Ma la fantasia dov’è finita? Oltre alla concretezza tanto cara a Reja, la Lazio in queste ultime giornate di campionato sembra aver smarrito quella “inventiva” che nella prima parte della stagione le ha permesso, attraverso le giocate dei suoi singoli, di risolvere le gare.  Ma nonostante i cinque goal fatti in sette partite, il sole a Formello riesce tutto sommato ad essere ancora splendente, anche se della squadra che tempo fa guardava il Milan dall’attico del suo +4 in classifica, (era fine Ottobre) sono rimasti gli avanzi.



Il mese nero di Edy Reja comincia con un pareggio in casa contro il Chievo che somiglia, per come si è sviluppato, alla sconfitta contro il Lecce e alle vittorie ansimanti contro Samp e Fiorentina (sempre all’Olimpico). L’involuzione è sotto gli occhi di tutti, mascherata in qualche maniera dagli alti e bassi  delle concorrenti, che faticano a dichiarare le proprie intenzioni. E nel frattempo con i goal di Kozak (contro Samp e Fiorentina) e un numero da circo di sua eminenza Hernanes i punti si rimediano. Ma Domenica contro il Chievo di Pioli, schierato con eccessiva prudenza a cinque in difesa, un solo calcio d’angolo è stato sufficiente  per far venire giù il castello delle figurine biancocelesti.



Da li in poi il buio tattico totale, mentre qualcosina nel primo tempo si era intravisto. Anche se dalla quarta in classifica c’è d’attendersi, se non un una vaghissima traccia di gioco, almeno una furia agonistica da campionato argentino. Argentino come Zarate, l’artista incompreso. Un genio sigillato in una lampada incapace, in quasi 80 minuti, di commutare la rabbia accumulata per la squalifica alla rissa di Bologna, in qualcosa di calcisticamente concreto.

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Sostituito come Hernanes, quando la luce si era comunque spenta già da un bel pezzo. I tifosi sognano la Champions, ma la Lazio? Ora che la soglia dei 40 punti salvezza è stata superata, l’obiettivo si chiama Europa League. Insomma come dire: un passo per volta senza strafare.



 

Paura più di cadere e di essere risucchiati in classifica che provare a volare in alto. Ma per farlo il tecnico goriziano si affiderà anche ai rientranti Floccari e Rocchi, perché Olympia e le sue ali evidentemente non bastano più.

 

(Luca Stoduto)