Una grande sfida al Barbera tra Palermo e Lazio. I padroni di casa che hanno ottenuto 27 dei 31 punti realizzati in questo campionato entro le mura domestiche. Gli ospiti che hanno bisogno dei tre punti per restare davanti all’Udinese, che gioca in contemporanea a Udine contro il Cagliari, e mantenere la terza posizione in classifica che significa l’accesso ai preliminari della prossima Champions League. Palermo e Lazio, imperativo categorico comune, la vittoria, seppur per motivi diversi: restare in scia delle grandi d’Italia per i rosa-nero, ottenere un posto tra le grandissime d’Europa per i bianco- celesti. This is the game, direbbero i colleghi dell’NBA, questa è Palermo- Lazio.
– Bella partita al Barbera, come da pronostico. Tuttavia, per chi si attendeva un match equilibrato i primi 45 minuti non hanno riservato un copione fedele alle attese. La Lazio è arrivata alla conclusione un paio di volte durante l’intera prima frazione di gara, rendendosi discretamente pericolosa solo su tiro al volo di Alfaro, respinto in tuffo da Viviano. Per il resto, è stato esclusivamente Palermo. Dapprima pericoloso su due colpi di testa, uno di Mantovani e uno di Miccoli, entrambi di poco a lato del palo sinistro della porta difesa da Marchetti. Al 10′ i padroni di casa sbloccano meritatamente il risultato: rimessa laterale di Pisano prolungata di testa da Migliaccio, finisce tra i piedi di Miccoli, che prima aggancia il pallone di collo e poi lo serve all’indietro col contagiri per Barreto che conclude a rete con un rasoterra di destro che si infila all’angolino basso. La Lazio abbozza una reazione con un assist di Klose, migliore in campo dei suoi, per il taglio di Alfaro anticipato in uscita da Viviano. Ma al 20′ è ancora una volta Palermo: Balzaretti avanza sulla destra e, anziché puntare il fondo come fatto diverse volte in precedenza, scarica per vie centrali su Donati, che si gira con un dribbling e lascia partire un destro strepitoso che si infila all’incrocio dei pali sulla sinistra di Marchetti. È il raddoppio ancora una volta meritato dei padroni di casa. La Lazio sembra aver accusato il colpo e non riesce a risollevare la testa. Addirittura il Palermo arrotonda il risultato in chiusura di primo tempo, con colpo di testa di Silvestre, lasciato solo in mezzo all’area, su punizione perfetta del solito Miccoli, che pennella di continuo traiettorie alla Pinturicchio per i compagni. La prima frazione di gara si chiude perciò sul punteggio di 3-0 per i padroni di casa, relativamente al quale gli ospiti non possono avere nulla da recriminare. Vedremo se nel secondo tempo ci sarà una partita o se sarà soltanto una passerella per i rosa-nero.
– Il secondo tempo comincia allo stesso modo di com’era finito il primo: pallone conquistato a centrocampo da Donati, scaricato sulla destra per Barreto e servito splendidamente in profondità premiando lo scatto di Budan, che a tu per tu con Marchetti piazza un rasoterra che lambisce il palo e si insacca in rete per il 4-0 del Palermo. Poker calato! Neanche il tempo di ricollocare il pallone sul dischetto di centrocampo, che i rosa-nero lo riconquistano con Ilicic: uno sguardo al taglio di Miccoli, un assist geniale sulla corsa del pugliese e un rasoterra che non lascia scampo al povero Marchetti. Il poker diventa manita, con cui il Palermo saluta gli avversari, scomparsi dal terreno di gioco. Il resto del match è accademia palermitana: da segnalare una notevole punizione di Miccoli dai trentacinque metri, bloccata a fatica dal portiere laziale, e un colpo di testa di Gonzalez che permette a Viviano di esaltarsi compiendo un miracolo con la mano destra, con cui leva un pallone già battezzato da tutti in rete. Se a un Palermo stratosferico si aggiunge pure un Viviano in versione Buffon, si riducono notevolmente le speranze della Lazio di riuscire a segnare il gol della bandiera. E se a tutto questo si aggiunge l’espulsione di Dias per doppia ammonizione e pure quella di Reja per proteste (francamente incomprensibili sul 5-0), il finale sembra scritto. Ma il calcio è bello proprio perché assurdo, a volte quasi senza senso: all’ultimo minuto di gioco, quando Mutti già pregustava l’imbattibilità della propria porta e Reja già pensava soltanto al viaggio di ritorno a Roma, Kozac conclude a rete un pallone arrivatogli tra i piedi dopo una serie di rimpalli tra Matuzalem e mezza difesa del Palermo. È il gol della bandiera, che fissa il punteggio sul definitivo 5-1. Una partita senza storia: vittoria meritatissima per un Palermo fantastico, sconfitta molto pesante (ma non eccessiva) per una Lazio inconsistente e arrendevole. Unica pecca dei padroni di casa, qualche errore di distrazione di troppo dovuti a cali di tensione, comprensibili ma non scusabili.
