Roberto Calderoli, ministro leghista agli affari regionali, ha rilasciato un’intervista per Repubblica parlando dell’autonomia differenziata, che porta la sua firma, ma anche del terzo mandato per sindaci e governatori regionali. Partendo proprio da quest’ultimo punto, che sembra non trovare il favore degli alleati di centrodestra, sottolinea che “la nostra è una posizione politica e resta tale: se deve esserci una scelta democratica, non può esserci limite”.
Il rischio, secondo Calderoli, è che si faccia la fine “dei 5Stelle” che hanno un limite di due mandati in Parlamento, ma il cui effetto è stato che “quando con il tempo alcuni sono diventati bravi, li hanno mandati a fare i posteggiatori”. Un limite, quello di due mandati, “autolesionista, è evidente”, ma che sarà proposto dalla Lega se non passasse il terzo mandato, perché “a quel punto [sarebbe] più coerente”. Secondo Calderoli ciò che non sembra essere chiaro è che “la volontà politica di ciascun partito va rispettata“, e nel caso del terzo mandato spetterà poi al “al popolo” che esercitando “la sovranità” avrà la possibilità di rieleggere un governatorato efficiente, così come potrà anche decidere di sostituirlo.
Calderoli: “Sull’autonomia differenziata troppa disinformazione”
Centrale, poi, nell’intervista di Calderoli anche l’autonomia differenziata, testo fondamentale nella politica leghista di questa legislatura, ma che secondo un sondaggio non è particolarmente apprezzato dal popolo. Il ministro, però, precisa che “ho confrontato quel sondaggio con un altro di Ipsos, che non solo fotografa un 27% di persone che non sa di cosa si parli, mentre Diamanti ne calcola il 7%, ma addirittura dà prevalenza ai favorevoli”.
Le critiche all’autonomia differenziata, secondo Calderoli, sarebbero frutto della disinformazione, perché mentre al Sud temono che aumenteranno le differenze, secondo lui si tratta in realtà della “più grande scommessa per superare la questione meridionale e quella settentrionale e realizzare l’obiettivo di tutto il sistema Paese. Le disparità territoriali”, sottolinea chiaramente, “ci sono per colpa di un sistema centralizzato” a causa di uno stato che “si è dimostrato un cattivo amministratore”. Sull’autonomia, inoltre, Calderoli ci tiene anche ad appellarsi alle opposizioni, chiedendo di “confrontarci nel merito”, superando gli “slogan”. Il testo, conclude, “se non c’è ostruzionismo”, dovrebbe passare “in primavera“.