Inizia oggi l’avventura di Rafa Benitez alla guida del Napoli. Alle 17 infatti, a Castelvolturno, il tecnico spagnolo sarà ufficialmente presentato alla stampa. Da tempo si sa che è lui l’allenatore dei partenopei: ha firmato un contratto biennale con opzione per il terzo anno, con un ingaggio di 3,5 milioni di euro a stagione. Si tratta del quinto allenatore da quando Aurelio De Laurentiis, nel 2004, ha preso il timone della società che in quel momento si trovava nel girone B della serie C1, sprofondata dopo il fallimento. Giampiero Ventura quell’anno durò fino a gennaio; con Edi Reja il Napoli fu promosso in serie B e nel 2006 e l’anno seguente, grazie al secondo posto e senza passare dai playoff, la squadra riuscì a centrare subito la salita in serie A. Reja guidò la squadra nei suoi primi anni in massima serie, quindi fu esonerato nel marzo del 2010 dopo aver raccolto 2 punti in 9 partite. Gli subentrò Roberto Donadoni, che chiuse la stagione al dodicesimo posto e poi iniziò male quella seguente, con 7 punti nelle prime sette partite. Iniziò da lì, cioè dall’ottobre 2009, l’avventura di Walter Mazzarri: con lui in quattro stagioni il Napoli si è qualificato due volte alla Champions League (un terzo e un secondo posto) e in Europa League quest’anno è stato eliminato ai sedicesimi di finale. Al termine della stagione – all’Olimpico di Roma – il tecnico livornese ha annunciato l’addio, che era nell’aria: per lui c’è adesso l’Inter. De Laurentiis ha preso tempo, ma aveva ben chiaro il profilo del suo nuovo allenatore: un tecnico vincente, di caratura internazionale, che potesse rendere riconoscibile il marchio Napoli in tutto il mondo. La scelta, annunciata poi via Twitter (così come la data della presentazione) è caduta su Rafa Benitez, che aveva appena vinto l’Europa League con il Chelsea, portato anche in semifinale di FA Cup. 
Rafa Benitez è, di fatto, un vincente. I suoi inizi sono con le giovanili del Real Madrid, la città in cui è nato. La prima panchina “autonoma” arriva nel 1995/1996: con il Tenerife  viene esonerato dopo due vittorie in 23 partite, ma il riscatto c’è con l’Extremadura (dopo un altro esonero con l’Osasuna). Porta la squadra in massima serie, poco importa che l’anno seguente arrivi la retrocessione: Benitez si è fatto notare, tanto che lo chiama nel 2000 il Tenerife, squadra ora decaduta ma un tempo importante, dopo che Rafa aveva anche fatto il commentatore tv, riuscendo però a osservare molto da vicino club di Premier League (sarà una formazione decisiva). Con il club delle Canarie viene promosso nella Liga: alcuni giocatori li rivorrà con sè a Valencia, dove ha la grande occasione nel 2001. E’ la sua esplosione: la Liga al primo anno (la squadra non la vinceva da 31 anni), poi ancora il campionato nel 2004 con la Coppa UEFA lo stesso anno. A fine stagione, le dimissioni: per lui c’è l’Inghilterra, e una panchina prestigiosissima come quella del Liverpool. E, anche qui, dimostra di essere un vincente da subito: incredibilmente i Reds vincono la Champions League, nella storica finale di Istanbul con la rimonta sul Milan da 0-3 nel giro di sei minuti. In Champions arriva in finale anche due anni più tardi, ma questa volta sono i rossoneri a imporsi. Mette in bacheca anche la Supercoppa Europea, ma nei confini nazionali le cose vanno male: Benitez non riesce a riportare il titolo della Premier League in bacheca, e dopo il settimo posto del 2010 rescinde consensualmente il contratto. Una settimana dopo è già dell’Inter: è chiamato a sostituire il suo rivale Mourinho (i due si erano beccati molto nel corso degli anni comuni in Inghilterra) che ha appena salutato dopo aver vinto tutto per andare a Madrid. Rafa vince la Supercoppa Italiana e più tardi il Mondiale per Club, ma in campionato arranca; soprattutto, ambiente e società non gli perdonano il voler far fuori i senatori, avendo capito che sarebbe stato l’unico modo per rivitalizzare il gruppo e farlo vincere ancora. Chiede rinforzi che Moratti non gli concede; così, nel dicembre del 2010, arriva la rescissione. A quel punto lo spagnolo rimane fermo per un periodo, fino al novembre del 2012: arriva al Chelsea in una situazione del tutto simile a quella trovata ad Appiano Gentile. Qui infatti ha appena lasciato Roberto Di Matteo, esonerato da Abramovich nonostante la vittoria in Champions League e in FA Cup: il magnate russo non gli perdona un avvio stentato in campionato e la quasi eliminazione dai gironi di Champions League. Benitez si siede in panchina in un clima per lui del tutto ostile: i tifosi lo beccano a ogni partita, casalinga ed esterna. Eppure lui non si scompone, e mostra ancora le sue grandi qualità: porta la squadra in finale di Europa League e la vince, quarto trofeo internazionale per lui. In più, riesce a portare il Chelsea al terzo posto in campionato e quindi nuovamente ai gironi di Champions League (anche se perde la finale del Mondiale per Club contro il Corinthians). Che non sarebbe rimasto al Chelsea si sapeva: il 27 maggio Aurelio De Laurentiis lo chiama alla guida del Napoli. Come andrà, lo scopriremo: intanto, la conferenza stampa di presentazione sta per cominciare…



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