Roberto Calderoli, ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, ha fatto il punto della situazione sulla questione autonomia differenziata attraverso le colonne del quotidiano “La Verità”. L’esponente della giunta Meloni ha asserito che entro un anno si dovrebbe giungere al ‘sì’ definitivo e che non bisogna lasciarsi spaventare dalla prospettiva di concedere alcuni poteri alle Regioni: “Tanto per cominciare, l’elenco delle materie di competenza regionale l’abbiamo ereditato dall’ultima riforma della Sinistra. Teniamo presente che una Regione può chiedere una materia, o una parte di questa, a fronte però di un negoziato con il governo. E a seguire il Parlamento esprime un atto di indirizzo sulla pre-intesa, e un voto a maggioranza assoluta sull’intesa definitiva”.
Insomma, i passaggi sono numerosi, ma Roberto Calderoli non vuole sentire parlare di “Autonomia del Nord”, poiché “a chiedermi autonomia sono anche le Regioni del resto d’Italia: Campania, Lazio, Marche, Umbria. La richiesta arriva da 9 Regioni che corrispondono al 72% della cittadinanza, se consideriamo i territori a statuto ordinario. Che facciamo: diamo al Sud un’opportunità per crescere o ci accontentiamo di uno Stato che elargisce sussidi?”.
ROBERTO CALDEROLI: “SANREMO EMBLEMA DELLA SINISTRA ITALIANA”
Il recente crollo dell’affluenza alle urne non deprime più di tanto Roberto Calderoli, che, su “La Verità”, sostiene che vi siano “piccole accortezze logistiche che bisognerebbe ripristinare, come l’avviso elettorale, che una volta si spediva a casa del singolo cittadino per ricordargli di andare a votare. E i partiti dovrebbero piantarla di delegittimarsi reciprocamente. Ogni giorno va in scena l’ennesima polemica inutile, che allontana l’elettore dalla politica”.
Quanto al Festival di Sanremo, per Roberto Calderoli la kermesse musicale è diventata “un simbolo della Sinistra. Non ne ho guardato un secondo, è meglio lo Zecchino d’Oro. Sbaglia la Rai a consentire che si faccia un uso strumentale della musica e della cultura a fini politici. A Sanremo si canti e basta”. E il razzismo di cui ha parlato Paola Egonu? “Vorrei confrontarmi con lei, chiederle spiegazioni. Lei stessa in Italia ha potuto studiare, affermarsi, diventare cavaliere della Repubblica, ricevere meritate entrate economiche. Non può fare la vittima dopo aver condotto Sanremo, perché altri sono più titolati. Se io fossi il direttore artistico del Festival, assolderei piuttosto Bebe Vio, campionessa mondiale, in rappresentanza dei tanti disabili ingiustamente discriminati nella vita di tutti i giorni”.