Senza alcun obiettivo da rincorrere, l’undici di Galtier gioca per l’onore e per il pubblico, mancando l’appuntamento con la vittoria ma fornendo comunque una buona prestazione.

Va bene che stasera il risultato non contava niente, ma vista la crisi di risultati la vittoria sarebbe stata un toccasana per l’ambiente. Lazio buona nel complesso ma ancora una volta passa in vantaggio e viene rimontata per l’ennesimo errore difensivo.



Bravo a valutare il fuorigioco di Sall sull’azione che sarebbe potuto valere il 2 a 1 del St. Etienne, il momento più critico quando deve dividere Cataldi e Maupay, cavandosela estraendo un solo cartellino giallo ai danni del laziale.

Il primo tempo tra St. Etienne e Lazio si è chiuso sullo 0-0. Entrambe le squadre hanno già la qualificazione in tasca, con i biancocelesti matematicamente primi e i transalpini certi del secondo posto, quindi le motivazioni non sono molto alte, i padroni di casa vogliono certo fare bella figura davanti ai 30 mila spettatori del Geoffroy-Guichard ma senza giocare con il coltello tra i denti. La Lazio, che cerca di uscire dalla crisi di risultati, prova a fare la partita ma trova il primo tiro in porta solamente al 19′ con Matri (6) che trova l’esterno della rete. Poco dopo il St. Etienne, che ha perso Karamoko (6) per un infortunio, si rende minaccioso con Corgnet (7) che impegna duramente Berisha (7), costretto a tuffarsi per deviare il pallone in rete. Per la Lazio prova a salire in cattedra Felipe Anderson (6) ma senza trovare il guizzo vincente. A pochi minuti dall’intervallo la formazione locale ancora all’attacco sempre con Corgnet che da fuori area prova a sorprendere Berisha, uscito per riparare a un errore di Hoedt (5), ma non trova il pallone.



Con la qualificazione già in tasca, l’undici di Galtiera punta a fare bella figura davanti al suo pubblico, ma senza giocare alla morte. Sicuramente il più pericoloso dei suoi, in un paio di occasioni mette a dura prova Berisha. Troppi falli e troppi palloni persi ingenuamente.

Stesso discorso del St. Etienne per la formazione di Pioli: con il primo posto in cassaforte, i biancocelesti hanno l’obiettivo di chiudere il girone imbattuti e per il momento ci stanno riuscendo. Una parata decisiva su Corgnet e un paio di uscite a salvare la sua porta. Si fa ammonire già nei primi minuti e perde palla troppo spesso, complicando la vita ai suoi compagni. (Stefano Belli)



St.Etienne

Nel primo tempo chiude Felipe Anderson in calcio d’angolo, poi un attimo di fraintendimento con Pogba che rischia di combinare un disastro. Nella ripresa viene scavalcato da Matri. 

Assieme a Pogba dirige il reparto difensivo, e spesso imposta la manovra per il St. Etienne anche se è impreciso nei lanci.

Interviene in anticipo quasi sempre, divenendo così un cliente scomodo per gli attaccanti della Lazio.

Buon inizio, poi si fa male al ginocchio cercando di fermare Matri e deve alzare bandiera bianca.

Entra in corso d’opera per rilevare l’infortunato Matri, ribatte un tiro di Felipe Anderson e anticipa Matri, nella ripresa gli viene annullato un gol per fuorigioco.

Gara anonima, si fa ammonire nel primo tempo e nella ripresa, per paura di prendere il secondo giallo, quasi sparisce dal campo.

Bravo a fermare konko al limite dell’area, ma si fa trovare in fuorigioco nel momento in cui il St. Etienne prova a vincere la partita.

Partita da dimenticare per lui, perde troppi palloni, nei contrasti prende sempre la gamba dell’avversario e mai il pallone, e nella ripresa si fa male da solo senza essere toccato da altri.

