All’andata, allo Juventus Stadium, è finita 1-1; stasera, al San Paolo, il Napoli parte dunque in vantaggio, sapendo però di non poter regalare nulla alla Juventus. E’ la finale di ritorno di Coppa Italia Primavera (ale 20:45): per questi ragazzi che sognano la prima squadra e l’avventura in serie A è motivo di grande orgoglio e soddisfazione poter giocare nello stadio dei campioni con cui ogni tanto si allenano e ai quali guardano come modelli. Per una volta dunque la casa di Cavani e Hamsik sarà aperta a Roberto Insigne, Radosevic e Fornito; e, guardando alla Juventus, a Schiavone, Beltrame e Magnusson. E tutti gli altri, ovviamente: partenopei e bianconeri, ottimamente guidati da Saurini e Baroni, sono due squadre che praticano un bel calcio, sempre votato all’attacco e alla ricerca del gol in più dell’avversario. Per il Napoli una grande occasione di mettere le mani su un trofeo che a livello di Primavera sfugge da 16 anni (proprio la Coppa Italia); la Juventus è più abituata al successo (nel febbraio 2012 vinceva il Torneo di Viareggio, il quinto negli ultimi dieci anni) ma non per questo un’eventuale trionfo in questa competizione conterebbe meno. Anche perchè, come detto, i ragazzi che scenderanno in campo stasera cercano una grande prestazione per una grande ribalta in un futuro molto prossimo. Per un commento sulla partita di questa sera abbiamo contattato, in esclusiva a Ilsussidiario.net, il giornalista di Radio Crc Marco Giordano.



La Juventus arriva da un 6-0 al Livorno, il Napoli da una sconfitta contro il Palermo: al di là dei risultati, com’è lo stato di forma delle due squadre? Parto dalla Juventus: ha vinto il suo girone, è una squadra brillante che ha a disposizione tanti ricambi. Marco Baroni ha una rosa ampia con giocatori di caratura anche internazionale, chiaramente rapportati alla categoria. Da questo punto di vista, le scelte del tecnico sono più “facliitate”.
Il Napoli invece? La sua rosa ha meno alternative, e arriva a questo impegno avendo puntato tanto sulla Coppa Italia: in campionato ha fatto abbastanza da garantirsi l’acesso ai playoff, tanto che contro il Palermo ha lasciato tanti big in panchina se non addirittura in tribuna, facendo giocare il solo Lasicki che è titolare inamovibile in difesa.
All’andata è finita 1-1: come inciderà sulla gara di ritorno?
Conterà poco: si affrontano due squadre offensive, che praticano un calcio spettacolare ed effervescente, entrambe con il tridente in attacco. Il Napoli ha due incursori molto tecnici a centrocampo, i bianconeri fanno del palleggio la loro qualità migliore, hanno un possesso palla che prova a ricalcare quello del Barcellona.
Ti aspetti dunque una partita aperta?
Decisamente: non ci saranno schermaglie, un po’ per l’età di questi ragazzi che hanno tanto entusiasmo nel giocare partite di questo tipo, un po’ perchè come dicevo nel DNA delle due formazioni c’è la ricerca del gol come caratteristica principale.
Giocare al San Paolo quanto influirà?



Per il Napoli sarà un’arma a doppio taglio. La Juventus ha calciatori più esperti e abituati a palcoscenici di questo tipo, mentre i partenopei da questo punto vista giocheranno in un’atmosfera per loro inedita, che può far tremare le gambe. Per questo mi aspetto che a trainare la squadra siano in particolare tre giocatori.

Chi? Naturalmente Radosevic, ma anche Roberto Insigne che ha già esordito in serie A e Fornito, che invece ha giocato in Europa League. Dovranno essere loro a prendere per mano i compagni, almeno nelle prime battute della gara.

Com’è il rapporto tra Mazzarri e Saurini? Bellissimo: la Primavera si allena di fianco alla prima squadra, tanto che le due squadre sono a stretto contatto e spesso e volentieri i ragazzi di Saurini vanno a lavorare con i “grandi”. Il tecnico da parte sua cerca di carpire qualche segreto da un grande allenatore come Mazzarri, che viceversa guarda molto la Primavera dimostrando di tenere in considerazione i giovani, diversamente da quanto si dice.



Qualcuno potrà fare il grande salto il prossimo anno? Penso soprattutto a Radosevic… Non credo, ma non perchè non ne siano in grado: semplicemente, il Napoli si giocherà lo scudetto, e andare a inserire qualche giovane nella rosa potrebbe non essere la soluzione giusta, perchè ci vorranno grandi giocatori. Però, qualcuno in un paio d’anni potrebbe essere pronto.

Chi? Giustamente hai fatto il nome di Radosevic, io ci aggiungo quelli di Roberto Insigne e Fornito, ma anche di Allegra e Nicolao, due esterni molto bravi: con un anno in prestito in una formazione di medio-bassa classifica di serie A, o una di B che lotti per la promozione, potrebbero poi guadagnarsi la prima squadra a Napoli.

 

(Claudio Franceschini)