A poche ore dalla sfida con il Chievo, scoppia un caso Lavezzi a Napoli. Il Pocho, come riferiscono i bene informati, avrebbe voglia di provare una nuova esperienza professionale. In azzurro, nel complesso, non sta di certo male: i tifosi lo venerano e lo considerano l’idolo numero 1, anche più di Cavani. A farlo soffrire, però, ci sono due aspetti: il fatto che la squadra abbia ‘toppato’ il decollo tra i grandi club, almeno finora, unito ad una vita privata ‘da recluso’, conseguenza dell’affetto asfissiante tributatogli dalla tifoseria partenopea. Più volte l’argentino si è lamentato di non poter fare nemmeno una passeggiata in città senza essere assediato dai suoi tanti fans. Il prezzo del successo è questo, del resto, e non capita solo a lui. Il motivo principale della sua insoddisfazione, comunque, è di natura strettamente tecnica. Il progetto Napoli non ha preso il volo, come in molti – lui per primo – auspicavano. Da qui il suo guardarsi intorno, con il radar puntato, in particolare, su due soluzioni, Milano e Parigi, con la capitale francese come prima opzione. Lo riferisce oggi il quotidiano ‘La Repubblica‘, raccontando che Lavezzi “cerca serenità e nuovi entusiasmi” altrove. In Italia sono sulle tracce del fantasista azzurro Inter e Juventus: i nerazzurri per avviare l’attesa rifondazione, i bianconeri per mettere la ciliegina su una torta ottimamente preparata da mister Conte. Ma l’opzione preferita dal Pocho sarebbe un’altra, e porterebbe dritti dritti verso il nuovo Paris Saint-Germain della premiata ditta Ancelotti-Leonardo; quest’ultimo aveva già pensato a lui quando siedeva sulla panchina dell’Inter. Dal punto di vista strettamente economico, due elementi non aiutano i tifosi partenopei a dormire sonni tranquilli: la presenza dell’ormai arcinota clausola rescissoria (peraltro molto alta) e l’ingaggio relativamente basso – inferiore ai 2 milioni di euro – percepito dall’attaccante. Chi lo vuole, basterà (si fa per dire…) che paghi i 31 milioni della clausola per portarselo a casa, per la propria gioia e la disperazione del popolo azzurro. D’altronde, Lavezzi a parte, l’intero percorso del Napoli è arrivato ad un bivio: provare ad inserirsi definitivamente – e in maniera più convinta – tra le big, oppure vivacchiare di sporadiche imprese, limitate a pochi, selezionatissimi appuntamenti.
A fine stagione, a prescindere dai risultati, tante cose potrebbero cambiare: dal ventilato addio di Walter Mazzarri a quello dei dirigenti Bigon e Fassone, sono tutti sotto esame. Dall’esito della probabile rivoluzione, dipenderà anche il futuro di Lavezzi, il funambolo che ha stregato il San Paolo, che mai vorrebbe separarsene.