Il Napoli è praticamente fuori dall’Europa League. E’ questo il responso che arriva dal San Paolo dove, nell’andata dei sedicesimi di finale, i partenopei sono caduti rovinosamente di fronte ai cechi del Viktoria Plzen. Finisce 3-0 e Walter Mazzarri imboccando le scale che portano agli spogliatoi chiede scusa ai tifosi: è l’immagine perfetta della condizione psicologica di una squadra che ha concesso un tempo agli avversari, ha iniziato alla grande il secondo tempo ma poi si è spenta, concedendo nuovamente campo e subendo altri due gol per svarioni difensivi. La qualificazione è semi-impossibile: bisognerà vincere con tre gol di scarto in Repubblica Ceca, contro una squadra che sa amministrare bene il pallone e riparte con pericolosità. Mazzarri dovrà decidere: ha sempre mostrato di tenere maggiormente al campionato, ora può dare per persa la coppa e mandare in campo le riserve, oppure provare a recuperarla per un’impresa che darebbe prestigio europeo. Lo scopriremo presto, ma intanto bisogna analizzare questo tonfo casalingo.



Nel primo tempo i ritmi della partita li ha decisi il Viktoria Plzen, che spesso e volentieri ha avuto il controllo del pallone e ha saputo amministrare grazie alla sapiente regia di Horvath e all’utilizzo costante delle fasce laterali. Nella ripresa il Napoli è partito a mille nel tentativo di pareggiare, ha messo a ferro e fuoco la difesa avversaria e ha creato quattro o cinque palle gol però non sfruttate; esaurita la spinta, i cechi hanno nuovamente preso le redini della gara, hanno rallentato e appena hanno potuto hanno colpito in contropiede. Nel complesso una partita divertente.



Lo strepitoso avvio di secondo tempo del Napoli non può far dimenticare che la squadra di Mazzarri ha regalato la prima frazione agli avversari e si è svegliata quando era già sotto di un gol e il Viktoria Plzen era galvanizzato. La sfuriata della ripresa è stata sicuramente indizio della presenza di una grande squadra, c’è stata sfortuna nel non segnare ma anche qualche imprecisione di troppo; l’errore capitale però è stato quello di sfiduciarsi troppo in fretta e abbassare nuovamente il baricentro, permettendo ai cechi di salire e di chiudere, probabilmente, il discorso qualificazione.



Messa davvero bene in campo, la squadra di Vrba ha sicuramente avuto fortuna a inizio ripresa quando il Napoli ha preso tanto campo e ha creato scompiglio in area arrivando a un passo dal pareggio: fosse arrivato, avremmo raccontato probabilmente un’altra partita. Si è però rimasti sull’1-0, e allora i cechi sono stati abili a riaffacciarsi davanti non appena il Napoli si è abbassato, come il gatto che gioca con il topo e lo prende per sfinimento: il 2-0 nasce da un errore tecnico, ma si era già capito che il Viktoria stava tornando a rendersi pericoloso. Dopo il pareggio in casa contro il Milan (lo scorso anno) e lo “scalpo” dell’Atletico Madrid, arriva un’altra tacca prestigiosa sull’ancora corto bastone europeo dei cechi.

Ammonisce poco: giusto così, la partita non è mai cattiva e lui la fa scorrere molto bene. Bravo quando annulla il gol a Rajtoral: Kolar fa muro a Zuniga ed è in fuorigioco, ottimo anche perchè si consiglia con il guardalinee e la decisione presa è quella giusta.

Prende tre tiri, subisce tre gol: senza colpe, la difesa lo abbandona.

Un solo tempo senza demeritare, poi viene sostituito in nome della difesa a 4 e del tentativo di alzare il baricentro.

( il migliore – Avesse giocato subito, forse staremmo raccontando un’altra partita. Però non si può ragionare con i se e i ma: resta il fatto che con lui in campo il Napoil è cambiato. Un rullo compressore dietro al quale sono andati tutti, senza fortuna però)

Il Napoli affonda, ma tutto sommato il suo esordio non è male. Prende un giallo per eccessiva irruenza, non commette grossi errori.

Idem come sopra: le colpe principali non sono certo sue. Anzi, fino a un certo punto aveva fermato tutti gli attacchi avversari.

Spinta costante e non soffre troppo Kovarik, ma c’è troppa imprecisione nelle sue giocate e non ci sono galoppate da ricordare.

Esce tra i fischi: troppo impietosi perchè l’impegno ce l’ha messo, e anche la faccia nell’andare a prendersi tanti palloni. Però siamo lontani da quello che vuole Mazzarri.

( Dopo sette minuti dal suo ingresso in campo il Napoli affonda definitivamente. Lui può fare poco, sarà per un’altra volta)

Nel secondo tempo esplode un sinistro che Kozacik manda in angolo con un tuffo plastico. Non è tra i peggiori, si fa sempre vedere dietro e davanti, si vede che ha voglia.

