E’ un tonfo inaspettato e incredibile quello del Napoli. Al San Paolo il Viktoria Plzen passa 3-0 e mette una seria ipoteca sul passaggio agli ottavi di finale di Europa League; ora ai partenopei non basterà vincere in Repubblica Ceca, dovrà farlo con almeno tre gol di scarto e vincere 3-0 servirà solo a mandare la gara ai supplementari. Non sarà facile: il Viktoria Plzen infatti è una squadra che ha dimostrato di sapersi difendere e di concedere tutto sommato poco al Napoli, che ha avuto una reazione di orgoglio in avvio di ripresa e ha messo a ferro e fuoco la treqaurti avversaria, come testimoniato dal fatto che il passaggio palla sia del 55% a favore dei padroni di casa, statistica che segue anche quella del vantaggio territoriale. Quei venti minuti in cui il Napoli ha dominato non possono però far dimenticare che i cechi per il resto hanno controllato, portando a casa una partita nella quale hanno tirato appena cinque volte ma in quattro occasioni hanno centrato la porta e segnato tre gol; con tutta la produzione offensiva messa in campo invece i partenopei non sono riusciti a bucare il portiere avversario, e alla fine i 20 tiri non sono serviti, anche perchè solo un quinto esatto ha visto lo specchio, ben 11 sono terminati fuori e cinque sono stati respinti. E’ anche indice di una certa frenesia dettata dal nervosismo: il Napoli ha cercato molto di giocare sulle fasce laterali (sono arrivati 26 cross in area) ma dall’allargamento del campo è arrivato poco, diverso il caso del Viktoria che ha messo in mezzo 22 palloni e da due di questi sono arrivati due gol. I partenopei hanno giocato più palloni (449 passaggi contro 348) e sono stati anche molto precisi, ma il 74% di lanci lunghi sul totale fa capire che a un certo punto gli uomini di Mazzarri hanno perso la pazienza e prediletto la soluzione a scavalcare il centrocampo, dove però gli uomini di Vrba hanno avuto buon gioco grazie alla fisicità dei suoi centrali. Cinque angoli battuti dal Napoli (a sei) non hanno avuto esito, i padroni di casa sono anche stati più “cattivi” (58% dei contrasti vinti) ma hanno perso sul piano dell’intensità fisica quando il Viktoria Plzen ha accelerato i ritmi. La gara è stata ben condotta dall’arbitro olandese Van Boekel, che non ha avuto bisogno di estrarre troppi cartellini (solo tre) e ha ben diretto una partita che ha vissuto di pochi episodi di tensione (se ne ricorda solo uno, protagonisti Britos e Rajtoral nel secondo tempo, peraltro esauritosi immediatamente). Le difese sono sempre state accorte e soprattutto hanno tenuto la linea bassa: tre fuorigioco fischiati in tutto, anche perchè quando il Napoil ha alzato il baricentro i cechi si sono schiacciati dietro e non hanno cercato le ripartenze immediate, preferendo sempre costruire il gioco da dietro senza fretta, e anche questo è stato un segreto per la vittoria.



È un gran bel gol il primo del Viktoria Plzen. Nasce da sinistra, dove Limbersky mette in mezzo un pallone che Rolando allontana di testa, ma non benissimo anche perchè contrastato da Bakos sul quale era andato in anticipo. La palla resta lì, Zuniga sembra in vantaggio ma si fa anticipare da Kovaric che riesce a rigiocare dietro favorito da un rimpallo, Darida controlla appena dentro l’area, fa un passo e scarica un sinistro che si infila poco sotto l’incrocio dei pali alla sinistra di De Sanctis. appena dopo che Van Boekel ha giustamente annullato un gol a Rajtoral (fuorigioco attivo di Koral che disturba Zuniga), il Viktoria Plzen raddoppia sempre con il laterale. Ancora da sinistra: Kovaric, in ombra fino a lì, riesce a liberarsi quasi sul fondo e a mettere in mezzo. Ancora una volta Zuniga è sul pallone, ma pasticcia clamorosamente non riuscendo a rinviare e lasciando lì, dove Rajtoral è bravissimo a bruciare De Sanctis e infilare in porta. nel tentativo di trovare almeno il gol della speranza il Napoli si sbilancia, ma è ormai sfiduciato. I due nuovi entrati confezionano il terzo gol che spezza quasi del tutto i sogni di qualificazione del Napoli: Fillo controlla palla sulla trequarti, attira due uomini su di sè e al momento giusto serve in profondità Tecl, che viene tenuto in gioco da un disastroso Zuniga e, davanti a De Sanctis, non può sbagliare.



Walter Mazzarri è molto amareggiato a fine partita, quasi arrabbiato: “Abbiamo avuto un approccio sbagliato alla partita, adesso dobbiamo riscattarci subito contro la Sampdoria. Siamo partiti male, forse non ci ha aiutato la poca gente, il silenzio: sembrava un’amichevole estiva e questo ci ha fatto perdere concentrazione. Spero sia stato questo: in realtà mi ricorda l’inizio contro la Lazio, su questi inizi soft dobbiamo riflettere. Non siamo entrati con la testa giusta, bisogna crescere e migliorare”. Il tecnico livornese nega che il problema sia della rosa: “E’ competitiva, questo è un problema mentale e di approccio. Nel secondo tempo abbiamo avuto sette palle gol clamorose, probabilmente non avremmo segnato per tutta la notte”. Alla fine c’è comunque la speranza, pur flebile, di ribaltare il risultato: “Pensiamo a quello che è successo al Chelsea contro di noi: vediamo. Ci siamo sempre detti di provare ad andare avanti il più possibile. Insigne? Stava bene e sarebbe stato titolare, ma l’influenza l’ha bloccato. Certo però non possiamo pensare di aver perso perchè non c’era lui”.



Pavel Vrba è raggiante, ma cauto: “Non è ancora fatta per la qualificazione, anche se dopo questo 3-0 esterno siamo ovviamente fiduciosi. Siamo molto contenti, nella ripresa siamo andati in difficoltà; è stato bravo il nostro portiere a respingere gli assalti”

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