Bilancio agrodolce, quello del Napoli nei primi sei mesi della stagione 2012-2013. Già eliminato in Coppa Italia, dove non potrà difendere il titolo vinto a maggio, secondo nel girone di Europa League (dove comunque la strada fino ai quarti appare non difficilissima), quinto in campionato ma vicinissimo almeno al secondo posto, dove si troverebbe senza la penalizzazione per il calcioscommesse, che i partenopei ritengono ingiusta. Insomma, la stagione della formazione allenata da Walter Mazzarri (il più longevo sulla stessa panchina degli allenatori della serie A italiana) è ancora aperta ad ogni possibile soluzioni, dalle più esaltanti – difficile lo scudetto, ma secondo posto ed Europa League sono grandi traguardi – allo spettro di rimanere fuori dall’Europa. Dunque ci sarà ancora tanto da lavorare, dentro e fuori dal campo: facile capire che il ‘fuori’ si riferisca soprattutto alla situazione del mercato. I tifosi sperano che la società del presidente De Laurentiis regali a Mazzarri qualche rinforzo in questo mese di gennaio che si annuncia molto importante. Sarà inevitabile fare qualche cambiamento in una difesa che resterà priva per tanto tempo di Cannavaro e Grava, mentre in attacco si cerca da tempo un vice per Cavani, con il compito non facile di fare la riserva del Matador e dunque di doversi far trovare pronto quando chiamato in causa per fare gol.
Probabilmente meno in evidenza rispetto alla passata stagione, il portiere De Sanctis ha comunque fornito il suo solito rendimento di tutto rispetto, ed è anche merito suo se il Napoli prende pochi gol. Insomma, la formazione di Mazzarri è messa bene tra i pali della propria porta.
Il Napoli ha la seconda miglior difesa del campionato, dietro solo a quella della Juventus. Quindi le cose finora hanno funzionato molto bene, e il voto avrebbe dovuto forse essere anche più alto. Ma preoccupa la situazione attuale: il capitano Cannavaro e Grava (anche se quest’ultimo è ai margini della rosa) squalificati e dunque già a fine stagione salvo sconti dei prossimi gradi della giustizia sportiva, e poi Aronica partito per Palermo e Campagnaro che se ne andrà a giugno. Dunque servono rinforzi – sia per l’immediato futuro sia di prospettiva – per far sì che questo ottimo rendimento possa continuare a lungo. Sarà questa la priorità delle trattative partenopee, ne siamo sicuri.
Il rendimento del centrocampo della formazione partenopea è stata fino a questo momento certamente molto positivo, ma bisogna sottolineare alcuni particolari. I voti più positivi vanno al settore centrale della mediana napoletana, sicuramente di ottimo livello e a trazione elvetica, con Behrami che si è aggiunto agli altri svizzeri Inler e Dzemaili per un reparto che sa coniugare qualità e quantità, con poi Hamsik che fa da ‘tramite’ di lusso con l’attacco. Sulle fasce invece Maggio e Zuniga hanno convinto solo a sprazzi: possono fare di meglio, e c’è chi ipotizza che a gennaio De Laurentiis possa intervenire anche qui.
Lorenzo Insigne si è inserito bene, Hamsik garantisce sempre un buon contributo, ma il reparto avanzato dipende decisamente troppo dal Matador Edinson Cavani: forse è inevitabile quando si ha a disposizione un simile fenomeno, ma di certo l’attacco del Napoli dovrebbe dotarsi di altre frecce al proprio arco. Se così sarà, nessun obiettivo sarà precluso ad una squadra pronta a fare il definitivo salto di qualità.
Il lavoro del tecnico partenopeo è ottimo ormai da molti anni, e di certo Mazzarri è alla base di tutto quanto di buono il Napoli ha saputo fare nelle ultime stagioni. Proprio per questo motivo, però, sarà bene fare chiarezza sul futuro dell’allenatore livornese: chiarezza che farebbe bene a tutto l’ambiente (che a Napoli non è mai molto tranquillo) e che consentirebbe di lavorare nel modo migliore.
Un difensore di alto livello, un attaccante affidabile e magari anche un uomo di fascia: gli obiettivi sono molto chiari, ma sarà importante centrarli se il Napoli vorrà davvero lottare ai massimi livelli. Le possibilità ci sono tutte perché la squadra è già molto forte. Ora si deve completare l’opera.
(Carlo Necchi)