Buona la prima per Simone Inzaghi sulla panchina della Lazio, l’ex-tecnico della Primavera debutta in Serie A con un successo netto, il 3 a 0 sul Palermo al Barbera. Ai biancocelesti bastano quindici minuti per incanalare la partita sui binari giusti con la doppietta di Klose. Serata da incubo per i rosanero, pesantemente contestati dai tifosi attraverso il continuo lancio di petardi e fumogeni che in un paio di occasioni costringerà l’arbitro Gervasoni a sospendere il gioco. Nella ripresa la Lazio va più vicina al terzo gol con Candreva e Klose, per poi trovarlo in contropiede con il nuovo entrato Felipe Anderson. Fiammata d’orgolio del Palermo nel finale che sfiora il gol della bandiera con il giovane La Gumina e Brugman, ma almeno per oggi la porta di Marchetti resta imbattuta.



Serata da incubo per i rosanero, che pure erano partiti abbastanza bene, ma poi vengono stroncati dall’uno-due di Klose che non lascia scampo alla formazione di Novellino. Il Palermo sprofonda sempre più in classifica. I biancocelesti tornano alla vittoria dopo la batosta del derby (e l’esonero di Pioli) con un successo netto e meritato, agevolati anche dalla pochezza degli avversari che al momento non hanno i requisiti minimi per giocare in Serie A. Stasera a rendergli la vita difficile ci pensa il pubblico del Barbera che lo costringe, attraverso il lancio di petardi, fumogeni e altri oggetti sul terreno di gioco, a sospendere il match per un paio di volte. Tutte corrette le segnalazioni di fuorigioco, nessun errore di valutazione o decisione che danneggia platealmente l’una o l’altra squadra.



Primo tempo da incubo al Barbera per il Palermo, che arriva all’intervallo sotto di due gol al cospetto della nuova Lazio di Simone Inzaghi. A inizio gara sono i padroni di casa che cercano di prendere l’iniziativa e mettere così pressione agli avversari, ma alla prima occasione i biancocelesti trovano il gol con Klose (7,5) che, sugli sviluppi di un corner, viene lasciato libero di battere a rete. Passano altri cinque minuti e ancora Klose firma la rete del raddoppio, con Sorrentino (6,5) che ha lasciato la porta sguarnita dopo aver respinto il tiro di Keita (7). Palermo che accusa il colpo e fatica a reagire, nei minuti successivi la Lazio sfiora anche il terzo gol ancora con Klose e Parolo (6), a negare a Keita la possibilità di scrivere il proprio nome nell’elenco dei marcatori ci pensa Pezzella (6) con un salvataggio sulla linea.



Dopo un inizio incoraggiante, i rosanero subiscono il gol di Klose e si smarriscono, finendo in completa balia degli avversari. Gli interventi di Sorrentino e la poca concretezza dei biancocelesti sotto porta consente al Palermo di arrivare all’intervallo sotto di appena due gol. Con una serie di parate eccezionali limita i danni al Palermo, senza di lui il passivo dei rosanero sarebbe ancora più pesante. Prima mezz’ora da incubo, al punto che viene sacrificato da Novellino, lasciando il posto a Brugman.

Il 2 a 0 sta decisamente stretto alla formazione di Simone Inzaghi che ha avuto diverse palle gol per chiudere la contesa già nella prima frazione di gioco. Autore di una doppietta nelle fasi iniziali dell’incontro, nei minuti successivi sfiora anche la tripletta. Non è al top della forma e lo si vede, ma cerca comunque di fare del proprio meglio anche se perde più di qualche pallone. (Stefano Belli)

Un paio di interventi decisivi su Keita e Candreva, ma non può far nulla sui gol di Klose. Nella ripresa nega la tripletta al centravanti tedesco.

Titolare a sorpresa per l’infortunio dell’ultimo minuto di Struna, fa quel che può per contrastare Keita, anche se rischia di farsi piuttosto male scontrandosi con Sorrentino.

Serata difficile per lui, non è mai facile avere a che fare con uno come Keita, soprattutto quando sembra particolarmente ispirato come stasera.

Qualche buon anticipo su Klose e Candreva, legge bene i movimenti di Keita ma non sempre riesce ad anticiparli.

Nel primo tempo si rivela decisivo cib il suo salvataggio sulla linea (di schiena) sul tiro di Keita, nella ripresa si fa bruciare da Felipe Anderson, dandogli il via libera per il 3 a 0.

