Edy Reja vuole il riscatto. La sconfitta di domenica scorsa contro l’Inter non gli è andata per niente giù, e lo ha gridato ai quattro venti. Gli episodi, a suo dire, hanno condannato la Lazio, e non tutti sono stati episodi puramente tecnici, per così dire. Anche l’arbitro Rizzoli avrebbe fatto la sua parte: a supportare Reja nella sua tesi, ci si è messo di mezzo anche il direttore sportivo Igli Tare, che ha parlato a nome di tutta la società biancoceleste. Il calendario, per quegli strani scherzi del destino, mette subito gli aquilotti di fronte alla possibilità di rifarsi, proprio in quel di San Siro. Avversario, stavolta, sarà l’altra milanese, il Milan campione d’Italia, in un match valevole per i quarti di Coppa Italia. Un torneo spesso snobbato, ma che quest’anno sta regalando incroci d’altissimo livello: basti pensare allo scoppiettante Juventus-Roma di ieri sera. Chi vincerà domani, tra l’altro, troverà proprio l’armata di Antonio Conte sulla propria strada. Un’armata fin qui invincibile, alla lettera, ma questa è un’altra storia. Reja deve pensare prima a domare il Diavolo, e per farlo schiererà, come annunciato in conferenza-stampa, la miglior Lazio possibile. Tutte le competizioni, ha spiegato il mister, sono importanti, e vanno affrontate con la massima concentrazione. Soprattutto così, del resto, si cresce e ci si mette sulla strada giusta per diventare una big a tutto tondo: cercando di vincere sempre e comunque. La formazione è praticamente fatta: “Se stanno bene quelli impiegati domenica, giocano loro”, fa sapere il tecnico goriziano. La ferita del ko con l’Inter brucia ancora: “Non posso dire nulla alla squadra per la prestazione fornita”. La Lazio, secondo Reja, ha giocato sicuramente meglio degli avversari, che “non hanno visto palla prima del gol del 2-1”. E poi c’è stato lui, l’arbitro Nicola Rizzoli, che pure avrebbe messo il suo mattoncino nella composizione di una serata amarissima per i colori biancocelesti. Nessuno, però, pensi ad un Reja che non si assume le proprie responsabilità. Noi tutti, ha specificato, dobbiamo fare un po’ di sana autocritica. Alla squadra è mancato il necessario cinismo, e gli avversari sono stati bravi a sfruttare ogni minimo errore.
Fermo restando che “se giochiamo a questo livello, non potrà andarci sempre male”, prova a consolarsi l’allenatore. Che chiede un’Aquila ruggente, per voltare pagina e guadagnarsi la Juve.