Napoli-Torino sarà un interessante posticipo della sesta giornata di Serie A domenica sera alle ore 20.45 allo stadio San Paolo. Le due squadre hanno vinto entrambe in Europa League, gli azzurri in trasferta contro lo Slovan Bratislava, i granata in casa contro il Copenaghen. Il Napoli non ha iniziato al meglio questa stagione, eliminato dalla Champions League, in difficoltà in campionato ma ora Rafa Benitez ha infilato due vittorie consecutive e cerca un’ulteriore conferma. Il Torino invece ha iniziato meglio in Europa che in campionato: urge migliorare sotto porta, perché gli uomini di Giampiero Ventura segnano troppo poco. Per presentare questo match abbiamo sentito il doppio ex Marco Ferrante. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
I successi in Europa League hanno dato fiducia alle due squadre? Certamente sono stati due risultati importanti per entrambi le squadre. Anche il Torino, pur vincendo all’ultimo minuto, ha disputato un ottimo incontro e ha meritato ampiamente questo successo.
Per il Napoli tante polemiche e tante discussioni, cosa ne pensa? Ho giocato a Napoli e so cosa vuol dire l’ambiente di questa città. C’è sempre tanta attesa, tante persone che ti seguono. La squadra è uscita dalla Champions League, De Laurentiis non ha fatto un grande mercato e così si spiegano queste polemiche.
Cosa manca alla formazione di Benitez? Ci vorrebbe più continuità con le piccole per lottare alla pari di Juventus e Roma. Con le grandi infatti puoi fare il tuo calcio perché non si chiudono, le squadre meno importanti invece non lo fanno e ciò può provocare difficoltà.
Gli azzurri come giocheranno? Dovranno stare molto attenti perché il Torino fa un grande possesso palla. Se l’incontro non si sbloccasse nei primi venti minuti, la squadra di Benitez potrebbe risentirne anche a livello psicologico.
La difesa è il reparto migliore dei granata? Sì, è un’ottima difesa, Ventura del resto sa come far giocare tutte le sue squadre. L’ho avuto a Verona e posso testimoniarlo…
Un allenatore tra i migliori d’Italia… Sì, l’unica cosa che mi sorprende è che non abbia mai allenato una grande squadra, ma sicuramente è uno che conosce i segreti del calcio e sa dialogare al meglio con i suoi giocatori.
Cosa pensa del ritorno di Gillet al posto di Padelli? Gillet è un calciatore fondamentale per Ventura, che utilizza un difensore aggiunto nel suo sistema di gioco. Si spiega così la decisione di schierarlo al posto di Padelli.
Un giudizio sul reparto offensivo del Torino?
Quest’anno ci sono state partenze importanti, Quagliarella è un ottimo attaccante ma non segna venticinque gol come Immobile. Amauri e Larrondo non segnano tanti gol. Il Torino così ha dovuto cambiare tutto il suo sistema di gioco.
A quale squadra si sente più legato? Non faccio pronostici. Sono legato a tutte due naturalmente, certo non vorrei mai che il Torino perdesse. Mi sento più legato al Toro, nella formazione granata ho vissuto anni stupendi, ne sono stato anche capitano e uno dei goleador più importanti, sono ricordato ancora adesso dai tifosi.
Un grande amore per il Torino il suo… E’ una squadra speciale, delle tredici dove sono stato nella mia carriera la più speciale. La maglia che indossi ha qualcosa di particolare, ti dà una sensazione incredibile: i tifosi del Grande Torino, la storia di questo club. Devi starci però almeno tre-quattro anni, poi ne capisci tutta la grandezza. Irripetibile! (Franco Vittadini)