Il giorno dopo, in casa Napoli, è ancora più bello. Nell’ambiente azzurro c’è la consapevolezza di aver portato a termine un’impresa storica: battere il gigante Manchester City, una squadra costata oltre 200 milioni di euro, non è roba di tutti i giorni. Il presidente De Laurentiis, a fine gara, era felice come uno scolaretto. La sua politica, la sua filosofia, spesso criticate, si stanno rivelando vincenti, e proprio al cospetto di un City che va invece in tutt’altra direzione. Intendiamoci, il club inglese ha acquistato fior di campioni e con questi sta dominando la Premier League. Ma i soldi, si sa, non sempre fanno squadre vincenti, specialmente in Europa. Ne sa qualcosa Abramovich, che aveva costruito a suon di sterline il suo Chelsea pensando di poter alzare la Coppa più bella, che invece è rimasta uno splendido tabù. E’ ancora presto, adesso, per bocciare del tutto il cammino europeo del City – ma la stampa inglese lo ha già fatto, parlando di flop… – ma di certo il gigante ammirato in Premier non si è quasi mai visto in Champions. E ieri sera al San Paolo, pur creando occasioni, non ha mai dato l’impressione di superiorità. Anzi, è stato il Napoli a maramaldeggiare, sfiorando in più occasioni la terza rete. Al coro celebrativo si è unito oggi il direttore generale azzurro Marco Fassone. Questi, ai microfoni di Radio Sportiva, ha sottolineato che giornate così “non si vivevano da 21 anni”. Pure Fassone, così come i tabloid d’Oltremanica, è rimasto rapito dall’incredibile spettacolo offerto dall’impianto di Fuorigrotta. Pieno come un uovo e assordante per cori, urla ed incitazioni assortite. La festa, insomma, è stata grande, grandissima. Come il Napoli che ha ‘matato’ il City col suo ‘Bello di Notte’, Edinson Cavani. Adesso, però, è meglio non farsi pervadere troppo dall’euforia. O meglio, i tifosi sognino pure, ma i dirigenti devono pensare a programmare il futuro. Affinchè imprese come quella di ieri diventino, non diciamo la norma, ma nemmeno l’eccezione. Intanto Davide è riuscito a battere Golia: questa la sintesi di Fassone. A favorire il ‘Davide-Napoli’, a suo giudizio, ci si è messa la mancanza di pressioni, visto che i partenopei, a detta di tutti, partivano sfavoriti nel cosiddetto girone della morte.
E il bello deve ancora venire. Per il futuro, spiega il dg, l’intenzione è quella di trattenere i campioni “e aggiungere ogni anno due-tre elementi di valore”. Per farlo, però, bisognerà ridurre il gap economico rispetto alle big; una missione da portare a termine anche grazie ad un San Paolo da rimettere a nuovo, anche se a De Laurentiis non dispiacerebbe costruire un altro impianto. Ambizioni ed emozioni. Quanta energia in questo Napoli.