Nella cornice di un Olimpico strapieno, si accenderà oggi alle ore 16.00 la sfida di rugby tra Italia e Irlanda, terzo banco di prova per questa edizione 2019 del 6 Nazioni. La sfida ovviamente non si annuncerà affatto semplice per la nazionale di O’Shea, che arriva da due sconfitte di fila, l’ultima rimediata contro il Galles, favorito come la squadra del trifoglio, alla vittoria del torneo. L’Irlanda, campione in carica, ha sì vinto contro la Scozia, ma ha incassato un pesante KO nel match contro l’Inghilterra, che ancora deve essere riscattato, magari oggi pomeriggio ai danni degli azzurri, tra l’altro privi di Sergio Parisse. In ogni caso ci aspetta grande rugby oggi allo stadio Olimpico. Per presentare Italia-Irlanda abbiamo sentito Vittorio Munari: eccolo in questa intervista esclusiva a ilsussidiario.net.
Che partita sarà? Una partita difficile contro un’avversaria di grande valore tecnico. Il problema dell’Italia è che pur migliorando non l’ha fatto come alcune nazionali, come l’Inghilterra, il Galles, l’Irlanda e la stessa Scozia che sono riuscite a farlo molto più di noi. In particolare con la Scozia questa cosa si è fatta particolarmente sentire.
Su cosa hanno lavorato queste formazioni? Le nazioni anglosassoni sanno lavorare su uno staff di più persone, cosa che non sta facendo la Francia che sta risentendo molto per questo suo momento di crisi e anche l’Italia. Le nazioni latine puntano sempre sull’aspetto individuale del rugby e questo alla fine può essere un problema.
C’è qualcosa che poi ci manca più? La maturità fisica per tenere una partita c’è, l’impatto fisico rispetto a un incontro non c’è ancora!
Pensa che gli azzurri possano fare l’impresa? Bisognerebbe che l’Irlanda decidesse di sottovalutarci, che non schierasse tutta la formazione titolare. Il Galles per esempio non l’aveva fatto con noi. Potrebbe essere un vantaggio importante per gli azzurri. Tutte le nazionali che non partono mai con la formazione base possono risentirne alla fine.
Si aspetta in questo senso qualche invenzione del ct O’Shea che conosce bene la “sua Irlanda”? No, O’Shea potrà fare poco in questo senso, se una squadra è superiore, gioca meglio di te alla fine la sconfitta viene di conseguenza. Non c’è da meravigliarsi in questo senso.
Quanto conterà l’assenza di Parisse? Bisogna iniziare a capire che prima o poi dovremo fare a meno di Parisse e giocare anche senza di lui. Quello che conta adesso è il doppio filo che lo lega a O’ Shea, che ne fa un leader dell’Italia.
Su cosa punteranno i nostri avversari? Punteranno a non farci prendere la palla, a gestirla fino in fondo per fare il match e poterla portare avanti nel modo ideale.
La loro fisicità potrebbe metterci in difficoltà? Direi proprio di sì, del resto è una caratteristica del loro rugby, del loro gioco e sono superiori a noi su questa cosa.
Irlanda tra le possibili vincitrici del Mondiale? La possibilità c’è ma il successo nel prossimo Mondiale dipenderà anche da come si presenteranno le varie nazionali in Giappone. Avere molti infortunati potrebbe condizionare le varie formazioni favorite per vincere nel paese del Sol Levante.
Una cosa comune a tutte le favorite del Mondiale? E’ una cosa che caratterizzerà anche gli All Blacks, anche l’Inghilterra, anche il Galles. Per questo per tutte le nazionali il vero appuntamento di questo 2019 sarà il Mondiale, tutto ruoterà attorno ad esso.
Il suo pronostico su quest’incontro. Sulla carta l’Irlanda appare favorita, sopratutto se giocherà come due anni fa. Poi se se l’Italia riuscisse a vincere potrebbe proprio dipendere dall’andamento dell’incontro, dal fatto che l’Irlanda ci sottovaluterà. Non sarà facile però ottenere questo successo!
Come vede invece i prossimi incontri con l’Inghilterra e la Francia? L’Inghilterra non l’abbiamo mai battuta, soprattutto adesso andare vincere a Twickenham mi sembra molto difficile. Con la Francia potremmo anche riuscire a farcela, dipenderà come si troverà la nazionale transalpina l’ultimo turno del 6 Nazioni. Se non avrà più niente da chiedere potremmo anche batterli e approfittare del loro momento di confusione che stanno vivendo.
(Franco Vittadini)