Trentatre minuti in campo, senza lasciare una buonissima impressione.

L’unico in grado di mettere in difficoltà la Lazio con le sue accelerazioni, trova il gol dell’uno pari approfittando di uno svarione di Felipe Anderson.

Il più pericoloso nel primo tempo, e anche nella ripresa mette a dura prova i riflessi di Berisha, nel finale accusa la stanchezza e deve lasciare in campo a un giocatore più fresco.

Subentra a Corgnet ed entra subito in partita mettendo un bel pallone in mezzo per Maupay che sciupa l’ottima giocata del compagno fallendo il gol del 2-1.

Sempre nel vivo dell’azione, facendo commettere un sacco di falli ai giocatori della Lazio.

È vero che riceve pochi palloni ed è assistito male dai suoi compagni soprattutto nel primo tempo, meglio nella ripresa quando comunque si mangia clamorosamente il gol del 2 a 1.

Per l’ultima partita della fase a gironi di Europa League decide di dare spazio a chi non è riuscito ad averne finora, venendo ripagato da Eysseric e Corgnet, autori di un’ottima partita.

Lazio

Parata decisiva su Corgnet, altre due uscite importanti per mantenere inviolata la propria porta, poi sul gol di Eysseric si fa ingannare dalla traiettoria del pallone, rovinando così una partita fin lì perfetta.

Fa avanti e indietro sulla fascia destra, ogni volta che attacca poi rientra subito in difesa a contrastare gli avversari che provano a entrare nell’area piccola.

Rimedia l’ennesima ammonizione a causa del suo gioco troppo aggressivo e falloso, ma a differenza della gara con la Juve non perde palloni nevralgici e sugli interventi arriva in anticipo.

Primo tempo disastroso, si fa subito ammonire, perde brutti palloni ed è sempre insicuro negli interventi. Meglio nella ripresa quando gioca più sciolto e rilassato.

Cerca di ricoprire al meglio il ruolo di capitano e ci riesce, disputando una partita più che buona e dirigendo assieme a 

Prova a sbloccare il match con le sue giocate ma non ci riesce, nella ripresa regala a Eysseric la palla dell’1-1. L’anno scorso a quest’ora era già esploso, quest’anno il suo talento sembra davvero offuscato.

In assenza di Biglia è lui a ricoprire il ruolo di regista e a impostare le manovre che i suoi compagni dovranno portare avanti. Nella ripresa si fa prendere dal nervosismo e rischia di farsi cacciare via per un diverbio con Maupay.

è l’uomo dei palloni, li smista, li recupera, li perde (succede quando se ne giocano parecchi), ed è bravo soprattutto a calmare Cataldi nei pochi momenti in cui sale la tensione in campo

Esordio positivo per il giovane proveniente dalla primavera che mostra qualche spunto decisamente interessante, da tenere d’occhio.

In campo per pochi minuti, quando la Lazio pensa esclusivamente a difendersi.

Nel primo tempo trova solamente l’esterno della rete, nella ripresa prima si divora il gol dell’1 a 0 e poi, seppur fortunosamente, deposita il pallone in rete per il momentaneo vantaggio.

Prende il posto di Matri e si ritrova subito un buon pallone dentro l’area di rigore, ma non ha la lucidità per terminare l’azione e perde l’attimo.

Prova a mettere qualche palla dentro l’area piccola, ma ogni volta non trova mai nessun compagno posizionato al punto giusto. Nella ripresa si divora letteralmente il gol del 2 a 0 colpendo il palo a due metri dalla porta.

Stasera tira fuori dal cassetto il 4-4-2, modulo con il quale trova il vantaggio e un buon assetto di gioco. Poi quando torna al 4-2-3-1 cominciano i guai, con la rete di Eysseric che pareggia i conti, finale in sofferenza. I segnali che voleva da questa Lazio, purtroppo per lui, non sono arrivati.

 

(Stefano Belli)

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