La trasferta di Cagliari ha lasciato un ‘regalo’ assai sgradito a Walter Mazzarri. Gargano, infatti, sarà fuori combattimento per le prossime 3-4 settimane. Il Mota ha riportato una distrazione di primo grado all’adduttore sinistro: questo l’esito degli esami clinici a cui si è sottoposto oggi il giocatore. Il suo rientro in campo potrebbe esserci per il 20 novembre, contro la Lazio. Sicura, dunque, la sua assenza nei match con Udinese, Catania e Juventus. Non ci voleva questa, considerando che Mazzarri sta già facendo a meno – in pratica dall’inizio della stagione – di Marco Donadel e che l’altro neo-acquisto Dzemaili è appena rientrato da un infortunio. Insomma, emergenza massima a centrocampo, reparto dove il solo Inler è perfettamente sano. Peraltro lo svizzero ex Udinese non sta attraversando un periodo di forma particolarmente brillante. Per lui, come per gran parte dei suoi compagni, urge solo una cosa: ricaricare le pile, ed alla svelta. La squadra sta iniziando a pagare dazio al doppio impegno campionato-Champions e si è visto anche ieri al Sant’Elia. Soprattutto i ‘tre tenori’ sono apparsi lontanissimi da una condizione accettabile. Cavani, in questo momento, è l’ombra di sè stesso. Spento, poco reattivo ed assente in zona-goal. Certo, rimangono i suoi ripiegamenti difensivi, la sua intelligenza tattica – come sottolineato da mister Mazzarri – ma alla squadra serve soprattutto altro: le sue reti. Se non a grappoli come l’anno scorso, in misura quantomeno accettabile. Lavezzi, dei tre solisti, è forse il meno colpevole. Col Bayern è stato uno degli ultimi a mollare, al contrario della gara di Cagliari, dove ha sbagliato tutto ciò che c’era da sbagliare, meritandosi la sostituzione. Un cambio accolto con rabbia dal Pocho, che probabilmente ce l’aveva con sè stesso per la partitaccia giocata. Un dato, però, rimane immutabile: la sua drammatica incapacità di inquadrare la porta. E’ un vero peccato che un giocatore delle sue qualità segni così poco, per non dire mai; e questo è anche uno dei più grandi crucci del tecnico. Infine, c’è Hamsik. Ieri lo slovacco, tenuto inizialmente a riposo, è entrato a circa mezzora dalla fine, ma non ha inciso. Pure lui non sembra in gran vena, e continua a ‘scomparire’ nelle gare importanti (come contro i bavaresi).
Insomma, è un Napoli stanco e col motore in panne. Toccherà all’allenatore rivitalizzarlo, individuando le giuste contromisure. Col turnover si fa quel che si può, ma occorre soprattutto allargare la base dei ‘titolarissimi’: non possono più essere 13-14, ne servono almeno 18-20 per affrontare al meglio una stagione così impegnativa.