Un addio in lacrime che ha sconvolto ma soprattutto sorpreso molti, fra giornalisti, addetti ai lavori e i suoi stessi tifosi: Andy Murray lascia il mondo del tennis ad appena 31 anni a causa dei continui problemi all’anca che oramai gli impediscono di esprimersi a quei livelli che l’avevano portato in vette alle classifiche ATP fino al numero uno e a competere quasi alla pari con mostri sacri del calibro di Djokovic, Nadal e Federer. Tuttavia, in attesa di capire se il due volte campione di Wimbledon avrà il suo canto del cigno proprio nel torneo britannico, la stampa d’Oltremanica lo celebra come “il più grande di tutto i tempi” anche se in generale appare infatti spiazzata dall’annuncio del tennista di voler appendere la racchetta al chiodo entro la fine del 2019. (agg. di R. G. Flore)
ANDY MURRAY DICE ADDIO AL TENNIS
Andy Murray si ritira dal tennis: lo fa in lacrime, senza una volontà precisa aldilà del “semplice” ma terribile dolore che prova ogni volta che prova a scendere in campo con quell’anca maledetta che lo funesta da almeno due anni. L’ex numero 1, in grado di uscire alla distanza (a differenza degli altri tre “immortali” nel circolo dei Fab Four) e di insediarsi nell’Olimpo del Tennis, non ce la fa più a combattere quel dolore e così annuncia in una conferenza stampa che diverrà a suo modo storica «il dolore all’anca che, ha detto lo scozzese a Melbourne, “non mi permette di giocare e allenarmi. Vorrei smettere a Wimbledon, ma non sono sicuro di essere in grado di farlo. C’è la possibilità che gli Australian Open siano il mio ultimo torneo». Da Marco Van Basten a Ronaldo, ma per rimanere sul Tennis da Ana Ivanovic fino al possibile – ma ancora non annunciato – ritiro di Juan Martin Del Potro, un altro sventurato eroe funestato dagli infortuni: gli esempi sono tanti, ma il dramma (sportivo) resta ogni qualvolta un grande campione come lo è Andy Murray è costretto ad alzare bandiera bianca.
MURRAY IN LACRIME: ADDIO AI FAB “FOUR”
«Smetto perché voglio tornare a fare le cose comuni, come mettere una scarpa o un calzino, senza avere dolore – ha spiegato il primo tennista britannico a diventare n°1 del mondo – Ho l’anca davvero molto danneggiata, il chirurgo che mi ha operato lo scorso anno me lo ha confermato. L’intervento dello scorso anno non è servito a ridurre il dolore. Continuare solo in doppio? No, non rischio la mia salute»: secco, duro, dolorante e commosso da una scelta che non avrebbe voluto fare ma si vede “costretto” a prendere. Il Tennis saluta così uno dei suoi più grandi fenomeni dell’ultima era Fab Four, con Nadal, Federer e Djokovic che ancora non vedono dei veri e propri “eredi” già pronti a prendere il loro posto ma che con il ritiro di Murray (tra l’altro il più giovane della “Beatles” compagnia, ndr) vedono aumentare l’ansia dell’età e degli infortuni che aumentano sempre più. 4 volte in finale agli Australian open, una ai Roland Garros ma soprattutto due Wimbledon vinti (2013, 2016), un Us Open (2012) e il doppio Oro alle Olimpiadi (2016 e 2012 in casa sua, sul green di Londra). Carriera strepitosa, con un record di 77,73% di vittorie e sole 190 sconfitte in tutto: il 32enne scozzese ma “adottato” dal Regno Unito dice basta anche se l’amico-avversario “Delpo” ci prova, da primo e in netto anticipo di tutti i suoi illustri colleghi, a rilanciare già una battaglia che per tutti sembrerebbe finita, «Andy, hai appena visto la tua conferenza. Ti prego, non smettere di provare. Continua a lottare. Posso immaginare il tuo dolore e la tua tristezza. Spero che tu possa superare questo. Meriti di ritirarti alle tue condizioni, ovunque e quando sarà. Ti vogliamo bene Andy Murray e vogliamo vederti felice e fare bene».