Sempre generosissimo, ma stavolta ha anche sfortuna: sbaglia clamorosamente il disimpegno che spalanca la porta a Rajtoral, sale in ritardo e Tecl fa 0-3. Capita a tutti, stavolta a lui.

Stavolta era dentro la partita, con buona personalità: ha preso palla, ha cercato di giocarla, ha percorso tanti chilometri. Non ha ancora la statura di Hamsik, ma si farà.

( Si mangia un gol davanti al portiere: per sua fortuna era in fuorigioco. Poi non la prende più)

Se al minuto 8 Kozacik non gli avesse negato il gol, forse sarebbe finita in altro modo. Da lì però si è spento sempre più, sempre rimanendo dentro la partita ma mai fornendo il guizzo giusto.

Stavolta anche il Matador non ha risolto la pratica. Solo due occasioni: troppo poco per lui che aveva segnato sei gol in sei partite. Si sbatte e fa anche il terzino, ma stavolta servivano i gol.

All. MAZZARRI 5.5 Non gli si può fare una colpa se gioca Donadel (è un esempio): la linea europea è stata decisa a inizio stagione, e poi Cavani e Pandev c’erano. A conti fatti ha azzeccato il cambio a metà partita, ma quando perdi 3-0 in casa qualche colpa deve averla anche chi motiva i giocatori e li allena.

 Stoppa Pandev in avvio: non l’avesse fatto, forse il Napoli avrebbe vinto. Parata decisiva, poi attento nelle uscite a parte un brivido nel secondo tempo.

 Terzino di spinta, soprattutto nel primo tempo mette in crisi Zuniga ogni volta che sale, sovrappone sempre e dietro è piuttosto sicuro. Va in calando.

 E’ soprattutto lui l’uomo che stoppa Cavani e il Napoli. Soffre come tutti in avvio di ripresa, ma mantiene sempre la lucidità per tenere la giusta posizione e non fare errori.

 Un po’ meno sicuro del compagno, però se la cava sempre ed è anche merito suo se il Viktoria Plzen non subisce gol.

 Macina chilometri su chilometri, tiene a bada Maggio e si propone costantemente in avanti. Brevilineo, sfugge a tutti.

 Signore incontrastato del centrocampo, ha 37 ma dirige l’orchestra con entusiasmo e saggezza. Non corre, ma mette la palla sempre al posto giusto ed è un leader per i compagni.

 Sblocca la gara con un grandissimo gol e per tutto il primo tempo è una spina nel fianco della difesa, perchè parte da dietro ma lo ritrovi al limite dell’area. Imprendibile per tutti.

 Lui chiude – forse – il discorso qualificazione sfruttando l’errore di Zuniga, e prima aveva segnato ancora (giustamente annullato). Corre tanto, nel primo tempo si vede meno ma esplode appena il Napoli si abbassa, e non lo prendono più.

( Come rendersi protagonisti in poco più di cinque minuti: grande assist per Tecl, e Viktoria Plzen in cielo)

 Il meno appariscente dei suoi, si vede più che altro nel primo tempo con alcune belle giocate, poi è quello che va più in difficoltà. ()

 In difficoltà per tutta la partita, però entra in due dei tre gol della sua squadra, quindi merita la sufficienza.

 Lui proprio è un oggetto estraneo alla squadra: sempre anticipato, non partecipa alla manovra, ha una sola occasione nel primo tempo ma viene anticipato.

( Entra con un’altra voglia rispetto a Bakos, e viene premiato nel finale quando probabilmente mette il punto esclamativo sulla qualificazione agli ottavi)

All. VRBA 7 Viene a Napoli per giocarsela e non per fare le barricate: dopo il primo gol potrebbe già raddoppiare, segno di grande personalità. Soffre tanto in avvio di ripresa, ma fa i cambi giusti perchè Fillo e Tecl confezionano il 3-0. E’ la sua vittoria: se la goda. 

 

(Claudio Franceschini)

 

Marcatori: 28′ Darida, 79′ Rajtoral, 89′ Tecl

De Sanctis; Gamberini (46′ Hamsik), Rolando, Britos; Maggio, Dzemaili, Donadel (72′ Inler), Zuniga; El Kaddouri (59′ Calaiò); Pandev, Cavani. All. Mazzarri

Kozacik; Reznik, Prochazka, Cisovsky, Limbersky; Horvath, Darida; Rajtoral (86′ Fillo), Kolar (91′ Hejda), Kovarik; Bakos (60′ Tecl). All. Vrba

Arbitro: Van Boekel (Olanda)

Ammoniti: Rolando (N), Inler (N), Hejda (V)

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