La sfida tra Napoli e Cesena, valida per gli ottavi della Coppa Italia, termina 2-1 per i padroni di casa. Partenopei che, oltre agli stenti di un Edu Vargas ancora estraneo al contesto, incontrano anche insospettabili fatiche per superare un Cesena più coriaceo del previsto. Il vantaggio a sorpresa dei romagnoli, firmato dal giovane rumeno Popescu a metà del primo tempo, viene vanificato dall’uno-due della ripresa firmato Cavani e Pandev. Il successo, oltremodo sofferto ma tutto sommato meritato, offre alla squadra di Mazzarri il ticket per i quarti, dove affronteranno la vincente di Inter-Genoa. Termina invece l’avventura del Cesena, con qualche rimpianto di contorno per come si era messa la partita, ma anche con la consapevolezza di aver spremuto il massimo da una gara pressoché proibitiva.



Non bastano i favori del pronostico e dello stesso Cesena, infarcito di acerbe speranze primaverili, a spingere il Napoli verso il successo annunciato. I partenopei giocano quasi esclusivamente per linee orizzontali senza mai riuscire a penetrare il fortino avversario, difeso con le unghie e i denti di chi non ha niente da perdere. Non basta all’undici di Mazzarri il netto predominio territoriale, a fronte di un Cesena che se ne sta bell’accourt, come direbbero da queste parti; i ragazzi di Arrigoni mantengono l’ordine tra i reparti e vengono premiati: al 20’ una rapace folata di scirocco spalanca la difesa azzurra all’incursione del giovane Popescu, lesto ed incredulo nel battere a rete con un destro rasoterra dal limite. Prima e dopo, gli assalti del Napoli, progressivamente più intensi, trovano sfogo solo in traversoni illusori e in sporadici tentativi da fuori senza troppa fortuna (Hamsik in avvio, Inler alla mezz’ora, Zuniga 3 minuti prima). Focus sul debutto di Vargas: in attesa delle inevitabili procedure si inserimento, il furetto cileno s’è nascosto in una diligenza tattica che lo ha sottratto alle emozioni del tabellino. Insomma, debutto flop, ma con tutte le attenuanti del caso. Il Cesena dal canto suo, sporca il notes delle emozioni con Bogdani, artefice di due conclusioni in avvio (10’, loffio e 13’, meglio).



Con l’innesto di Pandev per il rimandato Vargas, il Napoli riparte a spron battuto. Il macedone, più inserito nel corpo di squadra, apre nuovi squarci nella tela difensiva bianconera amplificando le soluzioni offensive. Sarà proprio lui a firmare il primo, vero tentativo azzurro: la girata volante di mancina esecuzione accarezza l’esterno rete alla sinistra di Ravaglia (7’). Dopo un grossolano errore di Cavani, comunque invalidato da fuorigioco di Dossena (12’), Mazzarri mescola le carte riplasmando il 3-4-3 con Maggio a destra, Zuniga dirottato a sinistra e Dzemaili-Hamsik al centro, col sacrificio di un Inler poco incisivo. Così ridisegnato il Napoli trova la verticalità necessaria se non altro a procurarsi delle punizioni dal limite. Le esecuzioni di Pandev saranno decisive: la prima, timidamente respinta da Ravaglia, diviene preda indifesa per la voracità di Cavani (20’); la seconda, tagliata da destra, beffa Ravaglia ma non il guardalinee, attento nella valutazione: la palla sembra superare interamente il primo palo, prima che il portiere la rigetti in campo (41’). In mezzo, un sacchetto pieno di corner azzurri e con un gadget per parte: incursione di Rennella respinta da Rosati (34’) e raggio laser del rientrante Donadel, che ancora rimbalza sulla pista d’atletica (36’). Dopo il vantaggio, il Napoli inganna il recupero cullando il pallone ed ottimizzando l’acido lattico dei giocatori del Cesena. L’unico tentativo di Bogdani (43’) fa aria all’incrocio, il triplice fischio di Doveri libera l’ansia del San Paolo per una qualificazione più sofferta del previsto. In una raccomandata espresso per la Romagna, mandiamo saluti e ringraziamenti al Cesena per averci regalato una partita.    



Il tabellino

Reti: 20’pt Popescu (C), 21’st Cavani (N), 41’st Pandev (N).

Napoli (3-4-2-1): Rosati; Fernandez, Cannavaro, Britos (30’st Donadel); Zuniga, Dzemaili, Inler (13’st Maggio), Dossena; Vargas (1’st Pandev), Hamsik; Cavani (Colombo, Grava, Fideleff, Chavez). All.Mazzarri.

Cesena (4-3-3): Ravaglia; Vesi, Benalouane, M.Rossi, Lauro; T.Arrigoni (30’st Martinez), Colucci (15’st Candreva), Popescu (29’pt Parolo); Ghezzal, Bogdani, Rennella (Calderoni, L.Arrigoni, Cica, Lolli). All.Arrigoni.

Arbitro: Doveri di Roma.

Ammoniti: Cavani (N) e Ghezzal (C) per proteste.

Espulsi: nessuno.

 

Le pagelle

Napoli

Sufficienza inquinata dal gol subito: era parabile.

Dei tre dietro ha meno da fare, così alimenta l’azione in appoggio.

Bogdani lo tiene in apprensione.

Ruggine spalata nel buco che costa il gol dal 30’st DONADEL 6 Buona presenza nell’ultimo quarto d’ora.

Lavoro in quantità industriale, anche se ad efficacia alterna.

Supplisce al riposo di Inler facendosi carico delle incombenze d’ordine.

Forse sottovaluta l’impegno: manca la sua verticalità dal 13’st MAGGIO 6 Apre ulteriormente la manovra senza strafare.

Meno incisivo di Zuniga ma sempre presente.

Turboman? Oggi Turbonerd. Assente giustificato dal 1’st PANDEV 7 (il migliore) Cambia e decide la partita.

Più incisivo da interno, quando può spaziare per il campo.

Vede rosso per un’ora, poi l’incornata liberatoria.

All.MAZZARRI 6,5 Capisce ed azzecca i cambi.

Cesena

Circuito dall’indovino dei Balcani.

VESI 6 Cucciolo dagli artigli affilati, ringhia senza paura.

Incarta Cavani forzandolo a girar largo.

Più sporco del compagno ma quasi egualmente efficace.

Di lotta, più che di governo. Bene finchè regge la baracca.

Bene assai. Diamine, è un ’94! Dal 30’st MARTINEZ 6 Toh, il Malaka. (Non) Ci era mancato.

Pezze d’esperienza per tener cucita la baby mediana.

Mezz’ora storica: infastidisce Inler e architetta il furto dal 29’st PAROLO 6,5 Gestisce bene le energie dei suoi fino alla riserva.

Utilissimo sbattimento operaio.

Il vecchio Erjon sa ancora come guadagnarsi il pane.

Pause punteggiate di buone cose.

All.ARRIGONI 6,5 Il mix old&new age dà frutti inaspettati. Accarezza i quarti per un’ora, poi il risveglio.

 

Arbitro DOVERI di Roma 6,5 Gestisce in sicurezza ed interpreta (sembra) correttamente il gol decisivo.

 

(Carlo Necchi)