Rolando Bianchi è stato accostato spesso alla squadra di Walter Mazzarri. E in questi giorni la sua candidatura ha riacquistato forza e spessore, in virtù della necessità del club partenopeo di arricchire e rinforzare la rosa in vista della prossima stagione, quale il Napoli sarà impegnato in Italia e nell’Europa che conta. Bianchi, reduce da una stagione non positiva con il Torino di Lerda, sarebbe stato identificato da Mazzarri stesso come il perfetto vice Cavani: ma due fattori rendono estremamente difficile il suo passaggio alle pendici del Vesuvio. Innanzitutto la valutazione che la società granata fa del cartellino pare esagerata – 10 milioni di euro – o perlomeno è assolutamente fuori budget per le esigenze economiche imposte da De Laurentiis, il secondo motivo risiederebbe proprio in una nota “antipatia” del patron azzurro per il giocatore, reo di aver rifiutato il passaggio al Napoli quattro anni fa. Bianchi allora dichiarò di preferire la Juventus, con cui aveva già un accordo, al Napoli: l’affare coi bianconeri poi sfumò, ma De Laurentiis se la legò al dito. Oggi di questo ha parlato Riccardo Bianchi, fratello e procuratore del calciatore, nel corso della trasmissione “Si gonfia la rete” su Radio Crc: “La pista Napoli non si è riscaldata. Napoli è una grande piazza e qualora il club partenopeo si interessasse a lui, sarebbe una piazza gradita. Rolando decise di andare in Inghilterra perché ricevemmo l’offerta da parte di una grande squadra, ma mi piace sottolineare che non ci fu mai un rifiuto da parte del mio assistito. Vi era un problema inerente ai diritti d’immagine, ma con la volontà da parte di entrambe le parti, si poteva trovare un accordo. Attualmente non c’è in programma alcun incontro con Bigon, e finora non ci sono stati nè incontri né appuntamenti col ds azzurro”.
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Le parole dell’agente provano a fare un pò di chiarezza in una situazione poco limpida che si trascina da anni. Bianchi dunque, di fatto, si ricandida ad un posto nel Napoli, anche se non sarà un’impresa facile superare le resistenze della dirigenza e, soprattutto, battere la concorrenza di attaccanti del calibro di Trezeguet e Amauri.