Matteo Gianello ha confessato il tentativo di combine per Sampdoria-Napoli 1-0 del 16 maggio 2010, partita che fu decisiva per la conquista del quarto posto in classifica per i blucerchiati (e dunque dei preliminari di Champions League). Questo è stato l’esito fondamentale del lungo interrogatorio al quale è stato sottoposto l’allora portiere di riserva della formazione napoletana, indagato dalla Procura del capoluogo campano insieme ai fratelli Michele e Federico Cossato e a Silvio Giusti (tutti ex calciatori). Gianello non ha subito ammesso questo reato davanti al pool di investigatori coordinato dall’aggiunto Giovanni Melillo, e inizialmente ha tentato di limitarsi ad ammettere di aver regalato dei biglietti per la partita a una persona che poi li ha rivenduti. Ma l’obiettivo degli inquirenti napoletani era ben diverso, e Gianello ha dovuto cedere davanti alla realtà delle intercettazioni, che costringono Gianello a smentire le affermazioni in cui si dichiarava estraneo. Si toccano anche altre partite, compresa Lecce-Napoli 2-1 della scorsa stagione (8 maggio 2011), sconfitta che fece infuriare De Laurentiis, ma la partita chiave è appunto Sampdoria-Napoli del 16 maggio 2010: si parte dall’ammissione che Giusti chiese informazioni sulla gara per arrivare a riconoscere che Gianello aveva tentato di corrompere alcuni compagni per facilitare la vittoria della Sampdoria, risultato su cui puntavano gli scommettitori. Il portiere cita Paolo Cannavaro e Grava, e specifica che entrambi rifiutarono sdegnati. Cannavaro e Grava non denunciarono però questo episodio: ora rischiano di essere accusati di omessa denuncia, e il Napoli la responsabilità oggettiva. La Procura federale chiederà gli atti e procederà nei confronti dei due giocatori secondo quanto indica il Codice di Giustizia Sportiva: per Cannavaro e Grava le conseguenze potrebbero essere significative, mentre il Napoli non dovrebbe rischiare molto. Bisogna però registrare anche la presa di posizione dell’avvocato di Gianello, Vincenzo Siniscalchi: “La notizia emersa stamani sulla Gazzetta dello Sport è molto vecchia e riguarda l’interrogatorio di Gianello che a suo tempo era secretato e che non ha avuto fino a questo momento nessuna conseguenza. L’indagine è ancora in corso, non è stata chiusa ma Gianello non è più stato convocato né per riscontri, né per fare confronti. Non credo ci siano motivi di preoccupazione sia a livello penale e sia per ciò che concerne la giustizia sportiva. Per avere degli sviluppi, una circostanza del genere, dovrebbe avere conseguenza almeno sul piano della giustizia sportiva”.



Insomma, secondo Siniscalchi non ci sarà nessuna conseguenza per Gianello, e dunque evidentemente anche per Cannavaro, Grava e il Napoli. Resta però un’altra brutta pagina di questa vicenda del calcioscommesse.

 

(Mauro Mantegazza)

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