PALERMO-LAZIO 5-1 (primo tempo 3-0)
MARCATORI: Barreto al 9′. Donati al 19′, Silvestre al 41′ p.t.; Budan al 1′, Miccoli al 5′, Kozak al 39′ s.t.
PALERMO (4-3-1-2): Viviano; Pisano, Silvestre, Mantovani, Balzaretti; Migliaccio, Donati, Barreto (dal 26′ s.t. Bertolo); Ilicic; Miccoli (dal 32′ s.t. Della Rocca), Budan (dal 17′ s.t. Vazquez) . (Tzorvas, Munoz, Zahavi, Acquah). All. Mutti.
LAZIO (3-5-2): Marchetti; Zauri, Ledesma, Dias; Gonzalez, Matuzalem, Hernanes (dal 31′ s.t. Scaloni), Candreva, Lulic; Klose (dal 1′ s.t. Kozak), Alfaro (dal 20′ s.t. Mauri). (Bizzarri, Sbraga, Zampa, Garrido). All. Reja.
ARBITRO: De Marco di Chiavari (Scariolato-Di Fiore/Russo).
NOTE: espulsi Dias al 28′ s.t. per doppia ammonizione, Reja al 37′ s.t. per proteste, ammoniti Matuzalem al 17′ s.t., Candreva al 37′ s.t., entrambi per g.s. Recuperi: 1′ nel p.t., 2′ nel s.t.
PAGELLE
Palermo
Viviano, 6,5: impegnato in poche occasioni. Su un paio di conclusioni da fuori non è impeccabile nel bloccare il pallone, concedendo pericolose ribattute agli attaccanti avversari. Si riscatta compiendo un intervento miracoloso su colpo di testa a botta sicura da pochi passi di Gonzalez, sul quale riesce a respingere la palla con la mano destra in tuffo sulla linea di porta. Incolpevole sul gol di Kozac
Pisano 6: non spinge come Balzaretti sulla fascia opposta, tuttavia riesce a contenere senza problemi un innocuo Lulic, poco ispirato questa sera. Preciso, ma non eccellente: sufficiente
Silvestre 7: buona prestazione del centrale palermitano, coronata dal gol di testa su calcio piazzato. Nei primi minuti del primo tempo in ritardo in chiusura su Alfaro e Klose, concedendo un paio di volte il tiro in porta da posizione pericolosa. Nella seconda parte della prima frazione prende le misure, e le mantiene per tutto il corso del match. Ottimo lo stacco di testa in occasione del terzo gol del Palermo su cross da calcio piazzato del solito Miccoli
Mantovani 6,5: come il compagno di reparto, ci mette un quarto d’ora a prendere le misure sugli attaccanti laziali. Dopodiché, nessun pericolo per la difesa rosa-nero grazie anche a una sua buona prestazione sia per senso della posizione sia per puntualità negli interventi
Balzaretti 7: sulla sinistra è un treno. Non si ferma mai: continue incursioni offensive fino alla linea di fondo per arrivare al cross (sempre preciso in mezzo all’area) accompagnate da costanti recuperi difensivi dopo ogni azione d’attacco. Sembra avere qualche polmone in più degli altri: freccia rossa
Migliaccio 6: sempre al suo posto davanti alla difesa, qualche volta concede il tiro da fuori a Hernanes e Candreva, ma raramente non si fa perdonare l’azione successiva con un recupero difensivo o un’incursione offensiva pericolosa. Un grande cuore messo a disposizione della squadra, lo spirito di sacrificio è la sua arma vincente, il suo lavoro sporco rende la vita più agevole per il compagno di reparto Donati. Una vita da mediano, lavorando come Oriali…
Donati 8,5: è il migliore in campo in assoluto. Oltre a una prestazione perfetta sotto ogni aspetto, dall’impostazione di gioco, agli inserimenti offensivi, alla fase di copertura (quando richiestagli), è anche l’autore del gol più bello della serata: una conclusione di destro da posizione defilata sulla sinistra al di fuori dell’area di rigore che si insacca all’incrocio dei pali alla sinistra di Marchetti. Niente da aggiungere: porta a casa il pallone
