La Sla e il tumore al pancreas sembrerebbero essere le “malattie del calcio”. Il numero di casi tra ex atleti, come ricostruito da Avvenire, rappresenta un allarme per la comunità scientifica, che è chiamata a indagare sul fenomeno. Era il 1998, d’altronde, quando Zdenek Zeman, a quel tempo allenatore della Roma, disse: “È ora che il pallone esca dalle farmacie”. Un j’accuse che suona adesso come un monito preoccupante. Le morti di Sinisa Mihajlovic Gianluca Vialli, infatti, sono l’ennesimo campanello di un problema ancora piuttosto lontano dall’essere risolto. “Bisogna approfondire”, questo l’appello di Claudio Lotito, presidente della Lazio.



Già nel 2005 il giudice Raffaele Guariniello della Procura di Torino, che si era occupato del processo penale per doping nei confronti della Juventus, aveva chiesto che parallelamente l’Istituto Superiore di Sanità di Roma portasse avanti una indagine epidemiologica. Essa venne effettuata su 24 mila calciatori di Serie ASerie B Serie C che erano stati in attività dal 1960 al 1996. I risultati, come analizzato dal dottor Nicola Vanacore, erano già allora preoccupanti.



Calcio, Sla e tumori: la correlazione e la lotta di Gianluca Vialli

“La ricerca si chiuse con il riscontro di 350 calciatori morti per diverse patologie. Il dato epidemiologico più significativo che emerse già allora fu che dei 4,99 casi attesi di calciatori morti per tumore al pancreas, ne trovammo 9”. Un bilancio doppio rispetto al previsto. “Lo stesso valeva per i casi di carcinoma al fegato, con 4,8 attesi e 9 trovati, e la leucemia, con 5,08 casi attesi e 9 trovati”. Per la prima volta, a emergere, fu anche la correlazione tra Sla (Sclerosi laterale amiotrofica) e calcio. “L’incidenza era 12 volte superiore”. Gianluca Vialli Massimo Mauro, proprio per contrastare il “morbo del pallone”, crearono una Fondazione per la ricerca.



Il problema della relazione tra calcio, tumori, Sla e altre malattie adesso è più attuale che mai e anche la comunità scientifica chiede di approfondire. “Bisogna aggiornare i dati che abbiamo a disposizione”, ha affermato il dottor Nicola Vanacore. “Occorre un contributo importante da parte delle istituzioni scientifiche, delle società calcistiche e della società tutta affinché venga finanziata una ricerca ad ampio spettro che consenta prima di aggiornare il dato epidemiologico per tutte le cause di morte e successivamente capire le cause del fenomeno”.