Il pirotecnico 4-3 del Napoli ai danni della Lazio ha sollevato soprattutto il consueto (per i costumi italici) polverone arbitrale. Nel mirino l’arbitraggio del signor Banti, che ha concesso un rigore che i più hanno definito generoso ed espulso il laziale Biava, per una sanzione parsa francamente eccessiva. Dulcis in fundo, l’assistente Maggiani non ha rilevato il gol di Brocchi, peraltro piuttosto difficile da vedere. Ma Napoli-Lazio non è stata solo polemiche ed errori arbitrali; è stata anche una gara pazza ed emozionante, di quelle che ti fanno amare o odiare questo sport, a seconda anche della tifoseria di appartenenza. Un tourbillon di situazioni che alla fine ha premiato gli azzurri di Mazzarri, sempre più proiettati nel paradiso dell’alta classifica. Con Antonio Corbo, prestigiosa firma del quotidiano La Repubblica e popolare opinionista televisivo, abbiamo discusso delle chances-scudetto degli azzurri e del testa a testa con le due milanesi.
Partiamo dalla fine, da questo Napoli-Lazio. Lotito ha tuonato, ha detto che non c’è meritocrazia né uniformità di giudizio nel nostro calcio. Secondo lei ha ragione a lamentarsi?
La Lazio ha sicuramente ragione. Lotito dice il giusto. Però, come quasi tutti i presidenti, protesta solo dopo i torti. Quando invece le cose vanno bene, si tende a trascurare il problema degli arbitri. Che sbagliano in alcune situazioni, ma sempre per colpa e mai con dolo. Le decisioni dubbie nella gara di domenica son state sicuramente tante. Anche il rigore, rivisto in tv, non mi pare più così netto come l’ho visto io dalla tribuna.
Al di là delle decisioni arbitrali, che giudizio dà del match del San Paolo? Un match in cui le due squadre si giocavano tantissimo…
E’ stata un po’ una vittoria personale di Reja contro Mazzarri. La Lazio ha dominato il Napoli per almeno un’ora. Ha perso semplicemente perchè ha subìto l’espulsione di Biava e perchè non ha avuto sufficienti risorse atletiche fino alla fine, al contrario del Napoli. Tra i colleghi, sono stato, credo, uno dei pochi a criticare gli azzurri… La squadra era messa male in campo. Anche Mario Sconcerti, devo dire, che sa molto di calcio, ha parlato di una vittoria importantissima quanto non meritata del Napoli. Ed è stata importante proprio per questo. Le grandi vincono anche così…
Il Napoli contro la Lazio ha mostrato diverse lacune di gioco. Non pensa che magari il dato dei 25 gol di Cavani tenda ad alterare le valutazioni, a far ritenere magari la squadra azzurra più forte di quello che è?
Non credo. Cavani è stato bravissimo fin’ora, è un attaccante che ha una straordinaria percentuale realizzativa nel rapporto tiri in porta/reti. Anche con la Lazio ha toccato pochi palloni, eppure… Poi credo che i meriti della sua straordinaria stagione vadano divisi con Lavezzi, che è un giocatore più bravo di quello che lui sa di essere. E’ vero, non fa molti gol ma nemmeno li cerca con ostinazione. Lui è fortissimo sulla trequarti. Ha una capacità unica di creare la superiorità numerica; riesce a sbilanciare gli avversari con tocchi di palla fulminei e dribbling in velocità. E’ davvero un uomo decisivo.
Tornando alla questione arbitrale, ogni volta che ci sono decisioni dubbie, specie per gol-fantasma, si invoca la tecnologia in campo. Lei come si pone sull’argomento?
Per me non bisogna esagerare con i verdetti della tecnologia. Nemmeno lì tra l’altro ci sarebbe la certezza assoluta e le partite finirebbero in risse come quelle dei talk-show. L’unico rimedio che introdurrei è quello dei sensori sulle porte per evitare i gol-fantasma. Poi basta, altrimenti si corre il rischio di delegittimare gli arbitri.
Leggendo i suoi editoriali, lei ha sempre espresso giudizi molto lusinghieri sull’operato di De Laurentiis alla guida del Napoli. Secondo lei è lui il vero artefice del miracolo azzurro, se così vogliamo definirlo?
Quella di De Laurentiis la ritengo un’amministrazione molto oculata. Può sembrare restìa verso le grandi spese, i grandi investimenti, ma non è assolutamente così. Lui è un presidente nuovo nel calcio, è un imprenditore puro che ha portato tutta la sua cultura d’impresa nel mondo del pallone. Si differenzia dal “vecchiume” delle milanesi: l’Inter ha investito tanto a gennaio perchè aveva sbagliato le scelte di mercato in estate; il Milan è retto da Berlusconi che ha soprattutto esigenze di ritorno pubblicitario, spendibili poi in politica.
Qualche tempo fa lei predisse una lotta-scudetto tra Inter e Napoli, considerando il Milan troppo Ibra-dipendente per fare strada. Il derby, giocato dai rossoneri senza lo svedese, ha detto però tutt’altro.
E’ una valutazione da correggere. Allegri, che è un tecnico intelligente, è stato bravo a recuperare Pato. Il Milan non gioca più sfruttando esclusivamente la potenza di Ibrahimovic. Anche quando c’è lui, comunque, lo usa come apriscatole per le difese avversarie. Tutti convergono su di lui e ciò crea molti spazi per i compagni che si inseriscono.
A suo giudizio Mazzarri continuerà a sedere sulla panchina del Napoli? Adesso poi che le voci sulla Juve sembrano sopite…
Mazzarri lo reputo il miglior tecnico del campionato nei giorni feriali. Prepara benissimo le partite in allenamento, dove fa tante simulazioni di situazioni di gioco. La domenica invece non sempre mi convince. Si agita troppo e quindi non riesce ad essere freddo, laddove invece servirebbe la giusta capacità di osservazione per apportare eventuali correzioni. In partita a volte gli manca un po’ il lampo di genio. Quanto alla Juventus, credo si sia trattata di una voce infondata, anche alla luce dei suoi rapporti non idilliaci con Marotta. E’ stata però una voce utile ad aprire una discussione, perchè il calcio, si sa, è fatto anche di chiacchiere.
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Tutti i tifosi si chiedono: chi prenderà il Napoli sul mercato? A maggior ragione, vista la sempre più probabile Champions. Lei chi acquisterebbe per esempio?
Per me bisogna rifare il centrocampo, tutto quanto. Borja Valero sarebbe il primo giocatore da prendere. Mi sembra una versione più evoluta di Gargano. Per il resto, non servono centrocampisti tecnici, alla Pirlo per intenderci; servono giocatori abili nelle due fasi, vale a dire interdizione e immediata inversione di gioco. Credo che il Napoli, nonostante la bella stagione fin qui disputata, non abbia fatto un gran mercato in estate. Tranne Cavani, fortemente voluto da De Laurentiis e ultimamente Yebda, che però non mi pare questo gran fenomeno, gli altri nuovi non giocano. Se si fa male Lavezzi, gioca Zuniga; c’è qualcosa che non quadra.
Per chiudere, calendario alla mano, chi è la favorita per il titolo?
L’Inter è quella che ha il percorso più facile; ma c’è l’incognita-Champions. Il Napoli ha dalla sua freschezza atletica ed entusiasmo mentre il Milan può contare su un Pato ritrovato e su due pilastri come Van Bommel e Boateng. Difficile fare previsioni, credo si deciderà tutto in extremis.
(Alessandro Basile)