Roma-Lazio è sempre più vicina. Domenica, ore 15, andrà in scena il secondo atto stagionale della stracittadina più calda d’Italia. Tanti i temi in evidenza: Totti e De Rossi romani e romanisti, la decisività di Klose, quella corsa di Reja sotto la Nord che la Roma vuole cancellare. Ma questa partita è anche un coacervo di ricordi, di gare ormai passate alla storia, di giocatori che hanno scritto le pagine di questa rivalità infinita. Uno di questi protagonisti è Roberto Cravero, che ha giocato nella Lazio tra il 1992 e il 1995 nel ruolo di libero (quando ancora si parlava di libero e di stopper), collezionando 83 presenze e 10 gol in serie A. Con lui abbiamo “frugato” nei suoi ricordi e abbiamo parlato di come si presenta la partita di domenica. Ecco il racconto di Cravero in questa intervista in esclusiva rilasciata a ilsussidiario.net:



Cravero, in tre anni alla Lazio di derby ne ha vissuti eccome: ci dice qual è il suo ricordo più bello?

Ricordi belli ne ho avuti tanti; già partecipare al derby di Roma è importante in sè. Non voglio ricordare un derby vinto, ma un derby con un gol di Gascoigne a due minuti dalla fine: fu un pareggio, ma realizzato da un giocatore per me straordinario e che purtroppo nella vita non ha avuto molta fortuna.



E quello più brutto?

Quello più brutto, talmente brutto che l’ho anche cancellato, fu – penso – un 3-0 con Fonseca protagonista. 

Confermo: 3-0. Si riferisce a quello del 1994…

Sì esatto, parliamo di stagione 1994/1995.

C’è stato un avversario che l’ha fatta particolarmente soffrire?

Ce ne sono stati tanti, c’erano tanti signori giocatori. C’è stato anche un Totti giovanissimo contro di me. Se devo dirti un nome ti dico Fonseca per quella prestazione eccellente di cui parlavo prima; ma dirne uno solo diventa difficile.

Un giocatore di quegli anni che avrebbe tolto alla Roma e messo nella Lazio?



No, nessuno, perchè ho giocato con dei grandissimi giocatori, quindi non si guardava in casa degli altri. Davvero, ho avuto la fortuna di giocare con calciatori di livello e qualità mondiale: non si possono avere rimpianti.

Passando al presente: le piace Reja e come fa giocare la Lazio?

Un allenatore nel calcio deve essere giudicato a partire dei risultati: i risultati sono dalla parte di Reja, quindi non importa se piace o non piace. Sta portando la squadra al terzo posto in classifica con una rosa inferiore a quella di squadre che in questo momento sono sotto la Lazio; quindi, sta facendo benissimo.

Secondo lei come deve affrontare la partita la Lazio?

Io penso che il modo migliore sia giocare come ha giocato l’Atalanta domenica scorsa: chiudere gli spazi sugli esterni e poi ripartire molto velocemente.

Si faranno sentire le tante assenze?

Le assenze, soprattutto se non hai una rosa amplissima, si fanno sentire; però i giocatori che andranno in campo sono di primissimo livello. Il derby, poi, non si basa solo sulle qualità strettamente tecniche dei giocatori, ma su qualità psicologiche e mentali e sul sapere gestire pressioni e tensioni. E’ una partita a sè, sotto tutti i punti di vista.

Può indicarci quelli che secondo lei possono essere gli uomini derby in entrambe le squadre?

In questo momento per la Roma continuo a dire Totti, se è in condizione: lui sente questa partita in maniera diversa dagli altri, sa gestire la pressione e la sa tramutare in voglia e qualcosa in più degli altri. Nella Lazio sarebbe facile dire Klose, e allora dico Hernanes perchè ha un ruolo particolare: giocando dietro Klose potrebbe trovare degli spazi importanti.

Per concludere: un pronostico?

Non lo so davvero, è troppo difficile. E’ già difficile fare un pronostico in generale: in un derby è impossibile. Io spero che sia un derby corretto, un derby giocato con grande grinta, perchè secondo me queste partite devono essere giocate con un po’ di cattiveria – parliamo sempre di cattiveria agonistica – e che poi quando l’arbitro fischia passi tutto senza nessuna polemica.

 

(Claudio Franceschini)