Uno dei più contestati dal pubblico del Barbera per le prestazioni negative, alla sua uscita dal campo viene letteralmente ricoperto di fischi ( La giovane stella della Primavera prova a lasciare il segno sulla partita ma l’emozione e l’inesperienza gli giocano brutti scherzi, andando comunque vicino al gol)

Ha l’occasione di accorciare le distanze battendo una punizione dal limite, ma calcia male. Per il resto, non lo si vede mai nel vivo dell’azione.

Prova a mettersi in evidenza su calcio piazzato, senza fortuna e soprattutto senza inquadrare lo specchio della porta.

Una prima mezz’ora davvero deludente e molto al di sotto dei suoi standard – (che non sono poi così elevati) – al punto che Novellino lo sostituisce senza nemmeno aspettare l’intervallo ( Si fa trovare in fuorigioco, vanificando la rete di Gilardino che aveva accorciato le distanze sullo 0-2, nella ripresa è uno dei pochissimi a calciare in porta, trovando l’opposizione di Marchetti)

Gara anonima e senza spunti degni di nota, decisamente un pessimo partner per Gilardino questa sera. ( Se non altro, si guadagna qualche calcio di punizione, facendo ammonire tra l’altro Mauricio)

Sul finire del primo tempo gli viene annullato un gol per l’errore di Brugman che partecipa all’azione pur essendo in fuorigioco. Nella ripresa va di nuovo vicino al bersaglio, venendo chiuso da Bisevac.

Essendo un allenatore e non il salvatore della patria, i miracoli non li può compiere, peccato che in questo momento al Palermo servano proprio i miracoli per uscire da questa crisi devastante. Squadra senza idee e incapace di costruire gioco.

Il suo primo intervento arriva a metà del secondo tempo, sul tiro non proprio irresistibile di Brugman. Poco dopo si distende anche sulla conclusione di La Gumina.

Spinge molto sulle fasce, dando supporto a Candreva in fase offensiva. Anche oggi dimostra che in futuro può essere impiegato meglio a centrocampo che in difesa.

Gli viene negato il suo primo gol in Serie A per il gioco pericoloso di Keita. Nella ripresa mura il giovane La Gumina e poi è decisivo nel chiudere Gilardino in corner.

Torna titolare dopo oltre quattro mesi di assenza, qualche pallone perso e un po’ di insicurezza negli interventi, anche se è bravo

Non è al meglio della condizione fisica e lo si vede quando perde diversi palloni, prova a fare comunque del suo meglio ma i novanta minuti nelle gambe non ce li ha proprio. ( Nonostante i pochi minuti a disposizione riesce comunque a farsi ammonire)

Lavora molto dietro le quinte, solamente nel finale esce in avanscoperta cercando la porta nel recupero, con la palla che esce di poco a lato.

Ci prova anche lui da fuori area, mandando il pallone decisamente sopra la traversa, per il resto solita gara in cabina di regia dove oggi se la cava decisamente bene.

Si divora il gol del 3 a 0 che probabilmente avrebbe chiuso il match già nel primo tempo, tuttavia anche lui stasera è sembrato in ripresa.

Un’occasione anche per lui nel primo tempo, ma calcia addosso a Sorrentino. Altra palla gol per lui nella ripresa, quando sfiora il palo alla destra di Sorrentino.

Sblocca il match a dieci minuti dal fischio d’inizio, lasciato libero di battere a rete, poco dopo lascia di nuovo il segno e nei minuti successivi sfiorerà anche il tris. Nel finale si fa da parte per un attaccante più fresco. (F. DJORDJEVIC SV)

Assoluto padrone della fascia destra dove sfonda a più riprese, agevolato dal pressing non proprio asfissiante degli avversari, si fa negare il gol dal salvataggio sulla linea di Pezzella. Cala nella ripresa per via della stanchezza ( Gli bastano pochi minuti dal suo ingresso in campo per lasciare il segno sulla gara, la sua velocità si rivela devastante per i rosanero già fiaccati nel corpo e soprattutto nello spirito)

Esordio migliore in Serie A non se lo poteva immaginare il fratello di Filippo: tre punti facili (nonostante una difesa realizzata con le toppe) in una gara in cui la Lazio avrebbe potuto vincere con un punteggio decisamente più largo. L’unica nota stonata è sicuramente rappresentata dalle tante palle gol sciupate dai suoi giocatori.

(Stefano Belli)