Barreto 7: il suo gol, un destro rasoterra molto angolato, è quello che apre le danze questa sera. Non è stata una prestazione eccelsa, ma va premiato come vanno premiati tutti coloro che danno l’incipit a qualcosa di grande e strepitoso che eccede, come collettivo, il proprio talento individuale. Da segnalare anche il bell’assist di esterno in occasione del gol di Budan in apertura di ripresa
Bertolo s.v.: subentrato a Barreto
Ilicic 7: si muove moltissimo tra le linee di difesa e centrocampo laziali, creando il panico fra i difensori avversari. Nessuno riesce a tenerlo: se provano a marcarlo a uomo in una zona di campo, lui va a cercarsene un’altra costringendo l’uomo a staccarsi o a lasciare una voragine per i compagni di squadra. Grande intelligenza tattica e soprattutto grande tecnica: nella posizione di trequartista ha una visuale di gioco tale da permettergli di vedere i movimenti dei compagni e fornire loro assist con continuità. Suo è l’assist per Miccoli in occasione del quinto gol palermitano
Budan 7: grande presenza nel reparto offensivo, non solo statica, ma anzi soprattutto dinamica. Incrocia di continuo la posizione con Miccoli, senza dare punti di riferimento ai difensori bianco-celesti. Sempre attento alla posizione, evita la trappola del fuorigioco sull’assist di Barreto e conclude in rete con un diagonale a fil di palo il gol del 4-0 che chiude definitivamente i giochi
Vazquez 6,5: subentrato a Budan, ha il merito di causare l’espulsione di Dias in occasione di un’incursione per vie centrali che ha costretto il centrale laziale ad atterrarlo per evitare che si trovasse in area a tu per tu col portiere
Miccoli 8: la classe di questo giocatore non ha nulla da invidiare a quella dei fuoriclasse che ogni anno lottano per vincere trofei nazionali e internazionali. Evidentemente la provincia è l’ambito in cui questo talento sopraffino trova la miglior espressione, lontano dalla pressione e dall’ansia da prestazione dei grandi club. Anche oggi il Romario del Salento ha confezionato due assist, il primo per Barreto, il secondo per Silvestre, e un gol. Si dice anche che abbia perso tre chili nell’ultimo mese. Più di così, non so cosa si possa chiedergli…
Della Rocca s.v.: subentrato a Miccoli
Lazio
Marchetti 5: cinque come i gol che ha subito. Non c’era motivo di essere più severi, poiché nonostante il pesantissimo passivo al fischio finale, almeno quattro dei cinque gol subiti non lo ha trovato particolarmente colpevole. Gli si possono recriminare delle incertezze in uscita, ma nient’altro. Salva la faccia, certamente più di tanti compagni di squadra
Zauri 5: la sua presenza non si è nemmeno notata, il che, considerando il punteggio, non è certamente un bene. Non riesce a tenere una volta gli attaccanti avversari, i quali infatti fanno letteralmente quello che vogliono dal suo lato (ma non solo dal suo). Non sufficiente, o meglio, nemmeno pervenuto
Ledesma 5,5: come al solito, è l’ultimo ad arrendersi. Dà il massimo e cerca di guidare la squadra pure nella posizione di centrale difensivo in cui lo ha reinventato Reja, causa emergenza. Evidentemente il suo arretramento non favorisce la manovra della Lazio, soprattutto in fase offensiva, che infatti manca di creatività e precisione al momento dell’ultimo passaggio. Non raggiunge la sufficienza perché del resto non può, da solo, rammendare gli squarci di un intero reparto
