E’ stata la prima italiana a conquistare una medaglia d’oro ai Campionati Mondiali di ginnastica artistica, a Aarhus nel 2006: Vanessa Ferrari è senza dubbio la migliore ginnasta italiana, e dopo essere stata lontana dalle gare per 500 giorni a causa della rottura del tendine d’Achille è tornata in pedana. Come previsto la Farfalla di Orzinuovi lo ha fatto alla grande, partecipando alle gare di Coppa del mondo di ginnastica a Melbourne, Baku e Doha, salendo tre volte sul podio e mettendo da parte punti pesanti per le prossime Olimpiadi di Tokyo. Del resto Vanessa Ferrari non ha mai nascosto di voler rifarsi della medaglia mancata per un cavillo e del quarto posto alle Olimpiadi 2012 di Londra nel corpo libero. Ora le Olimpiadi di Tokyo potrebbero rappresentare la sua rivalsa e l’ennesima occasione per entrare ancora di più nella storia di questo sport. Abbiamo sentito proprio Vanessa Ferrari: eccola in questa intervista esclusiva a ilsussidiario.net.
Un rientro alla grande a Melbourne dopo 500 giorni di assenza: cosa hai provato dopo questo successo in Coppa del Mondo? E’ stata dura ma ce l’ho fatta. I miei sacrifici sono stati ripagati e soprattutto ho avuto la conferma che non mi sbagliavo. Sapevo di poter tornare a buoni livelli ed ho avuto ragione.
Come hai fatto a recuperare dopo l’infortunio? Quando sono arrivata di faccia sulla pedana di Montreal, con il tendine spezzato, il primo pensiero che ho avuto è stato quello di smettere. La delusione non mi permetteva di ragionare. Poi con il passare dei giorni, delle settimane, con l’operazione che tutto sommato era andata bene, ho ripreso in considerazione un possibile ritorno alle gare e così gradualmente sono tornata in palestra. Medici e fisioterapisti non mi hanno mai mollata un solo momento e così mi sono rimessa in gioco.
Le prove di Coppa del Mondo a cui hai preso parte sono andate molto bene: meglio del previsto oppure era tutto calcolato? Sono soddisfatta ed anche se sono solo due medaglie di bronzo (a Baku e Doha, ndr) e non d’oro come quella di Melbourne: quei due terzi posti mi permettono di lottare per la conquista del primo posto nella classifica generale.
Il tuo primo obiettivo saranno i Mondiali di Stoccarda in Germania? No. Di concerto con i miei allenatori Enrico Casella e Anna Samadello abbiamo deciso di intraprendere una strada diversa. Il pass olimpico lo cercherò attraverso la Coppa del Mondo.
Sguardo puntato solo su Tokio? E’ l’unico motivo per il quale mi sono rimessa in gioco. Non devo dimostrare niente a nessuno. Ho un conto in sospeso con me stessa e mi piacerebbe saldarlo.
Il corpo libero è tua specialità preferita: quali sono le tue rivali principali? Di avversarie ce ne sono tantissime, ma non ho mai effettivamente tenuto conto di questo aspetto. Mi piacerebbe arrivare per una volta all’appuntamento che conta nelle condizioni migliori per giocarmi una medaglia. E’ il mio unico desiderio.
Qual è stata la vittoria più bella nella tua carriera? Le vittorie sono tutte belle ed emozionanti. Mi sarebbe piaciuto vincere il titolo di campionessa del mondo a vent’anni e non a sedici perché me lo sarei goduto di più. Però effettivamente l’oro ai campionati del mondo è stato il mio successo più importante.
E il tuo rimpianto più grande? Il rimpianto è quello che troppe volte mi sono dovuta fermare a causa degli infortuni. Penso di essere assolutamente in credito con la fortuna e questo aspetto possa contare in queste ultime cartucce che mi rimangono da sparare. Se parliamo del singolo episodio, della singola competizione, il bronzo che non mi hanno consegnato alle olimpiadi di Londra per un cavillo del regolamento è certamente stata la mia delusione più grande,.
Ti abbiamo visto in televisione ospite di Fabio Fazio: che esperienza è stata? Mi hanno accolto molto bene. E’ stata una bella serata accanto a tante persone importanti dello spettacolo. Una bella vetrina per me in una serata nella quale mi sono divertita.
Davanti a milioni di telespettatori hai dichiarato di volersi fare operare nuovamente: cosa c’è che non va? Approfitto della sosta delle gare di Coppa del Mondo che riprenderanno solo ad autunno inoltrato per farmi rimettere in sesto. Un paio di operazioni non particolarmente invasive a tutte e due le caviglie che dovrebbero permettermi una maggiore efficacia degli allenamenti. Tre mesi più o meno di stop, per arrivare a novembre, quando a Cottbus riprenderà il circuito iridato, in piena forma per il rush finale che varrà la qualificazione olimpica per il Giappone.
Come hai iniziato a fare ginnastica artistica? Guardavo la televisione, vidi una ginnasta sulla trave e dissi a mia mamma che mi sarebbe piaciuto provare. Mi portò invece in una palestra dove facevano danza, ma non durò molto. Pochi giorni dopo finalmente mi accompagnarono in una palestra di ginnastica artistica e non ho più smesso.
Quanto è stato importante per la tua carriera, la tua società, la Brixia Brescia? Direi fondamentale. Sono arrivata a Brescia a otto anni e da li non mi sono più mossa. Uno staff tecnico, una struttura ed un’organizzazione perfetta per chi come me voleva sin da bambina andare alle olimpiadi.
Come giudichi il momento della ginnastica italiana? E’ un gran momento. A Brescia soprattutto in questo periodo ci sono delle ginnaste giovani molto forti, Giorgia Villa, le gemelle D’Amato ed Elisa Iorio in particolare, se continueranno a crescere in questo modo, se continueranno ad avere voglia di imparare, penso che potranno fare molto bene.
Ti sei ispirata a qualche campione, campionessa della ginnastica artistica? Nessun campione da imitare o emulare. Mi sono sempre ispirata a me stessa, alla mia voglia di migliorami attraverso il lavoro in palestra.
Quali sono le tue passioni, i tuoi hobbies? Cosa fai nel tempo libero se ne hai? Non ho mai tanto tempo libero. In questi ultimi mesi poi ho dovuto provvedere a ristrutturare la nostra nuova casa. Io e il mio compagno Simone abbiamo preso una villetta e praticamente da soli l’abbiamo rimessa a nuovo. Sono molto orgogliosa di questo.
Vorresti insegnare ai ragazzi dopo la fine della tua carriera? Fino a quando andrai avanti a proposito? Ho messo nel mirino la mia quarta partecipazione olimpica e quindi non vado oltre nel progettare il futuro. Dopo l’estate dell’anno prossimo valuterò ciò che vorrò fare del mio futuro. Penso di rimanere comunque nell’ambiente, anche se essendo Caporal Maggiore Scelto dell’Esercito non è detto che quella militare non possa essere una strada percorribile.
Hai dei sogni che vorresti realizzare? E’ uno solo. Per scaramanzia non lo dico, comunque tutti lo sanno e riguarda i cinque cerchi olimpici…
(Franco Vittadini – Mauro Mantegazza)