Napol-Pescara finisce col punteggio di 5-1 per la squadra partenopea. In gol Edinson Cavani e Gokhan Inler, entrambi con una doppietta, e Marek Hamsik. Per il Pescara il gol della bandiera è stato dell’islandese Birkir Bjarnason. I tre punti conquistati tengono il Napoli a contatto con la Juventus: i partenopie salgono a quota 35, a meno due dalla capolista. Il Pescara invece resta all’ultimo posto con 11 lunghezze. Bergodi è ancora in attesa dei primi punti, e intanto deve registrare un’altra imbarcata difensiva.
Partita bellissima nel primo tempo, con ben tre gol e occasioni da entrambe le parti. Ci pensa l’arbitro nella ripresa a troncare lo spettacolo e indirizzarla dalla parte del Napoli.
Nel primo tempo passa subito in vantaggio di due gol, poi gli ospiti accorciano le distanze e la squadra di Mazzarri perde serenità e lucidità. Nella ripresa, dopo il rigore ed espulsione di Bocchetti, la partita è in discesa e il Napoli non smette di attaccare fino al 90′.
Nonostante i cinque gol subiti la squadra di Bergodi prende la sufficienza per la determinazione messa in campo nella seconda metà di primo tempo. La ripresa non è valutabile vista l’inferiorità numerica e le decisioni arbitrali. Occorre ripartire da quella mezz’ora della prima frazione.
Primo tempo decente, un disastro nella ripresa: fischia un rigore giusto a Cavani ma espelle ingiustamente Bocchetti, il migliore del Pescara fino a quel momento, decretando di fatto la fine della partita. Ma non finisce qui: non concede un rigore sacrosanto agli abruzzesi per fallo di Cannavaro su anticipo di Bjarnason, e sulla ripartenza di quella stessa azione ferma Insigne a tu per tu col portiere perché non concede il vantaggio per fallo su Hamsik a centrocampo. A coronamento del tutto, un paio di posizioni di fuorigioco dei giocatori del Napoli non segnalate dal collaboratore.
Solita combinazione calore-folklore del pubblico partenopeo, soliti cori contro la Juventus e solito “Sordato Innamurato”. Insomma, il solito, ma sempre bello.
De Sanctis 6: chiamato in cause rare volte, incolpevole sul colpo di testa di Bjarnason.
Gamberini 4: il peggiore dei suoi, sempre anticipato dagli avversari, mai preciso negli appoggi per far ripartire l’azione.
Dzemaili dal 25′ s.t. s.v.
Cannavaro 5: diversi errori di impostazione dovuti a cali preoccupanti di concentrazione.
El Kaddouri dal 36′ s.t. 6.5: gioca poco più di dieci minuti, ma fa comunque vedere di che pasta è fatto: dribbla e salta l’uomo con grande facilità, atterrato un paio di volte al limite dell’area dopo aver fatto secco il difensore avversario.
Britos 6: non si fa troppo caso alla sua presenza, che per un difensore è spesso più un bene che un male.
Mesto 6.5: grande condizione atletica, fa su e giù sulla fascia per tutta la partita e serve ai compagni cross in continuazione.
Inler 8.5: migliore in campo, non solo detta i tempi del centrocampo partenopeo, diventato uno dei più forti reparti in Italia, ma quest’oggi ha il piede particolarmente caldo, e per due volte infila da fuori area un incolpevole Perin con un collo estremo destro micidiale.
Behrami 7.5: completa il compagno di reparto e di nazionale, sembrano fatti apposta per giocare l’uno a fianco dell’altro. Anche lui quest’oggi pericoloso su conclusioni da fuori.
Zuniga 7.5: solita prestazione impeccabile da parte di uno degli esterni più forti del nostro campionato, non solo a fiato, ma anche in quanto a piedi.
Hamsik 7: segna di rapina e verticalizza repentinamente per i compagni ogni qualvolta ne ha l’occasione (forse anche un po’ troppo spesso nella prima frazione, suscitando le ire di Mazzarri).
Insigne 6.5: lascia sul posto l’uomo ogni qualvolta lo punta, furetto imbraccabile per i segugi rivali. Manca il gol, un po’ per sfortuna un po’ per egoismo dei compagni.
Vargas dal 30′ s.t. s.v.
Cavani 7: segna due gol, è il primo difensore e il primo attaccante del Napoli, ma fin qui nulla di nuovo. La cosa che ogni volta impressiona è la determinazione di questo ragazzo, letteralmente assestato di gol in qualsiasi momento della partita contro qualsiasi avversario. Un fuoriclasse.
Mazzarri 6.5: fa bene ad arrabbiarsi quando, subito il gol del Pescara, i suoi cominciano a verticalizzare in modo frenetico, dimenticando forse di essere in vantaggio di un gol e di impostare le manovre offensiva con ordine. Striglia ben bene i suoi ragazzi nell’intervallo, e la ripresa ne mostra i frutti.
Perin 6: nonostante i cinque gol subiti, ne salva almeno almeno altrettanti, se non di più.
Romagnoli 5: per tutta la partita in balia di Cavani e compagni.
Terlizzi 6: ottime chiusure e salvataggi nel primo tempo, crolla insieme alla squadra quando l’arbitro concede il rigore al Napoli ed espelle Bocchetti.
Bocchetti 7: il migliore dei suoi fino all’espulsione, ingiusta, nonostante il fallo su Cavani fosse sacrosanto, quindi anche il rigore.
Zanon 6: spinge bene nel primo tempo, autore anche del cross trasformato in gol da Bjarnason. Si spegne nei secondi 45′.
Bjarnason 7: non soltanto segna uno splendido gol con colpo di testa in torsione che si insacca nel sette, ma sfiora persino il pareggio con un tocco in anticipo su Gamberini su cross di Cascione che per poco non sorprende De Sanctis. Una scoperta, da tenere d’occhio.
Togni 5: prestazione inconsistente, mai incisivo in mezzo al campo.
Nielsen dal 30′ s.t. s.v.
Cascione 6: detta i tempi delle giocate, in palla nella seconda metà del primo tempo, esce dal gioco durante la ripresa.
Modesto 5.5: prestazione modesta, scusate il gioco di parole: a tratti efficace sulla sinistra, ma troppo poco per la sufficienza.
Weiss 6: si muove molto e non si fa rubar palla facilmente, però da lui ci si aspettrebbe qualche cosa in più, visti i mezzi tecnici.
Capuano dal 20′ s.t. s.v.
Vukusic 6: vicino al gol in un paio di conclusioni alte non di molto sulla traversa, viene molto incontro a ricever palla sui piedi e si propone in appoggio agli inserimenti dei compagni.
Abbruscato dal 22′ s.t. 5: impatto zero sulla partita, anche se fargliene una colpa risulta eccessivo, visto il momento in cui è entrato in campo, sotto di due gol e con un uomo in meno.
Bergodi 5: nella seconda metà del primo tempo la sua squadra gioca bene e rischia di pareggiare contro la seconda forza del campionato. Per i restanti tre quarti di gara subisce senza troppa resistenza le iniziative avversarie. Non certo la svolta che il presidente cercava quando gli ha affidato la panchina, tuttavia qualcosa di buono si è visto, e da lì bisogna ripartire.
(Pietro Macchiarella)
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