Lazio-Rabotnicki è la partita che segna il debutto ufficiale all’Olimpico per la nuova Lazio di Edy Reja. I biancocelesti scendono in campo alle ore 21 contro il Rabotnicki per la partita di andata del preliminare di Europa League. E’ il primo incontro in assoluto della Lazio contro  una formazione macedone e lo stesso vale per il Rabotnicki  che non ha mai incontrato una squadra italiana. 
La Lazio giocherà con quella che presumibilmente sarà la formazione tipo dei biancazzurri in formato 2011-2012 (con l’eccezione di Konko, fermo a i box e indisponibile per questa gara al pari di Sculli e Stankevicius) un 4-2-3-1 con Marchetti tra i pali, difesa a quattro con, da destra a sinistra Scaloni, Biava, Dias e Radu, cerniera di centrocampo formata da Brocchi e Ledesma. Quindi i tre trequartisti: Hernanes al centro, Mauri a destra, Cissé che parte da sinistra per diventare seconda punta al fianco di Miro Klose. In panchina Mauro Zarate che sta diventando sempre più in caso. Per la Lazio è il ritorno in Europa dopo due anni quando uscirono dalla Coppa Uefa per mano del Levski Sofia. Ora Reja tiene molto a questo incontro, anche per capire “lo stato dell’arte” di una squadra che si è rinforzata a dovere e che potrebbe spiccare il volo. “La carrozzeria è buona – ha spiegato l’allenatore – Ora vediamo com’è il motore e se c’è la benzina”.
Il Rabotnicki, formazione di Skopje, capitale della Macedonia, giocherà con un 4-3-3 composto da Dimitrievski; Todorovski, Najdoski, Lazarevski, Petrovic; Muarem, Vujcic, D.Velekovski; Nastevski, Manevski, K.Velkoski.Anche se i macedoni non sono certo un avversario che mette particolari timori (tra l’altro mai una squadra macedone ha segnato anche solo un gol a formazioni italiane), Reja è cauto: “Il Rabotnicki ha già fatto 3 partite di campionato e altrettante in Europa. Ha 6 gare nelle gambe ed è più avanti a noi per quanto riguarda la condizione atletica. Certo, i valori possono essere diversi: ma non bisogna sottovalutare avversari che giocano molto bene anche in trasferta, si chiudono e ripartono”. Insomma, Reja vuole massima concentrazione e nessun calo di tensione, anche se la gara dovesse mettersi bene. Le grandi squadre si costruiscono iniziando dalle piccole vittorie e prendendo sul serio ogni confronto.



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