Dias 4: prestazione pessima, forse una delle peggiori da quando veste la maglia della Lazio. Non solo una serie infinita di errori, la maggior parte banali, in fase di disimpegno, ma anche l’espulsione per doppia ammonizione sul punteggio di 5-0 per gli avversari, a partita ormai conclusa. Irriconoscibile
Gonzalez 5: inesistente in fase offensiva, inutile in fase di copertura. Potrebbe segnare il gol del 5-1 ma Viviano gliene nega la soddisfazione con un intervento miracoloso sulla linea di porta. Grandi meriti all’estremo difensore palermitano, altrettanti demeriti per l’argentino, che da due passi non è riuscito a insaccare
Hernanes 5,5: è chiaramente il più forte dei suoi, sotto ogni punto di vista. Tira, dribbla, passa, il tutto con l’estrema eleganza che lo contraddistingue. Ma essere il più forte non basta, bisogna anche essere il migliore in campo, e fare la differenza quando nessun altro dei compagni riesce a farla. Questo ci si aspetta da un fuoriclasse come lui, ma non è quello che si è visto stasera a Palermo. Il problema di essere un fuoriclasse è che ci si aspetta sempre quello che per gli altri giocatori risulterebbe impossibile: vincere una partita da solo. Forse il profeta non ha ancora raggiunto questo livello di maturità. O almeno non lo ha dimostrato
Scaloni s.v.: subentrato a Hernanes
Matuzalem 5: chiamato a sostituire Ledesma, più arretrato, in cabina di regia a centrocampo, dirige un film che si rivela un film dell’orrore per i suoi. Non ha certamente né i piedi né la visione di gioco di Ledesma, tuttavia oggi ha commesso troppi errori in fase d’impostazione del gioco, concedendo in più occasioni ripartenze letali per il Palermo
Candreva 4: a parte due conclusioni da fuori terminate ampiamente a lato della porta difesa da Viviani, non ha prodotto nulla dal punto di vista del gioco offensivo. Assolutamente insufficiente
Lulic 4: è il lontano parente dell’inarrestabile giocatore che seminava il panico sulla fascia, saltando sempre l’uomo e arrivando a mettere in mezzo cross tesi e pericolosi. Questa sera non è sceso una volta sulla fascia destra, non ha nemmeno provato a saltare l’uomo e sembrava avesse dimenticato come crossare un pallone in area. Come molti altri suoi compagni, irriconoscibile
Klose 6,5: vale quanto detto per Hernanes: è un fuoriclasse. A differenza di Hernanes, nel primo tempo ha tentato di dare una svolta alla partita, confezionando due preziosi assist per Alfaro, mal sfruttati dal compagno. Costretto per un infortunio ad abbandonare il campo durante l’intervallo. È uno dei pochissimi che si salva questa sera
Kozac 6,5: subentrato a Klose nella ripresa. Entra e segna. Questo è quello che deve fare un attaccante, sul 5-0 come sullo 0-0. Impeccabile
Alfaro 4: era il suo debutto in serie A, si parlava di un giovane fenomeno dall’Uruguay, e già alcuni iniziavano a fare paragoni affrettati. La prestazione di questa sera ridimensiona gli euforici: a parte un tiro al volo ben indirizzato, le altre occasioni (almeno un paio nitide) che gli si presentano finiscono su al terzo anello del Barbera. Male la prima, c’è tutto il tempo di rifarsi
Mauri s.v.: subentrato ad Alfaro nella ripresa
(Pietro Macchiarella)