CALDEROLI (LEGA) ATTACCA I MAGISTRATI SUI REFERENDUM
A quasi un mese dalla chiamata alle urne per i 5 referendum sulla giustizia, uno dei principali sostenitori e depositari dei quesiti a firma Lega-Radicali – Roberto Calderoli – lancia una pesantissima accusa al mondo della magistratura (e una frecciata non la risparmia nemmeno al Governo).
«È partita la congiura del silenzio. Insieme a quella per sterilizzare la consultazione», si legge nell’intervista del “Corriere della Sera” al senatore leghista, a proposito della consultazione referendaria del prossimo 12 giugno 2022. «A me pare chiaro che ci sia un ormai un cortocircuito tra i poteri dello Stato», spiega ancora Calderoli andando a discutere addirittura il ruolo nello specifico del Presidente Mattarella. «Chi è il sommo garante della Costituzione? Il presidente della Repubblica. Che ha uno staff formato per oltre la metà di magistrati. Chi mette a punto i decreti del governo? Il Dipartimento Affari giuridici e legislativi (Dagl) in cui i magistrati credo che raggiungano l’80% del personale», ribadisce l’ex vicepresidente del Senato in quota Lega. Per come funziona la norma in Italia, ad oggi qualsiasi parlamentare può proporre le proprie proposte di modifiche ai decreti, ma chi le valuta, alla fine, «è sempre un magistrato».
“VOGLIONO IMPEDIRCI DI VOTARE I REFERENDUM”: PARLA ROBERTO CALDEROLI
Insomma, chiosa Roberto Calderoli al “CorSera”: «I magistrati decidono per tutto, di fatto non ci sono più i pesi e i contrappesi tra poteri dello Stato. Per dirla semplice: se il vino è buono, te lo dice sempre l’oste».
Alle parole molto dure utilizzate dall’esperto senatore della Lega ha replicato lo stesso Calderoli in una seconda intervista di giornata, questa volta a “Libero Quotidiano”. Il tema è il medesimo, il “silenzio” attorno ai referendum sulla giustizia, con qualche frecciata lanciata questa volta anche contro il proprio Governo: «La gravità della malattia della giustizia non credo possa essere curata attraverso la riforma Cartabia. Un qualcosa per far finta di cambiare qualcosa. Ma di fatto non è che cambi molto». Secondo Calderoli il rischio è che vi sia davvero una “congiura”, una sorta di “golpe” per non far raggiungere il quorum sul tema della giustizia: «Ci hanno dato il 12 di giugno insieme alle Amministrative», lamenta ancora Calderoli a “Libero”, che aggiunge «Ma lì votano 8 milioni di italiani rispetto ai 45 milioni totali! Il fatto, poi, di averlo fissato in una sola giornata nel primo fine settimana di scuole chiuse, con il forte bisogno della gente di andare in vacanza… Mi sembra che tutto sia organizzato, insieme a una campagna di cui si parla pochissimo. Che qualcuno abbia puntato su quella carta lì: impedire l’affluenza».