La conferenza stampa di presentazione di Edinson Cavani al PSG inizia con il giallo: l’evento dovrebbe avere luogo alle 16, ma quando il Matador entra all’Auditorium del Parco dei Principi in cmpagnia di Nasser Al-Khelaifi. sono le 18:10. Solo tre minuti prima il capo ufficio stampa del club francese aveva fatto sapere che “stiamo aspettando il semaforo verde dal Napoli”. E’ l’ultimo tentativo di De Laurentiis di trattenere in Campania l’attaccante? “Se non ci fosse stata la clausola rescissoria non lo avrei venduto nemmeno per 70 milioni”, ha detto il presidente. Ma la clausola c’era, i milioni sono stati 64 e Cavani alle 18:40 posava sorridente con la maglia del . La numero 9: per il momento, il caso Ibrahimovic non c’è. Anzi: “Spero di giocare con lui”, dice il Matador, “e spero che Leonardo risolva i suoi problemi”. Sì, perchè nel frattempo il direttore sportivo brasiliano ha deciso di dimettersi anche nei fatti già da domani. “Lo ringraziamo per questi due anni molto belli, gli auguro i meglio”, lo saluta Al-Khelaifi. Quale sarà il futuro di Leonardo si vedrà: i giornalisti intanto erano a Parigi per Cavani, e per le sue prime parole da calciatore del PSG. Noi però partiamo dalle ultime di giornata, perchè non poteva mancare la riflessione sul Napoli. “Ho vissuto tre stagioni spettacolari, ma ho delle ambizioni e voglio nuovi stimoli; per questo ho deciso di venire qui. Napoli sarà sempre nel mio cuore, avrò sempre voglia di tornarci. Ora, però, sono un giocatore del PSG, ai tifosi del Napoli auguro il meglio”. Una pugnalata al cuore? Chissà: dalle parti del San Paolo lo avevano scaricato da tempo, ma siamo sicuri che un’occhiata alla conferenza stampa l’abbiano data, e che di fronte a queste parole qualche lacrimuccia sia scappata. Quella che avevano trattenuto prima, quando invece l’attaccante aveva detto che “la gente di Napoli ha capito che avevo bisogno di questa grande squadra”, come dire che gli azzurri, grandi, non lo erano.
Il mondo del calcio però va di fretta: le bandiere non esistono più o sono una razza in via di estinzione, oggi dominano clausole rescissorie, plusvalenze e opportunità da cogliere al volo. Va in velocità anche Cavani, che tocca tanti temi nel corso della presentazione. “Sono nella squadra migliore di Francia, volevo il calcio francese”. Radiomercato raccontava altre versioni che tendevano leggermente più a Sud-Ovest, ma tant’è, il copione da recitare è questo e comunque non che il Matador sia troppo dispiaciuto di questa maglia. “Ho sposato il progetto PSG, la cosa più importante è la fiducia per me, sono contento di far parte della squadra e ringrazio tutti quelli che hanno reso possibile questo trasferimento”. E ancora: “Ho giocato con Pastore e Lavezzi, conosco Lugano, è ottimo ritrovarsi con calciatori che conosco. Darò il massimo per questa maglia”. Un’altra piccola bugia: le indiscrezioni non raccontano di un rapporto all’acqua di rose con il Pocho. Adesso però il tetto sotto il quale stanno è tornato a essere lo stesso, e che sia il Vesuvio o la Torre Eiffel cambia poco, bisogna giocare, segnare e vincere. “Dico questo ai tifosi del PSG: voglio vincere con questa maglia, e voglio imparare il francese il prima possibile”. Le stesse parole, ma la lingua citata era l’italiano, le ha usate Dries Mertens, uno dei tanti calciatori che De Laurentiis ha acquistato per ovviare alla cessione del Matador. Corsi e ricorsi storici, ma quel che conta è altro: Cavani è un giocatore del PSG, e se la convivenza con Ibrahimovic e Lavezzi funzionerà è un problema che non riguarda più i tifosi del Napoli. Triste ma reale: i giocatori passano, i colori restano. Potrà essere il prossimo striscione di stanza al San Paolo, chissà: adesso è davvero ufficiale, al San Paolo è iniziato il nuovo corso. I tifosi hanno superato anche la partenza di un certo Diego Maradona: gli hanno dovuto ritirare la maglia e va bene, ma se sono passati 22 anni senza il Pibe de Oro, la separazione da Cavani è uno scherzo. Di cattivo gusto, certo, ma sempre uno scherzo. A Rafa Benitez il compito di rendere pan per focaccia.