Da giocatore perennemente sul mercato a quello più decisivo che c’è tutt’ora nella Lazio. Libor Kozak è l’uomo del momento, la favola più bella di questo 2011. Come un alunno modello, il gigante ceco supera un esame dietro l’altro. A suon di sportellate, botte e goal, non solo si è fatto largo all’interno della squadra, ma ha superato gerarchie assodate e ben delineate da tempo. I numeri e i goal parlano chiaro: in campionato è andato a segno, in media, ogni 58 minuti e mezzo.



Mica male per uno sconosciuto arrivato alla Lazio nel 2008 a soli 17 anni, con tanti sogni e belle speranze. Da un paesino della Slesia ai fasti dell’Olimpico: la favola di questo ragazzone parte dalla lontana Brumov-Bylnice, un piccola frazione di seimila abitanti vicino Opava (Repubblica Ceca). Alto (1.98) e magro, veste più i panni di un Peter Crouch che quelli di un ariete tutto massa e muscoli. L’iPod sempre a portata di mano, musica house e la voglia di giocare nel calcio che conta. Ma prima di tutto lavoro e sacrificio, è questo il suo credo, la sua filosofia di vita.



Un’infanzia passata tra studio (si è diplomato nel 2008 all’istituto alberghiero di Opava), tennis e rovesciate sul divano di casa. Tante furono le finestre e i vasi di coccio distrutti per prendere la decisione che l’ hanno poi spinto a seguire il pallone. Scartato dal Portsmouth, a Walter Sabatini bastano 30 secondi di dvd per convincersi, a Lotito anche meno. Arriva a Formello per 1.6 milioni di euro e viene subito aggregato con la Primavera. Messo spesso sul mercato a prezzo di saldo come fosse una figurina da scambiare, il centravanti biancoceleste resta alla corte di Reja e nel 2010 comincia il suo show personale.



KOZAC TRA PASSATO E FUTURO DELLA LAZIO, CONTINUA A LEGGERE CLICCANDO SULLA FRECCIA

Prima decisivo contro il Bologna, il quale si procura il rigore con cui la Lazio batte i rossoblù. Poi il primo goal in serie A contro i viola che vale la prima vittoria biancoceleste lontano dall’Olimpico. Dopodiché la rete decisiva contro la Samp, l’ottima prova nel derby di Coppa Italia ed infine la doppietta di sabato contro gli uomini di Mihajlovic. Predestinato è dire poco. Come all’andata la Fiorentina cade sotto i colpi del ragazzo venuto dall’Est. Il ceco si procura un rigore che lui stesso si incarica di battere, lasciando per un attimo lo stadio in un vortice di perplessità.

 

Emozione? No, grazie. Palla da una parte, portiere dall’altra e tifosi in festa. Ma non è finita, perché 5 minuti più tardi il serbo concede il bis con un colpo di testa, pezzo pregiato del suo repertorio, che non lascia scampo a Boruc. Insomma dopo 22 giornate Edy Reja “scopre” di avere quel centravanti tanto sognato e inseguito in Italia e in Europa. Non è elegante, ma efficace. Non regala il numero da applausi, ma segna con regolarità e questo è quanto basta. Lotito lo ha tolto dal mercato, Reja, invece, è pronto ad inserirlo in campo ancora una volta. Magari già da domani, quando i biancocelesti faranno visita al Milan capolista. Con Floccari infortunato e Zarate fermo per squalifica, a guidare l’attacco ci sarà ancora il giovane “vecchio” che ormai non è più un portafortuna, ma una solida certezza.

 

(Luca Stoduto)