Con Maurizio Sarri in panchina il Napoli cambia decisamente registro narrativo, perlomeno in linea teorica. Niente più cinepanettone dal sapore internazionale ma una commedia italiana ed ‘impegnata’, nella ricostruzione di una squadra che da oggi volta pagina. Ancora una volta Aurelio De Laurentiis ha sorpreso tutti o quasi, ingaggiando un allenatore emergente ma non giovane, esperto ma nuovo ad alti livelli. Un rischio calcolato per la qualità dimostrata da Sarri, ma assieme incalcolabile per gli effetti che potrebbe produrre.



Al momento è difficile anche solo abbozzare previsioni sul destino del Napoli, perché il calciomercato è ancora da venire e non sappiamo come e quanto cambierà la squadra. E’ però interessante soffermarsi sulla decisione del presidente, logica e rivoluzionaria al tempo stesso. Reduce da due stagioni di semina ambiziosa e raccolti parziali, De Laurentiis ha predisposto un cast hollywoodiano per la selezione del nuovo chef: Conte, Spalletti, Prandelli, Montella, Mihajlovic, Klopp, Emery. Poi si è rivolto alla tradizione italiana che quest’anno ha sfornato un prodotto casereccio molto interessante, l’Empoli neopromosso e capace di salvarsi con settimane d’anticipo. Con un calcio pulito e pragmatico, difensivamente solido ed offensivamente attivo, veloce e verticale quanto più possibile. Qui sta il primo possibile punto di svolta: con Benitez il Napoli ha ricercato un gioco spumeggiante, che producesse il maggior numero di gol a discapito degli equilibri difensivi. Il sacro 4-2-3-1 legiferato dallo spagnolo adibiva stabilmente quattro giocatori alla fase d’attacco: bastava l’attardarsi in avanti di un terzino per sbilanciare fatalmente difesa e centrocampo.



Con Sarri le cose dovrebbero cambiare: se ad esempio manterrà il modulo di Empoli, il 4-3-1-2, il reparto centrale potrà recuperare un minimo di equilibrio in più assicurando alla retroguardia una maggiore protezione. Quanto all’attacco sarà da capire il destino degli esterni, che con il nuovo assetto confluirebbero tutti nel ruolo di trequartista centrale. Prima però di ipotizzare moduli e uomini, bisogna ricordare che…

…l’Empoli di Sarri ci ha abituato ad un impianto stabile e al contempo molto dinamico. I titolari erano quasi sempre gli stessi ma tutti votati al movimento, soprattutto da Valdifiori in su. Più volte Vecino e Croce sono entrati nelle azioni da gol, mentre gli attaccanti hanno spesso aperto il campo allargandosi, per la gioia del Verdi o Saponara di turno.



Questo porta a pensare che più degli schemi conterà l’idea fondante del calcio sarriano: linee compatte, passaggi veloci e movimenti continui. Aspettiamo quindi ad etichettare Callejon o Mertens come incompatibili al nuovo ciclo tecnico: potremmo ritrovarli protagonisti in altre vesti, sempre che il calciomercato non ce li porti via. Così come può già intrigare l’idea di un Hamsik riportato sulla linea di centrocampo, nei panni di mezzala d’assalto in stile primo Marchisio. Attenzione quindi: con Sarri il Napoli potrebbe riscoprirsi meno dilettevole ma più utile e quindi portato a vincere. In più non va sottovalutato l’aspetto economico: il nuovo mister costerà a De Laurentiis molto ma molto meno rispetto ai concorrenti più quotati.

D’altra parte il tasso di rischio è alto, perché una squadra di vertice ha scelto un debuttante al vertice, all’alba di una stagione in cui bisognerà come minimo migliorare l’ultimo quinto posto e fare bella figura in Europa. Ora la palla passa al mercato: il Napoli parte da una buona base, vedremo come sarà impostata la campagna acquisti. Nel frattempo godiamoci la sorpresa: la squadra più dichiaratamente votata all’internazionalità ha fatto marcia indietro, virando sul timoniere italiano di provincia. Un pò come se la protagonista del prossimo cinepanettone fosse Jessica Fletcher, anzichè la bambola di turno. Che film ne verrà fuori?

(Carlo Necchi)