché no, anche se è molto difficile dirlo. Lui è uno che ha fatto vincere, ma soprattutto divertire, è normale ipotizzare un suo ritorno.
E quello di Carnevale?
No, io a Udine sto benissimo, anche se mai dire mai…
Ci racconta un aneddoto della sua avventura napoletana?
Guardi, son passati vent’anni, chi le ricorda certe cose (ride, ndr)… Di certo, abbiamo gioito tanto ma anche sofferto tanto. La più grande delusione della mia carriera rimarrà sempre quello scudetto perso con 7 punti di vantaggio sul Milan. Sarebbe stato il terzo. E’ una cosa che mi dispiace ancora oggi…
Lei lavora come osservatore per l’Udinese. Tra il Napoli e il club friulano i rapporti sono ottimi: dopo l’affare Inler, potrebbe essere la volta di Benatia in azzurro?
Non saprei dirle. Non posso confermarle eventuali contatti tra le due società, perché non sono cose di cui mi occupo io. Di certo, Benatia merita una grande squadra, adesso non so se sarà il Napoli o chi altro.
Ultimissima domanda: ha scovato qualche campioncino del futuro?
Di talenti interessanti ce ne sono tanti in giro, ma i nomi me li tengo per me…
(Alessandro Basile)