Edy Reja non è più l’allenatore della Lazio. Il tecnico friulano ha rassegnato le proprie dimissioni questo pomeriggio, a seguito dell’ennesimo screzio con la dirigenza biancoceleste, consumatosi nel vertice di ieri a Formello. Sia che le dimissioni vengano accettate o meno da Lotito, resta una decisione clamorosa ma, purtroppo, nell’aria già da un po’. Per analizzare la situazione in casa Lazio, proprio alla luce degli ultimi sviluppi, ilSussidiario.net ha intervistato in esclusiva Vincenzo D’Amico, storica mezzala della società capitolina tra gli anni 70′ ed 80′ (266 presenze 39 gol in maglia azzurra), nonché stimato opinionista televisivo. Ecco le sue impressioni a caldo.



D’Amico, un commento a caldo sulle dimissioni rilasciate da Reja.

Finalmente! Non si poteva lavorare come lavorava lui, non era messo nelle migliori condizioni. Con la Lazio ha fatto i salti mortali, ha fatto un ottimo lavoro, e ha fatto benissimo adesso a dare le dimissioni. Fossi stato in lui le avrei rassegnate già il primo Febbraio, dopo il mercato di Gennaio, in cui la Lazio gli ha indebolito la squadra invece che migliorarla com’era necessario. Quindi Reja ha fatto benissimo, anche se io me le aspettavo addirittura un po’ prima queste dimissioni.



Come ritiene che Lotito e Tare abbiano gestito la situazione?

Basta vedere la situazione della Lazio: dopo la prima sconfitta c’è stata una rivolta della società contro l’allenatore, contro la squadra, proprio per nascondere le magagne. La cosa è stata gestita malissimo da parte della società, e io già durante il mercato di Gennaio dicevo che Reja doveva dimettersi, se la società non avesse provveduto a rinforzare la squadra. Lui ha resistito ancora un po’, si è dimesso adesso: un po’ in ritardo ma ha fatto benissimo.

Sul mercato di Gennaio dove sarebbe intervenuto?



Un difensore centrale era necessario. Un centrocampista oltre a Candreva, un altro giocatore per la Lazio era necessario, indispensabile anzi. Lì sono nate le discussioni tra Reja e la società. Si poteva prendere Palombo: Reja ha detto che nessuno gliel’ha proposto altrimenti avrebbe detto di sì. Erano intenzionati a prendere Honda, ma tutto serviva meno che un giocatore con le sue caratteristiche: è un altro Hernanes. Ci sono state incomprensioni tra allenatore e società.

Sta di fatto che è arrivato Candreva…

Un altro che come qualità e predisposizione non era quello che serviva alla Lazio, anche se a me Candreva piace.

Sulla questione Cissè che idea si è fatto?

Bisogna stabilire una volta per tutte se è stato Cissè a chiedere di andar via, o la società a venderlo. Le voci dicono che il giocatore si era un po’ stancato, e la società non ha fatto niente di niente per tenerlo. Io avrei insistito ancora un po’ con lui, per vedere se riusciva fuori quel campione che era prima di arrivare alla Lazio.

Da dove nascono i problemi che Reja ha sempre avuto con la tifoseria?

Nascono dal fatto che la Lazio non ha mai dato prova di un gioco particolarmente divertente, anche se poi i risultati sono per Reja. Lo scorso anno è arrivato quarto, quest’anno finora era terzo. Era in una posizione di classifica invidiabile con una squadra che non è proprio da terzo posto. Certo, anche in virtù del fatto che sono mancate squadre come Napoli, Roma ed Inter, che come potenzialità le starebbero davanti.

Proprio visti i risultati, Reja non poteva aspettare di arrivare a Giugno?

Ha dato le dimissioni nel momento migliore: io comunque le avrei date 15 giorni prima.

A questo punto l’obiettivo in campionato resta il terzo posto, grandi ritardatarie permettendo?

Dipende da chi arriverà nel caso a sostituire Reja. Si parla di una soluzione interna con Simone Inzaghi: mi sembra molto azzardata. Gira anche il nome di De Canio: faccio il tifo per lui.