C’era una volta l’Anzhi Makhachkala di Sulejman Kerimov. Imprenditore e magnate russo, nel 2004 si vociferò che su suggerimento di Roman Abramovich potesse prendere in mano la Roma; chissà, la storia sarebbe potuta cambiare per i giallorossi, ma poi non se ne fece nulla. Finchè, gennaio 2011, Kerimov nel mondo del calcio ci entrò per davvero, acquisendo il club del Daghestan. Una squadra che fin lì in pochi, pochissimi, avevano sentito nominare, e che nel giro di pochi giorni divenne immediatamente il simbolo di un calcio ricchissimo, di tycoon capaci di tutto grazie al potere del dollaro e del rublo. Prima mossa di Kerimov: 20 milioni di euro a stagione a Samuel Eto’o, quattro titoli nazionali, due Champions League, due Mondiali per Club in bacneca, due Triplete in due anni con due squadre diverse, uno degli attaccanti più letali in circolazione. Seconda mossa di Kerimov: portare in panchina Guus Hiddink, santone olandese in grado di trasformare (in meglio) le squadre da lui allenate, come la Corea del mondiale casalingo o il PSV Eindhoven, con cui nel 1988 aveva vinto la Champions League. Chiaro e dichiarato l’intento: issarsi sul tetto d’Europa nel giro di pochi anni. Risultati? Scarsi. Ottavo posto in Russian Premier League nel 2012, poi il terzo – bene ma non benissimo – con annessa eliminazione agli ottavi di Europa League per mano del Newcastle. La Champions League vista col bincolo: non la vittoria, addirittura la fase a gironi o i preliminari. E così, è successo che Kerimov ha perso la pazienza, e vuole allentare la corda. Non mollare come fatto dagli sceicchi del Malaga: non ancora, ma ridimensionare il budget sì. Perchè nel frattempo sono arrivati altri calciatori importanti e strapagati, che però non hanno fatto fare il salto di qualità alla squadra del Daghestan. Se gli altri comprano Aguero e tu metti le mani su, con tutto il rispetto, Jucilei, che i successi possano non arrivare è un evento piuttosto aspettato. Ad ogni modo, al di là delle valutazioni sui singoli, l’indizio lo ha dato il presidente del CdA dell’Anzhi, il signor Remuchkov: “Ridurremo il budget e ristruttureremo la società. I giocatori più costosi lasceranno il club quanto prima, e ripartiremo con una nuova politica voluta da Kerimov”.
Eccoci allora a quello che interessa davvero: il club smobilita e lo annuncia anche, come se si trattasse del grande magazzino che liquida per cessata attività. Solo che qui parliamo di calciatori, che possono fare le fortune di molti. Naturale che il primo nome sulla lista sia quello di Samuel Eto’o, ma lo stipendio che si porta appresso lo rende decisamente indigesto alle italiane; per lui si prospetta un futuro in Premier League, magari un emozionante ritorno a Barcellona, decisamente non l’Italia (sulla carta, almeno). Altri, però, possono arrivare: ci riferiamo al Napoli, l’unica squadra della serie A che in questo momento può spendere certe cifre. Tre nomi allora fanno gola a De Laurentiis, secondo fonti apprese in esclusiva da IlSussidiario.net, uno per reparto. Il primo: Christopher Samba, difensore centrale congolese ma con passaporto francese. Ventinove anni, grande esperienza internazionale, cinque anni nel Blackburn. Rafa Benitez lo conosce bene: lo ha osservato in Premier League, sa che è un difensore roccioso che si spinge in area di rigore sui calci piazzati, può essere un ottimo marcatore a fianco di un leader come Cannavaro. Il secondo nome: Lacina Traore, attaccante nigeriano di 23 anni. Vede la porta ma sa anche muoversi lungo il fronte offensivo, può essere quella punta richiesta dal tecnico spagnolo. Non un titolare, ma una riserva di lusso. L’Anzhi l’ha pagato 18 milioni, ma se svende dovrà accettare un prezzo più basso. Il terzo nome è anche il più suggestivo: la folta capigliatura di Willian, classe ’88, ha fatto impazzire tutta Europa lo scorso anno. Kerimov lo ha preso per 35 milioni dallo Shakhtar Donetsk: può giocare nella posizione di Hamsik, o largo sulla linea delle mezzepunte. Classe cristallina e anche buon senso del gol, può essere il nome che spariglia le carte. Sullo sfondo restano le figure del terzino sinistro Juri Zhirkov, già passato dal Chelsea, e Igor Denisov, centrocampista centrale che etra entrato in rotta di collisione con Luciano Spalletti allo Zenit e dopo una vita a San Pietroburgo ha sposato la causa del Daghestan. Forse non per molto: il Napoli cerca anche in mezzo, che possa essere lui il giocatore giusto? (Claudio Franceschini)