Il suo cartellino è ancora di proprietà del Napoli. Il futuro, però, non sarà colorato di azzurro. Luca Cigarini, fresco di chiamata in Nazionale, si traveste da ‘indovino’ e spiega che per lui a Napoli non ci sarà più spazio. “Ho fatto altre scelte, a Napoli ci sono stati altri arrivi…”, ha spiegato oggi in conferenza-stampa. Effettivamente la società gli ha fatto capire fin troppo bene che per lui non ci sarebbe stato spazio. Gli acquisti di tre – dicesi tre – centrocampisti centrali (Inler, Dzemaili, Donadel) parlano chiaro. Senza contare che nel modulo di Mazzarri la figura del regista classico non è prevista. Scontata, dunque, l’interruzione del rapporto tra lui e i partenopei. Ma per il futuro? “Se le porte non sono chiuse definitivamente poco, ci manca”, dice il ‘Ciga’, e sembra la pietra tombale su un suo eventuale futuro in azzurro. Tra l’altro, il giocatore ha scoperto solo oggi che la Fiorentina, in estate, aveva presentato un’offerta ufficiale al Napoli. “Non mi hanno detto nulla”, ha detto, con disarmante candore. Magari i viola potrebbero ritornare alla carica il prossimo anno, quando di sicuro Montolivo sarà volato verso altri lidi e si porrà il problema di sostituirlo. E in quel caso Cigarini potrebbe rappresentare la soluzione ideale. Mihajlovic, infatti, gioca con il 4-3-3 puro, modulo che richiede un centrocampista d’ordine in mezzo al campo. Con la partenza di Montolivo (probabilmente verso il Milan), ecco che l’atalantino andrebbe a colmare la lacuna del playmaker, assicurando ai viola tecnica e visione di gioco in dosi più che sufficienti. Mercato a parte, comunque, per Cigarini è un periodo assai felice. Con l’Atalanta (si è trattato di un ritorno, tra l’altro) sta andando tutto a gonfie vele, ko con la Roma escluso. E adesso è arrivato il meritato premio della chiamata di Prandelli: “Tornare a Bergamo è stata la scelta migliore”, spiega. Tutto sommato, meglio giocare in una provinciale. Tanto, spiega, si sa che le big ti guarderanno, prima o poi. Nessun rimpianto, quindi, nè per la Spagna (lo scorso anno era al Siviglia) nè per il Napoli. E i paragoni con Andrea Pirlo, meglio lasciarli da parte. “Anche solo avvicinarmi a lui è troppo, Andrea è un dio nel suo ruolo, un maestro”.



Se Pirlo è il maestro, lui, però, è il Professore, come lo chiamava Prandelli ai tempi di Parma. Bei tempi. Ma è inutile pensare al passato. Meglio il futuro: a Bergamo o magari a Firenze?

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