La Germania qualche settimana fa aveva annunciato l’intenzione di bandire le caldaie a gas inquinanti a favore di alternative più green, come l’idrogeno, entro il 2024. Dopo una lunga serie di discussioni, emendamenti e opposizioni, il testo è stato infine approvato, ma prevedendo nuovi termini che funzionino da compromesso con le forze politiche restie ad accettare la norma. Così, il testo è stato quasi completamente stravolto, ma non sarebbe bastato per fermare l’ira delle opposizioni ad Olaf Scholz.



Secondo quanto riferisce il quotidiano la Verità, il nuovo testo della Germania sulle caldaie a gas non diventerà più effettivo nel 2024. Il nuovo testo di compromesso, infatti, ha fissato come data ultima per interrompere l’istallazione delle caldaie inquinanti al 2026, ma per i soli comuni fino a 100mila abitanti. Tutti gli altri comuni, invece, dovranno adeguarsi alla normativa non prima del 2028. Fino a quel momento, inoltre, si potranno ancora installare le caldaie a gas, purché siano alimentate con quote progressivamente crescenti di idrogeno o di biocombustibili, mentre dopo la scadenza del termine la caldaie dovranno necessariamente essere alimentabili ad idrogeno.



Le opposizioni contro Scholz: “Annienta la prosperità tedesca”

Quello che è a tutti gli effetti un testo di compromesso per ritardare lo stop delle caldaie a gas, pur puntando all’obiettivo di riduzione delle emissioni fissato in Germania per il 2045, tuttavia non sembra essere piaciuto alla società o ai partiti d’opposizione. A livello di gradimento, riferisce ancora La Verità, l’attuale cancelliere Olaf Scholz e il governo che presiede è sceso al 19%, mentre il ministro dell’Economia, Robert Hebeck, è bersaglio prediletto dei media.

La Cdu, partito cristiano-democratico, ha già annunciato che se nel 2025 dovesse vincere le elezioni, rimuoverà subito il blocco per le caldaie a gas, oltre alle altre norme green. Similmente, la leader del partito di destra Afp, Alice Weidel, ha sottolineato che la legge rappresenta un “annientamento della prosperità tedesca di proporzioni gigantesche”. Invece, la Bdi, pari alla nostra Condindustria, sottolinea che “la controversia sulla legge sull’energia edilizia ha creato grande incertezza e ha bloccato la ristrutturazione degli edifici“. Inoltre, dal primo annuncio sullo stop delle caldaie a gas, le vendite di queste ultime sono aumentate del 44% in appena un semestre, con l’evidente scopo di anticipare il divieto.