Quarti di finale archiviati per la Lazio. Diciamo la verità: che lo Stoccarda visto stasera possa rimontare due reti fuori casa ai biancocelesti sembra impossibile. Troppo superiore la formazione di Petkovic, che ha subito messo le cose in chiaro nel primo tempo e poi ha controllato la partita, soffrendo pochissimo e dimostrando di avere le qualità per arrivare fino in fondo. Male invece i tedeschi, cui sicuramente mancavano un paio di elementi importanti in attacco, ma che anche in difesa ha mostrato delle evidenti crepe. E’ già andata bene che Labbadia non torni a casa con più gol sul groppone: per la Lazio la qualificazione è dietro l’angolo.



Poca cosa. Vero: Okazaki ha avuto due o tre grandi occasioni. Ma intanto, sbagliare gol è una colpa; e in più ha ballato pericolosamente dall’inizio alla fine, ha mostrato crepe sugli esterni (doveva essere un punto di forza) e ha dato sempre l’impressione di crollare se messa alle strette. Va male anche in campionato: i tempi d’oro per il momento sono finiti.



E’ stata la partita di una grande squadra, che sa di essere superiore e te lo sbatte in faccia senza però disturbarsi troppo. Due squilli per tempo, due gol: partita e discorso qualificazione chiuso. Ha sofferto in qualche sporadica occasione perchè la difesa a tre è ancora da registrare e la coppia centrale era inedita, ma sono aghi nel pagliaio di una prestazione che ci ha detto come la creatura di Petkovic sia pronta per alzare la coppa. 

Ce l’avevano presentato come fischietto innamorato del cartellino giallo, e la Lazio ne aveva un pessimo ricordo: tutto sotto controllo, nonostante qualche ammonizione potesse risparmiarsela. Aiutato da una partita che si è chiusa subito, nell’unico episodio di nervosismo (nel finale) ha risolto sanzionando un giocatore per parte: tutto sommato, giusto così.



Poco reattivo sul tiro di Ederson, si riscatta su Lulic nel finale. Abbandonato dalla sua linea difensiva.

Pare piaccia alla Juventus: non se ne capisce il perchè. Spinge tanto e fa l’ala aggiunta, ma dietro è un pianto, lascia buchi ovunque e non sa dove mettersi.

Capitano e leader, in campo lo fa vedere ma ogni tanto gli svarioni sono anche suoi. Non fa la differenza.

A conti fatti non la fa vedere a Kozak, meriterebbe ben di più se non affrontasse Onazi che punta la porta come un paletto affronta lo sciatore.

Siamo sicuri che Molinaro non fosse meglio? Non è per patriottismo, ma il buon Boka più che sovrapporsi senza ritegno e contegno non combina. 

Primo tempo da anonimato, nella ripresa prende in mano la mediana e lotta come può.

Aveva giocato un ottimo Europeo con la Danimarca: qui ha sulla coscienza metà del primo gol e poi non combina più nulla di interessante.

( Sinceramente poteva e doveva entrare prima; e invece, appena in campo vede il 2-0 della Lazio. A quel punto, cosa può aggiungere?)

E’ l’unico che ci prova: per tre volte ha la palla buona, per tre volte Marchetti e la sfortuna non lo fanno passare. Cana lo ha sofferto.

) Era il più caldo: una conclusione, una grande progressione e tanta regia occulta e visibile: una gomitata fortuita di Hernanes lo mette fuori.

( Cerca di fare il mestiere di Maxim, ma non ha la stessa classe e il risultato è una copia sfocata e fastidiosa)

Meglio a destra nella ripresa, ha buona verve ma i risultati pratici sono scarsi.

Spiace per lui, ma più che due sponde per i compagni non ha fatto. Forse ha sentito la partita, forse semplicemente non era all’altezza. ()

All. LABBADIA 5 L’Europa League era l’unico obiettivo rimasto, Coppa di Germania a parte: che senso aveva tenere Harnik in panchina? La squalifica di Ibisevic invece è sfortuna, ma non ha saputo trovare contromosse adeguate.

Anche quando gli arriva un tiro solo dice la sua: sullo 0-0 cancella il colpo di testa a botta sicura di Okazaki, e condiziona la partita.

Nella difesa a tre emergono tutti i limiti di un giocatore adattato: superato più volte da Okazaki, in affanno costante.

Per fortuna il gigante francese interviene a tappare tutte le falle. Sempre attento e sicuro.

Premiato con i galloni del capitano, ripaga con una prova da veterano. Mai in difficoltà, sale e scende come e quando vuole.

Ce l’avevano presentato come un esterno offensivo: invece sale poco, e il meglio di sè lo dà dietro cancellando gli avversari. Bella scoperta.

Scodella un gran pallone sulla testa di Ederson, è sempre nel vivo dell’azione. Peccato si mangi un gol nel finale.

Giù il cappello: il gol strepitoso gli dà quel qualcosa in più, ma è la prestazione che stupisce. Testa alta, corsa, personalità: che giocatore. Stasera si è conquistato molti minuti futuri.

Il Profeta fatica a entrare in partita, tocca di fino quasi non si voglia sporcare gli scarpini. Esce senza aver sudato: non c’era bisogno di lui. (72′ GONZALEZ sv)

Svolge il compito senza sbavature, ma anche senza troppi acuti. Tiene bene la sua posizione.

Sblocca con un’azione caparbia, gran finta e sinistro a infilare Ulreich; e poi è sempre nel vivo dell’azione. Se sta bene è devastante: si divora un altro gol.

Sul 2-0 e con Onazi in stato di grazia deve solo mettersi lì e smistare un po’ il traffico. Per lui è una camminata al chiaro di luna)

Premiata la volontà e i mille contatti che prende e assorbe, come i colpi che dà: la verità è che la vede davvero poco. ()

All. PETKOVIC 7 La vittoria è anche sua: è un trasformista, risolve i problemi di trasferta per una sera e fa vedere che il turnover può farlo con costrutto e risultati. Ha sempre più in mano questa squadra, può prendersi la coppa.

 

(Claudio Franceschini)

 

Marcatori: 21′ Ederson, 56′ Onazi

Ulreich; Sakai, Tasci, Rudiger, Boka; Gentner, Kvist (55′ Harnik); Okazaki, Maxim (41′ Hajnal), I. Traoré; Macheda (93′ Holzhauser). All. Labbadia

Marchetti; Cana, Ciani, Radu; Pereirinha, Candreva, Onazi, Hernanes (72′ Gonzalez), Lulic; Ederson (64′ Ledesma); Kozak (84′ Floccari). All. Petkovic

Arbitro: Tudor (Romania)

Ammoniti: Hernanes (L), Ciani (L), Tasci (S), Harnik (S), Cana (L)

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