C’è curiosità per vedere all’opera l’avversario della Lazio nei sedicesimi di Europa League: i bulgari del Ludogorets di Razgrad, comune situato nell’omonima regione a nord-est della Bulgaria. La formazione allenata da Stoycho Stoev è una vera e propria favola: promosso per la prima volta in serie A nel 2001-2012, ha subito vinto il campionato precedendo di un punto il CSKA Sofia, battuto proprio nello scontro diretto all’ultima giornata. In precedenza il Ludogorets aveva vinto anche la coppa di Bulgaria, superando in finale il Lokomotiv Plavdiv; qualche settimana dopo è arrivata anche la Supercoppa nazionale, nella finale in atto unico ancora contro il Plovdiv. Non contenta la squadra di Razgrad si è ripetuta nella stagione scorsa, vincendo il secondo titolo consecutivo e guadagnando l’accesso ai preliminari di Champions League. La sconfitta contro il Basilea ha retrocesso il Ludogorets in Europa League, dove la squadra si è ben distinta vincendo il girone B, con un ruolino di 5 vittorie e 1 pareggio (11 gol fatti e 2 subiti). Le avversarie nel gruppo erano gli ucraini del Chornomorets Odesa, il PSV Eindhoven e la Dinamo Zagabria. Il sogno europeo del Ludogorets proseguirà contro la Lazio: si prospetta una doppia sfida molto impegnativa. Nel campionato in corso la squadra è prima assieme al Litex, con 50 punti in 22 giornate (16 vinte, 2 pareggiate e 4 perse).
Solitamente il Ludogorets si schiera in campo nel modulo , flessibile in base alle esigenze di punteggio. Analizziamo i teorici titolari a partire dal portiere, il ventiseienne Vladislav Stoyanov. I terzini hanno sangue brasiliano: a destra gioca Choco, classe 1990 e scuola Santos; a sinistra Junior Calçara, ventiquattrenne acquistato dal Club Esporte e passato anche dal Gil Vicente, in Portogallo. I centrali sono il rumeno Cosmin Moti, 29 anni, e il francese Alexandre Barthè; quest’ultimo ha 27 anni ed è arrivato a Razgrad nel 2011, dal Litex che l’aveva prelevato dai transalpini del Rodez. In mezzo al campo convivono Svetoslav Dyakov, bulgaro di 29 anni nel giro della nazionale, e il mancino Hristo Zlatinski, acquistato a parametro zero dal Lokomotiv Plovdiv. Trequartista centrale è un altro brasiliano, il ventinovenne Marcelinho (Marcelo Nascimento da Costa): cresciuto nel Bragantino fu prelevato nell’estate 2011 per circa 120 mila euro, e oggi è un punto fermo della formazione bulgara. In campionato ha realizzato 8 gol (19 partite) e si può considerare una delle maggiori insidie per la Lazio. A destra è solitamente schierato Fabio Espinho, portoghese di 28 anni arrivato a parametro zero dal Moreirense; a sinistra invece Mihail Aleksandrov, mancino interessante in squadra dal 2011. L’unica punta di ruolo è lo sloveno Roman Bezjak, top scorer sia in campionato (10 gol in 17 partite) che in Europa League (4 in 5): è stato prelevato l’anno scorso dall’NK CM Celje e conta anche 3 presenze con la maglia della Slovenia. Una delle principali…
…alternative è lo spagnolo Daniel Abalo, cresciuto nel Celta Vigo e arrivato quest’anno. Il giovane da seguire invece è l’olandese Virgil Misidjan detto Vura, che spesso entra con efficacia dalla panchina: è un ala destra classe 1993.
L’entusiasmo anzitutto: il Ludogorets sta vivendo un’avventura incredibile, vincente tanto quanto inaspettata, e gioca con la spensieratezza di chi si gode il momento. Nelle partite del girone B la squadra ha mostrato organizzazione e compattezza: spesso i reparti si aiutano formando un blocco difficile da penetrare. In particolare la difesa è stata quella meno perforata della fase a gruppi (2 gol subiti), assieme a quelle di Betis Siviglia e Tottenham. La fase offensiva mescola la fisicità dei giocatori autoctoni all’imprevedibilità di quelli occidentali, brasiliani o portoghesi che siano. Attenzione anche al fattore climatico: giocare a Est è quasi sempre fastidioso.
Meglio la difesa dell’attacco, anche se l’attaccante Bezjak sa farsi valere. Sarà importante per la Lazio aggredire il Ludogorets costringendolo alla difesa, di modo da sfruttare il divario tecnico a favore. Inoltre l’altra metà della spensieratezza: l’inesperienza che caratterizza la squadra ad alti livelli.
Tre i giocatori più rappresentativi: il capitano Dyakov, il fantasista Marcelinho e il centravanti Bezjak. Dyakov è un buon interno di centrocampo, abile nella protezione della difesa e capace di spingersi in attacco all’occorrenza: le 14 presenze in nazionale testimoniano il suo valore. Marcelinho è un trequartista di buona tecnica che ama flirtare con il gol: quest’anno ne ha già realizzati 11, tutto considerato. Bezjak invece è il giocatore più in forma: sta trovando il gol con regolarità e migliorando molto in tecnica e rapidità in area.
Stoycho Stoev, bulgaro di 51 anni nato a Razgrad il 15 agosto 1962. In carriera ha guidato solo squadre nazionali: Chavdar Etropie (2007-2009), Sportist Svoge (2009-2010), Minyor Pernik (2010-2012), Montana (ma marzo ad aprile 2013) fino al Ludogorets, che allena dal luglio 2013.
(Carlo Necchi)