Diego Armando Maradona ha vinto la sua battaglia con il fisco italiano, che pretende da lui circa 40 milioni di euro? Nelle scorse ore sembrava proprio di sì, in base a quanto aveva dichiarato Angelo Pisani, l’avvocato che ha assistito il Pibe de Oro nella sua “battaglia fiscale”. Secondo quelle affermazioni, la Commissione Tributaria Centrale avrebbe confermato la nullità degli accertamenti fiscali eseguiti sul finire degli anni ’80 a carico del Napoli e di suoi tesserati stranieri – cioè Maradona e i brasiliani Careca e Alemao – per compensi pagati a società estere per lo sfruttamento dei diritti di immagine (clicca qui per saperne di più). Sembrava la parola fine a una vicenda che era durata anni, con diversi tentativi dello Stato di recuperare i crediti con il campione argentino compresi il pignoramento di due Rolex e un orecchino, e l’esilio di Maradona dall’Italia pur di evitare altre situazioni simili. Maradona si era già detto pronto a prendersi la sua rivincita, dando mandato di agire in giudizio nei confronti dell’agente della riscossione e dell’Agenzia delle Entrate per chiedere il risarcimento dei danni personali, all’immagine, patrimoniali e da perdita di chance subiti in questi anni. Napoli era in festa, e già sognava di celebrare un possibile terzo scudetto alla presenza della star più amata sotto il Vesuvio, ed era già partito l’invito da parte del sindaco del capoluogo partenopeo Luigi De Magistris.
Ma lo scontro non è affatto finito: l’Agenzia delle Entrate ha smentito che la vicenda si sia conclusa. In un comunicato ufficiale l’ente ha precisato che “la Commissione tributaria centrale non ha annullato, né dichiarato estinto, né modificato il debito che il signor Diego Armando Maradona ha con l’erario italiano. Al contrario, la Commissione ha rigettato la richiesta di intervento adesivo dipendente avanzata dal calciatore Maradona nel giudizio in questione, rispetto al quale lo stesso Maradona era estraneo. Il debito tributario del signor Maradona è stato ormai confermato da innumerevoli sentenze della giustizia tributaria, a partire dalla sentenza della Ctp (Commissione tributaria provinciale) di Napoli n. 786/2001, confermata in appello dalla sentenza della Ctr (Commissione tributaria regionale) Campana 1091/2002 e quindi dalla sentenza della Corte di Cassazione n. 3231/2005, per arrivare alla sentenza della Ctp di Napoli n. 321/17/2012, con la quale è stato respinto il recente ricorso del sig. Maradona diretto a rimettere in discussione il giudicato già formatosi in riferimento al suo debito con lo Stato italiano”.
Insomma, non c’è nessuna novità. Lo Stato continua a reclamare quanto gli spetta, e a questo punto ci si chiede il perché delle affermazioni dell’avvocato Pisani, che certamente non avranno fatto molto piacere all’Agenzia delle Entrate e non aiuteranno a risolvere questa annosa situazione.