Napoli-Juventus è stata una partita avvero equilibrata, anche se – come se si alternassero – le due squadre hanno dato vita a un braccio di ferro in cui le fasi di supremazia erano decisamente ben individuabili. Parte bene la Juve, ma passa il Napoli, che addirittura allunga, poi ala distanza la Juventus fa valere la sua brillantezza atletica e riacciuffa la banda Mazzarri. Ma quante emozioni per oltre novanta minuti. Nel complesso, a parte un diverso stile di gioco, evidenziato dal possesso palla sbilanciato a favore della Juventus (59% contro il 41% del Napoli) e dal numero di palle giocate (587 per la Juventus, 402 per il Napoli), la partita è stata davvero equilibrata. Spesso la Juventus soprattuto nel primo tempo ha gestito il gioco nella propria metà campo per poi accelerare verticalmente, analogamente a quanto faceva il Napoli, che però non è uso far circolare la palla nella propria metà campo (Bonucci e Chiellini sono due dei migliori 4 passatori della partita, tutti peraltro della Juventus). La cartina di tornasole più evidente è quella dei tiri prodotti nel corso della partita. Dieci fuori e sette nello specchio per il Napoli, undici fuori e sette nello specchio per i bianconeri. Insomma equilibrio. Eppure la partita è stata davvero e genuinamente spettacolare, anche nelle imprecisioni e nella poca lucidità di gioco che a tratti si è vista. Il doppio rigore di Hamsik, prima trasformato, poi sbagliato, il gol dello stesso Hamsik con una azione rocambolesca e le due reti di Pandev, come il gol di Matri e quelli di Estigarribia e Pepe sono stati tutti emozionati, frutto di errori e giocate e tutti hanno contribuito a mandare in scena al San Paolo il più grande spettacolo dopo la Champions. Li riassumiamo. Nel primo tempo, Pirlo stende il Pocho Lavezzi in area. Rigore solare e primo boato del San Paolo. Sul dischetto ci va Hamsik e scarica in rete un rasoterra che Buffon intuisce, sfiora, ma non trattiene. Lo stadio esplode e Hamsik corre a festeggiare con una super esultanza, ma l’arbitro dice che si deve ripetere. Ma a questo punto il numero 17 partenopeo non c’è con la testa e spara alle stelle. Al 22′ il Napoli riesce ad arrivare al gol. E anche qui l’azione è rocambolesca. Hamsik, sarà lui a segnare, sul primo lancio dalle retrovie è in fuorigioco (passivo) il pallone arriva in mischia a Maggio che salta di testa in modo scomposto. Colpisce il pallone anche con la mano (perchè spinto da Vidal) e ne nasce un assist per Hamsik liberissimo ora in posizione regolare: Marekiaro si attorciglia in tuffo e con una gran frustata di… “cresta” batte Buffon. Al 40′ arriva il secondo gol, altro rimpallo che ha in mezzo lo zampino di Maggio e la palla che arriva a Pandev, il macedone colpisce con un bel diagonale. A inizio secondo tempo la Juve accorcia le distanze con un gol tutta precisione e potenza di Matri che spedisce all’angolino un assist dalle retrovie. Al 23′ arriva il gol del 3-1 di Pandev: cross dalla destra buco di Bonucci e il macedone (da spalle alla porta) controlla, si gira in palleggio e trafigge ancora un incolpevole Buffon. Il gol del 3-2 è di Estigarribia, abile e caparbio a sfruttare un rimpallo su De Sanctis in uscita (e il buco di Maggio che non copre bene). Passano meno di dieci minuti e avviene l’incredibile: il gol del 3-3 firmato da Pepe. Una percussione di quaranta metri palla al piede, il tentativo di uno-due con un compagno che incoccia sulla gamba di un difensore del Napoli che si trasforma in provvidenziale sponda. Piattone e gol che gela il San Paolo. 



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